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Dopo una nottataccia come quella di ieri mi trascino per i corridoi di scuola come uno zombie.
Le occhiaie spiccano anche sotto il correttore, fondotinta, cipria, cemento armato, stucco.... Chi più ne ha più ne metta.
Ho i capelli talmente secchi che potrei dagli fuoco, ma tenendoli legati diminuisco lo schok di una persona quando mi vede.
Quando stamattina sono scesa a fare colazione, Nova (in pigiama con solo l'elmo storto in testa) mi ha guardato e ha sputato i cereali rosa che stava mangiando. La sua scusa me la ricorderò in eterno" AVEVI UNO SCARAFAGGIO IN TESTA!"
Che magnifica mattinata.
Striscio nelle All Star fino all'aula di scienze quando sento della musica provenire dall'aula davanti.
mi  avvicino tentennante e ci trovo Sam.
Sta suonando una chitarra blu elettrica con aria stanca e canticchia una canzone guardando i fogli che ha davanti.
- Jen!
Mi ha vista mentre spiavo nella fessura della porta semi accostata e mi sorride facendomi cenno di entrare.
-ciao.
La stanza è foderata di strumenti musicali. Spartiti e cavalletti sono ammassati su banchi e sedie e strabordano dai cassetti come se volessero uscire.
-come va?- gli chiedo spostando un mucchio di carte da una sedia e sedendomici sopra.
Lui si toglie l chitarra e si siede davanti a me tra la confusione.
-non c'è male. Tu?
Alzo le spalle come se andasse tutto bene, ma dentro di me sento come un gatto che usa il mio esofago come tiragraffi.
-non sapevo che tu suonassi.. non sei male.
Scatta in piedi- e non mi hai visto al meglio.
Accende uno stereo prendendolo a pugni e parte la chitarra.
Poi si siede al pianoforte malridotto che occupa una parte del muro in fondo e mi invita a sedermi vicino a lui.
-la conosci?- mi chiede iniziando a suonare una canzone che aumentava la mia sensazione del "gatto interno".
Hall of fame.
Tecnicamente la mia canzone. Mia.
Annuisco è lo ascolto suonare.
È bravo, tanto. Poi quando inizia a cantare il ritornello la mia mente si distacca daa qualsiasi cosa che non sia la sua voce. La voce di un cantante che deve ancora essere scoperto, qualcosa di calmo e misurato, a tempo con la realtà e con il ritmo di chi sa chi è.
Rimango stordita fino a quando non smette e gli faccio un applauso per non sembrare ebete.
-lo sapevi vero?
Lui alza il sopracciglio -cosa?
-che è la mia canzone preferita..
Sorride ricominciando a suonare il ritornello -no. Ma so che è anche la mia preferita.
Non so se essere lusingata o scioccata da questa notizia.
Suona la campanella e io scatto in piedi urlando.
- la lezione! Mi fa fuori questa volta.
Lui si spaventa e cade dallo sgabello ribaltando tre leggii.
-scusa! Tutto ok? Sono imbranata..
Gli tendo una mano e lo aiuto ad alzarsi. Lui si attacca al mio braccio e si tira su.
La porta si spalanca e l'insegnante di scienze entra brandendo un cancellino.
-cosa è successo!? Alexander cosa ci fa lei arpionato alla signorina?
Si gratta la testa fissandoci.
Sam si rimette completamente in piedi e sorride accatastando il mucchio di fogli sparsi sul pianoforte.
-scusi prof.... Sono inciampato su un leggio e Jennifer mi ha aiutato. Stavamo facendo delle prove.
Annuisco talmente forte che ho paura mi sia uscita una vertebra del collo.
-allora tutto a posto. Eviti di cercare di morire la prossima volta però Alexander. Andiamo in classe allora?
Esce rimuovendosi la polvere del cancellino dai pantaloni.
Saluto Sam con una mano e lui in risposta mi fa una smorfia buffa terribilmente famigliare.

Ma dove l'ho già vista?
In classe mi siedo accanto a Charlotte e apro il quaderno rassegnata a non trovare risposta.
Charlotte è strana.
Emette piccoli singhiozzi trattenuti e le sue mani hanno piccoli scatti di tanto in tanto.
-tutto bene Charlotte?
Lei sorride più che può e socchiude gli occhioni grigi - certo. Sono solo esausta per gli allenamenti di danza, ho le occhiaie vero?
Scuoto la testa e mi concentro sulla lezione.
Charlotte continua ad mandare messaggi con espressione sempre più corrucciata fino a quando non lancia il telefono nello zaino e due lacrime le spuntano sotto le ciglia.
- Charlotte?
Lei scuote ancora la testa, ma scrive su un angolo del suo quaderno e poi me lo passa.
" Con Sam non sta andando bene. Ho paura che mi lasci"
Aggrottando le sopracciglia scrivo "cosa è successo?"  "Penso gli piaccia un altra"
Le mie sopracciglia shizzano in alto fino all'attaccatura dei capelli.
Ho sempre considerato Sam e Charlotte la coppia della scuola, almeno da quando sono arrivata. Sono entrambi carini, popolari e con fisico invidiabile; difficile non notarli quando passano nei corridoi uno vicino all'altra facendo diventare di un brutto colorito verdastro certe ragazzine di prima.
Perché Sam è bello. Non carino, proprio bello.
Le lentiggini gli coprono gli zigomi fino alla punta del naso e le sopracciglia scure fanno brillare gli occhi come sue zaffiri incastonati nella pietra. Di un azzurro così lucente da sembrare finto.
Ma tutti questo non posso dirlo ad alta voce, sono pensieri che devo imparare a scacciare perché non graditi.
Non sono una di quelle ragazzine che piace a tutti e ha ogni ragazzo ai suoi piedi. Io rimango nell'ombra sperando ancora nell'arrivo improvviso del ragazzo della mia vita.
- tornerà tutto a posto Charlotte- dico ad alta voce -si risolve sempre in qualche modo.
Lei sorride e annuisce togliendosi l'ultima lacrima.

DIAMANTE: Come un avengersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora