«ʟᴀ ᴍɪᴀ ᴜʟᴛɪᴍᴀ ᴅᴀɴᴢᴀ» ; IX

3.8K 325 192
                                    

giorno  due "Haragei su di te"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

giorno  due
"Haragei su di te"

Kim Taehyung non sembrava imbarazzato come me, anzi avrei detto che non lo era proprio per niente, nonostante nessuno dei due avesse più parlato fino al ritorno in camera, dove entrambi ci separammo in due stanze diverse: lui a letto e io nel bagno per spogliarmi. Mi feci anche una doccia; di solito l'acqua calda e le cure che dedicavo al mio corpo mi rilassavano e allentavano la tensione, eppure quella sera fu strano. Fu strano perché non andò come previsto.
Ero teso, teso e pensieroso. Non quel tipo di tensione che mangia le ossa e fa sentire il panico dentro lo stomaco, su per l'addome. Nella mia mente scorrevano varie immagini, e tutte avevano come comune denominatore Kim Taehyung: il suo viso così vicino al mio, il suo fiato sulle mie guance, i suoi occhi, affilati e intensi sul mio corpo, le sue mani sulle mie spalle. Tutte queste seducenti immagini mi avevano a un certo punto sconsolato.
Appoggiai la fronte al muro in ceramica. Sospirai, mentre l'acqua mi scorreva addosso. La mia mano fremeva a un impulso primordiale.
Primo sintomo: il desiderio carnale, un'altra volta si era presentato e ora si era confermato. Non per forza è il desiderio sessuale a spingerci a credere di volere prepotentemente una persona, ma nel mio caso il solo desiderio di accarezzarlo, baciarlo e abbracciarlo non solo persisteva, ma veniva sorpassato e violentemente battuto in certi momenti dalla voglia di essere io ad abbandonarmi totalmente a lui. Ma come potevo desiderare così istintivamente qualcosa di così intimo con un individuo come Kim Taehyung, che per altro non aveva più tempo da perdere con ragazzini come me? Ma le immagini di lui mi annebbiarono la mente, partorirono fantasie erotiche e proibite e mi sentii frustrato, frustrato e ferito. Come per attutire quella sensazione, mi masturbai nella doccia, col corpo che formicolava dai sensi di colpa.
Non può essermi concesso, è sbagliato, è un uomo e per giunta ha una bambina a cui faccio da babysitter, continuavo a ripetermi sotto le coperte mentre osservavo Kim Taehyung dormire. Almeno sembrava ci stesse provando.
Mi sentivo il petto logorato da un pesante dolore crescente. Arrivai addirittura a dover soffocare un pianto maltrattenuto.
Perché doveva essere così sbagliato? Perché dovevo scegliere un amore sbagliato? Ma lo era sul serio? Chi lo decideva? Chi mai potrebbe pensare che sia sbagliato?
Devastato dalle lacrime mi alzai dal letto, andai a piegarmi sul corpo di Taehyung e lo abbracciai, soffocai il pianto sulla sua spalla. Nell'esatto momento, forse aspettandoselo, una mano andò ad accarezzarmi la testa. E io, deliziato da quelle dolci cure, mi distesi al suo fianco col cuore un po' più leggero. Avevo bisogno di sentirmi protetto anche da me stesso.

- Che succede, piccolo Jungkook? Perché mai piangi così improvvisamente? - Mi chiese piano, la voce che sapeva di miele.

- Non è niente... - biascicai. - Volevo chiederti, è vero che ti senti consolato dalla mia compagnia? Che ti senti bene?

La sua mano si sporse ad accarezzarmi il viso. Chiusi gli occhi sentendo le sue nocche catturarmi le lacrime, e poco a poco il mio pianto si tranquillizzava.

❝Il destino gioca d'azzardo❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora