La camera di Chaeyeong era molto graziosa e differente dal resto della casa. Una finestra al muro parallelo alla porta, un comodino color panna, una cabina-armadio di media grandezza e tantissime bambole a terra, sul letto, sulla scrivania, che superavano la quantità degli altri giochi: tutto quello che colpì Jungkook a primo impatto.
La piccola lo invitò a sedersi e prese frettolosamente due bambole che gli porse sul grembo. Kim Taehyung si era appoggiato allo stipite della porta a osservarli con le braccia incrociate. Jungkook cercava di concentrare l'attenzione sui vestini color pastello delle bamboline per far piacere a Chaeyeong, e di non farsi catturare magicamente dalla presenza di Kim Taehyung.- Sono belle, vero? - Gli chiese Chaeyeong con gli occhi sorridenti.
Jungkook le fece i complimenti perché gli erano piaciuti molto i vestitini. La bambina parve averlo subito preso in simpatia e gliene fece vedere altre. Gli rivelò il nome di tutte quante e Jungkook, che normalmente si sarebbe sentito soffocato dall'euforia di un bambino, adesso si sentiva soffocato da un nuovo sentimento più dolce e affettuoso. Ogni complimento era sincero e rivolto con un tenero sorriso sulle labbra, che alimentava sempre di più la fiducia di Chaeyeong.
Nonostante ne fossi intenerito, non potevo fare a meno di notare la profonda somiglianza col padre. Il suo naso, regolare e all'insù, e la sua bocca piena ma delicata erano tutte somiglianze sue. Grazie a quella bambina, però, cominciai a concepire l'infantilità di quell'età in un altro modo tutto differente. Ero abituato a vedere i bambini come i prossimi mostri della società, specchio di genitori che io avevo conosciuto essere orribili serpi, ma ero sul punto di ricredermi vedendo l'ingenuità di quella bambina. Non ne ero spaventato. Il mio sguardo era tenero su di lei.
- Oppa, sei simpatico, lo sai? - Rise Chaeyeong, che poi si girò in direzione del padre. - Papà, Jungkook è diventato mio amico!
Kim Taehyung le sorrise e Jungkook, che all'affermazione di Chaeyeong si era girato verso di lui, rimase colpito da quel sorriso così grande tutto per la figlia.
Chaeyeong poi si riappropriò dell'attenzione di Jungkook con altri suoi giochi, e quando quest'ultimo si rigirò nella direzione in cui prima si trovava Kim Taehyung, lui era sparito. Ne era rimasto deluso, ma l'attenzione era rivolta tutta a Chaeyeong.Kim Taehyung ospitò Jungkook per cena perché Chaeyeong aveva insistito tanto. Si era offerto di preparare lui stesso dei noodles, ma prima che potesse entrare in cucina, Taehyung gli prese una spalla e scosse la testa in segno di disapprovazione.
- Non ti ho preso per fare il governante. Siediti e aspetta la cena come Chaeyeong: stasera sei un ospite.
La sua serietà mise alle strette Jungkook, che dovette obbedire senza proferire parola. Si sentiva scosso dal tono di voce che Kim Taehyung aveva adoperato.
Tornato a sedere, Chaeyeong cominciò a parlare senza sosta, quasi fastidiosamente per Jungkook, che nel frattempo con lo sguardo studiava tutta la sala da pranzo grande quasi quanto il salotto, adiacente a esso, con un tavolo in stile francese al centro adatto a un numero di sei persone. Cominciò a chiedersi che tipo di lavoro facesse, e a immaginare il suo vissuto. D'altronde, Jungkook pensava, come poteva avere una casa così grande e una figlia essendo così giovane? Doveva pur avere un lavoro importante che lo mantenesse.
Kim Taehyung si tenne distante per tutta la cena. Soltanto Chaeyeong parlava e Jungkook le teneva il filo del discorso, un po' anche per fare bella figura col padre, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo come se non ci fosse nessuno tranne che lui. Qualche volta il suo sguardo si alzava per osservare la situazione: un'occhiata a Chaeyeong, poi una a Jungkook e di nuovo sul cibo. Questi percepiva quella distanza come inaccettabile.
Dopo una sessione di giochi, per Chaeyeong era arrivata l'ora di andare a dormire. Gliel'aveva ordinato Kim Taehyung di metterla a letto, e così Jungkook aveva ubbidito.
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❝Il destino gioca d'azzardo❞
Fanfictiontaekook | L'INQUISIZIONE DEL PREGIUDIZIO ; ─ "(...) e l'amore non si nutre di nient'altro se non di questi due principi: l'animo e la carne. La ragione si perde nella bufera del sentimento, non riconosce più alcuna via, viene offuscata e sviata, e...