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Smetto di piangere quando una pizza al prosciutto e un bricchetto di tè al limone si posano davanti a me.
-ecco. Lo sapevo che non resistevi alla pizza- dice Nova sedendosi davanti a me sul divano, dove sono stretta ad un cuscino che ho macchiato con le lacrime.
Mi scappa un sorriso e prendo una fetta di pizza rassegnata al fatto che con lui non potrò mai piangere per più di dieci minuti. Il che è meraviglioso, perché è l'unica persona che ci riesce.
Mi passa la fetta di pizza mentre sta già mangiando la sua e io le do un morso sentendomi molto meglio.
-ora ti va di raccontarmi cosa è successo con quel tipo o devo farmelo dire da lui in malo modo?
Gli racconto tutto mangiando tre fette di pizza e bevendo il bricchetto di tè. Un peso sembra abbandonarmi e mi sento rinvigorita.
Lui annuisce quando è giusto e alla fine del racconto deprimente -è in parte colpa mia capisci?- lui si butta all'indietro sul divano e scoppia a ridere.
-Grazie...
Si tira su e esclama:
-Colpa tua? Ma smettila Jen...voi ragazze vi prendete sempre colpe che non avete. Non è colpa tua! - continua a ridere, butta il cartone della pizza, vuoto, in terra e mi abbraccia strofinandomi i capelli.
-daiii.... Mi sento davvero in colpa! -dico abbandonandomi alla sua stretta confortante.
Restiamo fermi come due paguri stretti insieme per quella che mi sembra un eternità; poi mi alzo e mi risistemo i capelli.
- non prendertela per certe cose. Lui non doveva osare parlarti così e tu non devi farti film mentali perché la vita è abbastanza complicata così, ok?
Sento che mi guarda anche se il casco gli copre gli occhi.
Annuisco appoggiandomi al divano e ricambiando il sorriso confortante.
Ha un aria di casa che mi fa bene.
-hai più visto tuo padre?
La domanda mi fa calare ancora nella depressione.
-non lo vedo da due mesi. Non si è degnato di parlarmi, mandarmi un messaggio o contattarmi in qualche modo. Sembro un peso per lui.
Lui scatta in piedi e mi prende per mano trascinandomi fuori dalla sala.
-dove andiamo? - gli chiedo
-da Banner. Sono stufo di vederti triste perché lui non ha voglia di affrontare le sue paure.
Spalanca una porta, mi fa entrare e la chiude dicendo:
- per qualsiasi cosa urla e io arrivo a razzo.

È successo tutto troppo alla svelta.
Un attimo prima ero sdraiata sul divano, e ora sono in piedi in un laboratorio pieno di roba a pochi passi da mio padre.
Quando lo vedo non è solo.
Tony sta avvitando qualcosa mentre lui schiaccia i tasti di un computer con le sopracciglia aggrottate e delle occhiaie spaventose.
-papà.
I due uomini si spaventano alla mia voce.
Tony mi guarda tra l'intenerito e l'arrabbiato  ancora per ieri sera e mio padre sembra aver appena ingoiato un ala di pollo intera senza averla prima masticata.
-Ciao Jen.
TUTTO QUI!?
Faccio un respiro per mantenere la calma e mi avvicino a piccoli passi.
- non ci vediamo da un po' e così ho pensato di... cercarti per parlare..
Lui sembra non aver sentito e si gira dall'altra parte borbottando - ora sono occupato scusa- e riordinando carte.
Tony sgrana gli occhi e si avvicina alla sottoscritta.
-ti evita perché non vuole che succeda come l'ultima volta- dice scandendo molto bene le parole e guardando prima me poi mio padre che ci dà le spalle.
- cosa?- chiedo sentendomi stordita.
-Avevi cinque mesi. Tua madre se ne era andata poco prima che io arrivassi e vedessi la scena. Una casa in fiamme e Banner che cercava di calmarti. -continua scandendo le parole- Hulk è uscito senza preavviso e tu sei caduta in terra terrorizzata.
Mio padre si gira di scatto - Tony smettila.
Ma il miliardario va avanti - ti ha traumatizzata. Ecco perché ti abbiamo portata via. Sei venuta a vivere con me e Pepper fino ai due anni. Poi sai come è andata.
Questa confessione improvvisa non me la aspettavo, e mio padre tanto meno.
Si avventa su Tony urlando -Non dovevi! Ora mi odierà ancora di più.
Ma io reagisco in fretta.
Agguanto Tony per un braccio e ci nascondo dietro una barriera di Vibranio.
- no!- urlo.
Mio padre si calma e sgrana gli occhi come se si fosse risvegliato da in incubo.
-mi dispiace Jennifer... Non volevo che tu mi vedessi così... Jen..
Mi rannicchio in un angolo sopraffatta da una visione che mi fa urlare.
Vedo quello che mi ha raccontato Tony. Vedo che vengo portata via verso casa del miliardario e che una donna bionda mi accudisce. Vedo tutto buio e sento dei rumori di vetri rotti.
Ma questo è reale.
Quattro figure incappucciate rompono le finestre e portano via Tony prima che io possa fare qualsiasi cosa.
Mio padre è caduto, la mia testa ha una fitta di dolore e io urlo a pieni polmoni sopraffatta dalle visioni e dalla paura.

Sento qualcuno che mi prende per la vita e mi porta via.
Sento rumori attutiti o molto forti. Le visioni si accavallano e vedo chiaramente Tony buttato in una cella e quattro persone che lavorano su un macchinario. Vedo cartelli stradali, parecchi camion e un edificio in mattoni seminascosto nella boscaglia. Poi vedo Jim che scappa con il robot argentato. Non è contento, ma va lo stesso dove deve.
Mi risveglio urlando in una pozza di sudore.
Sono sola. Voglio qualcuno. Clint, o Nova o Peter. Qualcuno che non sia mio padre o uno sconosciuto. Andrebbe bene anche Fury ma voglio qualcuno che mi capisca a fondo.
Lancio le coperte del letto in cui sono stesa e corro davanti alla porta della persona di cui ho bisogno.
Ma è vuota.
Arranco per i corridoi, poi la testa ricomincia a fare male e io mi rassegno a piangere in terra rannicchiata. Voglio mia madre, anche se non è quella vera. Ne ho bisogno.
Ma qualcun'altro mi raccoglie da terra.
- sono un idiota. Non dovevo farti parlare con tuo padre e farti stare così. Picchiami pure. Me lo merito.
Nova mi ha alzata e mi accompagna fino alla sala ritrovo per noi ragazzi.
-non centri niente- dico tra una lacrima e l'altra.
Sono una frignona inutile. Per qualsiasi cosa piango e mi vergogno di me stessa. Ma non posso farci a meno.
-hanno portato via Tony. Dobbiamo andare a cercarlo. So dove, più o meno.
Ma le mie parole vengono bloccate da Fury che entra nella stanza, allontana Nova e si piazza davanti a me dandomi un fazzoletto.
-Raccontami con calma. Tutto. E non è colpa tua di niente, ok?
Gli racconto tutto rassegnata alle lacrime.

Andare a scuola è come ricevere un sasso nelle costole.
Mio padre mi ha chiaramente evitati questa mattina e mi ha sbattuto una porta in faccia. Peter mi ha accompagnato come al solito, ma è distrutto quanto me perché Tony è una figura importante nella sua vita e ora che l'hanno rapito si sente come indifeso.
Stamattina hanno mandato il capitano, Nat e Clint a cercarlo basandosi sulle informazioni che  ho dato e tutti e tre mi guardavano come se fossi un cucciolo indifeso e non autonomo.
In pausa pranzo crollo sulle gradinate della palestra e mi appoggio alla spalla di Peter mentre guardiamo l'allenamento di basket di Sam con Charlotte, Kathleen, Mya è Mj; la quale mi accarezza un ginocchio al corrente di tutto quello che è successo.
Non le dà fastidio il rapporto che ho con Peter, e la cosa è un sollievo per me perché so che mi capisce a fondo.
L'allenamento di iscrizione e quando sto scendendo le gradinate mi arriva un messaggio di Nova.
-Tutto bene? Hanno trovato Tony. Ora devono solo studiare un piano per portarlo via.
Anche Peter lo sapeva. Immagino che Fury avvisi prima loro.
Mj e Peter se ne vanno mentre Sam arriva in maglietta e pantaloncini molto accaldato.
Vedo che Charlotte si tiene a distanza e lui le sorride con molta fatica. Immagino non si sia risolto ancora nulla.
Mya esce dalla palestra per andare dal suo ragazzo e lascia noi quattro immobili come statue perché c'è troppo imbarazzi anche solo per parlare.
Poi mi stufo.
- ho fame. Vado a mangiare. - dico prendendo lo zaino e andando in mensa. Gli altri mi seguono senza ancora fiatare.
Sam si siede un po' troppo vicino a me.
Non avendo voglia di spostarmi però, inizio a mangiare la pasta al pesto nel menù di oggi sentendomi più sollevata al pensiero che presto riporteranno a casa Tony.
Kathleen e Charlotte vengono chiamate dalla professoressa di italiano per finire il loro progetto lasciandomi da sola con Sam.
Bene.
Imbarazzo.
TANTO.
Il ragazzo mi fissa.
-ho dei capelli orribili vero?- gli chiedo buttandoli all'indietro.
Ride scuotendo la testa.- ma no! Mi piacciono i tuoi capelli. E comunque hai visto i miei?
Perfetti, morbidi e lucenti?
Mi accorgo che abbiamo i nasi a tre centimetri di distanza e avvampo.
Non devo innamorarmi! No!  Cattiva Jen! Ecco, troppo tardi.
Ma ora ho un ALTRO  "problema". Non mi possono piacere due persone insieme no? Devo scegliere o impazzirò.
Si. Mi arrendo.
Nova o Sam?

Ritornando al centro la mia giornata fa ufficialmente schifo.
Ok, hanno fatto evadere Tony. Ok, hanno riacciuffato Jim.
Ma quando Fury entra in sala con Charlotte stretta per il polso, coperta per metà di metallo e urla -siamo in guerra! Preparatevi ad una lunga battaglia- tutte le cose positive spariscono e ci crollano addosso.

DIAMANTE: Come un avengersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora