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Era iniziata bene la giornata. Ero contenta, ero spensierata e ero carica di caffeina.
Era!
Ora sono seduta sul pavimento della sala allenamenti e guardo terrorizzata i bersagli rosa sul muro.
-tranquilla. Non ci aspettiamo che tu riesca a produrre qualcosa subito. La magia è un arte complessa e nessuno dei qui presenti ha super poteri come i tuoi; non sappiamo nulla di preciso.
Sappiamo però che il corpo umano reagisce a stimoli. Hai avuto sintomi con qualcuno in questi giorni di permanenza nel centro?
Fury ha detto tutto questo rimanendo immobile e fissandomi. Ho capito solo "stimoli particolari", il resto è stato inghiottito dalle mie orecchie senza un senso.
-con il reattore arc...
-esatto. Quello era uno stimolo. Ora pensa a qualcosa di felice e focalizza la tua attenzione su qualcosa.
Ah..
mi guardo in torno e vedo un robottino fermo immobile. Strizzo gli occhi pensando a quanto sia carino e quello si accende e mi corre in contro.
Allungo una mano per fermarlo, ma lui viene fermato da una corda diamantata. Come ho fatto non lo so neppure io, ma i miei compagni hanno apprezzato; quindi sorridi e annuisci Jen.
La corda scompare non appena chiudo il pugno.
-direi che per una che non sapeva fare niente è un buon inizio no?- mi chiede una voce mentre fisso ancora incredula ciò che è successo.
Annuisco, ma non so a chi. Qualcuno mi aiuta ad alzarmi e solo poco dopo mi accorgo che è Spider-Man.
-tutti a posto Jennifer? - mi chiede White Tiger vedendomi confusa.
-si. È solo che mi sembra strano tutto questo. Devo solo abituarmi.

La mia mano è ancora striata di spesso diamante luminoso e non riesco a toglierlo. Mentre guardo gli altri ragazzi lanciarsi ragnatele, raggi bluastri e grandi pugni; mi concentro sui residui di diamante e li fisso.
I miei occhi iniziano a bruciare e la pelle intorno ad essi inizia ad essere tirata.
-credo che andrò a letto. Domani ho scuola.
-va bene Jen, noi tra un po' abbiamo.. COSA HAI FATTO IN FACCIA?!
i tre ragazzi si avvicinano correndo preoccupati.
-io? non ho niente in faccia.. mi è colata la matita? -mi preoccupo toccandomi il viso.
Uno strato di cristallo si è impiantato sotto i miei occhi.
-non ancora...Mi è già successo una volta, sarò solo stanca.
Loro restano preoccupati e Nova insiste ad accompagnarmi.
-non si sa mai. Magari svieni nel bel mezzo del corridoio e ti ritroviamo domani completamente di vetro. Oppure potresti inciampare in un filo e cadere oppure...
Le sue teorie non fanno altro che aumentare l'angoscia che sento dentro di me.
-Sto bene!- urlo alla fine esasperata - sono solo stanca. Grazie del "passaggio"  fino in camera. Ora è meglio che vada a letto.
Lui si mette a ridere- sono un rompipalle, lo so. Ma quando una ragazzina nuova con del granato rosso stampato sulle guance ha bisogno, uno non può rifiutare di aiutarla no?
In quel momento una mosca gli si appoggia sul naso e lui fa un salto urlando per lo spavento.
Fingendo un indifferenza falsissima,
si è appoggiato allo stipite della porta e ha incrociato le braccia continuando a sorridere.
-grazie mio cavaliere- rispondo simulando un inchino- se un altro feroce drago si metterà sul mio cammino non esiterò a chiamarvi.- continuo ridendo fino alle lacrime.
-poteva mordermi! Hai visto quanto era grossa quella mosca?
Senza smettere di ridere mormoro un buonanotte chiudo la porta.
Quel ragazzo è fuori come un balcone.
-a domani!-urla pensando che la voce non passi abbastanza dalla porta -e se una cimice ti si infila nel cuscino, sappi che Spidey dorme al secondo piano!
Direi che è finita bene la giornata.

Sono andata a scuola ancora con Peter.
Mentre camminavamo mi ha spiegato ogni singola puntata di "Scorpion" che non ho visto e mi ha "vivamente consigliato di guardare bene la fine ".
Penso sia l'unica persona che conosca a cui piaccia quella serie TV quanto piace a me.
-hai altri hobby oltre la scienza?
Lui alza le spalle -mi piace il cinema. Ho rivisto star wars venti volte e so a memoria le battute di due film.
A te piace?
Mentre entriamo a scuola gli racconto la trama del mio film preferito e poco dopo veniamo raggiunti da Mary Jane molto scossa.
-sono stressata! Devo rifare dei progetti che mi erano stati commissionati da un amico di mio padre per il suo nuovo studio. Avevo già messo giù i colori ma a quanto pare le poltroncine le vuole più basse e mi tocca sistemare anche la scrivania. Ciao Jennifer, scusa se non ti ho salutato... È che non ho tempo neanche di fare una colazione decente.
Peter le prende lo zaino.
-il pomeriggio lavora in uno studio di designer per un tipo che conosce suo padre. Così guadagna crediti per il diploma.
-si. Ma se vuoi un consiglio Jen, per avere più crediti basta lavorare anche per un bar. Non ti complicare la vita come la sottoscritta per un lavoro che dai non è la tua carriera.
In quel momento le suona il cellulare è risponde.
Poi una figura si avvicina e mi saluta.
-ciao Kathleen.- dico dopo averla riconosciuta.
-vieni in classe con noi? Ormai sei nel gruppo Jen.
Dopo aver salutato Peter la seguo fino a degli armadietti dove Mya e Charlotte parlano.

-abbiamo un problema.- mi dice Kathleen frugando nel suo armadietto- ieri Charly ha dimenticato la felpa in aula e oggi non c'è più. Ti andrebbe di aiutarci con la ricerca?
Prima regola se vuoi fatte delle amicizie stabili. Di sempre di sì.
-certo. Ma non consco molto bene questa scuola, se mi dite dove andare lo faccio volentieri.
-grazie Jennifer. - sorride Charlotte meno afflitta-È una felpa importante, un regalo di Sam per i sei mesi di fidanzamento e io scema l'ho lasciata in classe.
Suona la campanella.
-al primo intervallo iniziamo la ricerca.

-donne! È questione di vita o di tristezza! La felpa è il nostro obbiettivo.
La nostra ricerca è slittata alla pausa pranzo.
Kathleen ha un piede, coperto da un anfibio nero e alto, appoggiato su una  sedia, gli occhiali da sole e una bandana legata in fronte.
-io e Jennifer controlliamo gli oggetti smarriti e i bagni, mentre voi due andrete nelle aule. Soldati, è stato un onore.
Poi si slancia con il piede sulla sedia, fa un salto e mi spinge fuori dalla classe.
Arriviamo in un aula tappezzata di cartelloni che indicano i vari oggetti smarriti.
-vado a cercare nei bagni, è un problema se sei qui da sola? -mi chiede accendendo la luce.
-no, tranquilla. Se non la trovo vi troviamo in mensa.
Lei mi sorride e a grandi passi va verso i bagni.
-troviamo quella felpa.
Charlotte mi ha detto che è verde bottiglia con la scritta Adidas  ricamata in oro.
-No.... No.. ma che schifo... C'è gente che mette questa roba?... No...no...
-Ciao.
Una voce maschile mi fa sobbalzare. Inciampo in uno scatolone e cado, ovviamente, nel cesto degli oggetti smarriti. In compenso trovo la felpa di Charlotte.
-ciao, Sam giusto?
Bene! L'ultima persona che avrebbe dovuto vedere la felpa.  Veloce la nascondo in una borsina abbandonata che mi metto a tracolla.
-hai perso qualcosa?- mi chiede aiutandomi ad alzarmi.
-io? No, è per Kathleen. Ha perso... Una bandana. Eccola li.
Veloce mi dirigo verso una bandana nera e la raccolgo.
Lui non sembra essersi accorto di niente.
-io ho perso per l'ennesima volta l'orologio invece. Non dimentico la testa perché è ancorata al mio collo. Altrimenti sarebbe anch'essa chissà dove.
Sto per uscire quando mi ricordo di avere visto degli orologi in una scatola.
-prova qui dentro, magari c'è.
Gli porgo la scatola e lui estrae un orologio con touch screen.
-Eccolo! Per fortuna le donne hanno una memoria migliore della nostra.
Gli sorrido.
Lui mi sorride in rimando e mi perdo ancora in quegli occhi blu.
Non so cosa mi fissa nei suoi occhi così tanto. Sono come una calamita e non si può fare a meno di guardarli. Sembrano due oceani rischiarato dalla luce delle lampade a neon di questa stanza.
-devi andare in mensa anche tu?
Annuisco riemergendo dai miei pensieri e lui raccoglie lo zaino.
-si. Andiamo?
Arrivati in mensa do la borsina a Charlotte.
Lei non capisce all'inizio, poi vede Sam e si illumina.
-grazie mille Jennifer.
Mi abbraccia e quando mi tocca sento una scossa sulla colonna vertebrale.
-di nulla.
Sam sta per sedersi quando si irrigidisce e inizia a tossire.
-tutti bene? Cosa hai fatto?
Charlotte lo studia preoccupata ma lui agita una mano e si siede.
-mi è andata di traverso la saliva di nuovo.
Rassicurati ci sediamo tutti al tavolo, ma Sam non mi stacca gli occhi di dosso per dieci minuti.
Poi sembra riscuotersi restando comunque abbastanza serio.
Perché la cosa mi turba così tanto?




DIAMANTE: Come un avengersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora