«ғɪɴᴀʟᴍᴇɴᴛᴇ»; VIII

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giorno uno
"Locus amoenus"

C'era stata della purezza sotto tutta quella malizia

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C'era stata della purezza sotto tutta quella malizia. Jungkook ci aveva pensato e ripensato senza tregua, la mente piena di quel momento, la frase fatidica di Taehyung - una profezia? Il viaggio a Fukuoka sarebbe stato il suo percorso ascetico?
Intanto aveva scavato metri di intimità con Taehyung, si poteva ritenere soddisfatto per quella notte; una notte che trascorse a casa sua, tra l'altro, perché gli aveva vietato di rincasare brillo com'era e a quell'ora tarda, ed era risultato piuttosto irremovibile. A Jungkook toccò la camera degli ospiti; accogliente anche quella, meno decorata di quella di Taehyung ma piena e bella. Per tutta la sera la mente, che non riusciva proprio ad assopirsi, percorse ogni dettaglio della serata trascorsa con Taehyung e fantasticava sulla possibile continuazione di quell'ultimo e accidentale attimo.
Che impudenza che ho commesso, si ritrovava a pensare, la migliore della mia vita.
La mattina dopo si svegliò per primo appositamente, così da poter lasciare la casa di Taehyung senza inquietare nessuno; per l'occasione prese un foglio di carta e vi scrisse sopra svariati ringraziamenti, poi una scusa finale.

Jungkook dovette parlare con Namjoon. Il suo volto era trasognante e ansioso.
Lo fronteggiò quando entrambi si erano già vestiti dell'uniforme scolastica, gli zaini alle spalle. Quasi sulla soglia di casa, Jungkook gli impedì di aprire la porta proferendo parola.

- Hyung, parto col signor Kim la settimana prossima e non so quando tornerò.

Eccola la sua espressione: impietrita, disarmata. Lui immobile.
Jungkook congiunse la mani come un bambino consapevole della marachella.

- Sei serio? E la scuola?

- Mi occuperò io di dirlo domani al mio professore.

- E lo studio?

- Mi porterò tutti i compiti da fare.

- Ma dove te ne vai?

- In Giappone, - mormorò Jungkook.

Namjoon lo stava guardando attonito da un po'. Poi sospirò e scosse la testa. Non rispose subito.

- Non riuscirò a trattenerti, vero?

Jungkook scosse la testa.

- Avevo capito che ti stavi affezionando al signor Kim. E' da un po' che torni a casa con la testa fra le nuvole, non ti avevo mai visto così sereno e io ne sono felice, ma così all'improvviso? Ne sei sicuro?

- Ne sono sicuro, so quello che faccio.

- Potresti almeno fare attenzione a quello che senti?

Il cuore di Jungkook saltò un battito.

- E' solo un viaggio di piacere.

Namjoon annuì e aprì la porta. Non un assenso, non un cenno che fece tranquillizzare Jungkook.
Sentì di doversi sedere subito, il bracciolo del divano fu il suo appoggio. Il senso di colpa si stava ramificando, lo sapeva, lo percepiva; odiava essere consapevole che avrebbe lasciato da solo Namjoon in mezzo ai segugi per una settimana, ma almeno ne sarebbe sfuggito lui. Si consolava solo se pensava alla brevità di quel periodo, benché come consolazione fosse alquanto povera.
Entrò a scuola e non si curò di nessuno. Era distratto solo per colpa di un'unica immagine che ormai era diventata il centro dei suoi pensieri: Kim Taehyung. Sembrava esistere solo lui, ormai: il solo pensiero bastava a fargli attorcigliare lo stomaco, avvampare le guance, alienarlo dalla percezione degli spilli aguzzi dei suoi peggiori torturatori; c'era Kim Taehyung in ogni colore, dal verde speranza al rosso passione, dal bianco candido al nero enigmatico, dal giallo vivace al grigio classico; Kim Taehyung era anche nella bellezza dei fiori di ciliegio, nelle giornate soleggiate, nell'acqua cristallina del carissimo fiume Han, e nei grattacieli maestosi di tutta la grande Seoul. Per Jungkook, Kim Taehyung era speciale. Era tutto. Si creò un mondo di riflessi e riconoscimenti della sua figura, un mondo che riusciva a farlo sentire distante - non totalmente - da una realtà, da una società fin troppo amara. Kim Taehyung era lo zucchero in un amarissimo caffé, il miele che addolciva l'acido sciroppo, il sole che cacciava le nubi e il fresco vento di una giornata d'estate. Kim Taehyung era medicina e veleno, passione e rancore, desiderio e fascino. Amare e bene velle. Jungkook si era sentito dire che l'amore destinava due individui di sesso opposto, ma si chiedeva: che significava desiderare di passare intere giornate con la persona amata? Pensarla in ogni istante nella sua assenza? Volerla fare partecipe di tutte le proprie abitudini, farla entrare nel proprio piccolo e infinito mondo? Desiderare di stringerla e accarezzarla, vederla sorridere e gioire, essere motivo o spettatore della sua felicità? Che significa desiderare carnalmente e spiritualmente una persona? Amare e bene velle, desiderio sessuale e stima. Come chiamarlo? Che parolina usare? Ne sarò degno, ne saremo degni insieme?

❝Il destino gioca d'azzardo❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora