Avevo in mente una poesia per te, il dolore l'ha cancellata ; XXV

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Mi svegliai con una dolce luce entrare dalla finestra

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Mi svegliai con una dolce luce entrare dalla finestra. Il letto non era freddo come era solito essere ormai da qualche mese, ma non c'era nessuno accanto a me. Il mio corpo era scoperto dalla vita in su, quasi non mi ricordai cos'era successo. Mi ritrovai nudo, solo con l'intimo.
Mi sorressi su un gomito e mi guardai attorno, strabuzzai gli occhi e un battito sordo si propagò per tutto il petto quando mi resi conto che né Taehyung né i suoi vestiti c'erano più. Alzai lo sguardo all'orologio che segnava mezzogiorno; non riuscivo a credere di aver dormito così tanto.
Mi misi a sedere, strabuzzai di nuovo gli occhi appesantiti da una strana stanchezza. Buttai fuori un respiro più profondo, mi voltai di nuovo a guardare la stanza. Accanto a me, sul comodino, c'era una rosa bianca. Non la presi, ma rimasi a fissarla: non capivo se ci fosse davvero una rosa bianca accanto a me o se fosse un sogno. Poi la mia mano si allungò senza il mio permesso, la prese. Il pollice e l'indice si punsero con delle spine, ma l'odore di quella rigogliosa rosa era così dolce e intenso da penetrarmi fin dentro le narici.
Che scherzo era mai questo?, mi chiesi. Cominciò a battermi forte il cuore. Mi alzai dal letto, presi dei vestiti da indossare. Ero lento, come lo scandire dei secondi delle lancette di un orologio, quasi volessi tardare il momento in cui sarei morto un'altra volta. Perché a cuore pesante, col fiato bloccato nel groviglio che mi legava le corde vocali, io sentivo che, non appena varcata la soglia di camera mia, sarei inciampato un'altra volta per morire definitivamente.
E' stato un sogno?, mi chiedevo infilandomi lentamente una larga felpa gialla e bianca. E' stato un fottuto sogno? Era o no nel mio letto la scorsa notte? L'ho davvero sognato per tutto il tempo?
Mi sentivo impazzire. Traboccavo di follia.
Non appena ebbi infilato i pantaloni neri di una tuta uscii dalla mia camera con la rosa in mano e, a grandi passi, mi diressi in cucina, dove Namjoon mangiava dei biscotti seduto al tavolo, e Sadhana accanto a lui guardava un punto fisso davanti a sé, con la tazza da latte vuota. Vedendomi entrare entrambi gli sguardi si focalizzarono su di me.

Con occhi di fuoco gli mostrai la rosa. - Cos'è questa?

- Una rosa? - Sarcasticamente chiese Namjoon. I suoi occhi sembravano storditi da dietro le lenti dei suoi occhiali.

- Una rosa bianca, - sottolineai come rovente di rabbia. - Taehyung dov'è? Ditemi che non sto impazzendo sul serio, vi supplico.

- Taehyung è uscito un bel po' di ore fa, - mi rispose questa volta Sadhana. - E' uscito, è rientrato vestito completamente diverso, poi è andato in camera tua con questa rosa ed è uscito di nuovo. Mi ha detto di riferirti... Riferirti? - Alzò la testa in aria, poi annuì a se stessa. - Sì, così si dice, di riferirti che sarebbe tornato, e di non preoccuparti. E' stato molto carino, mi ha detto: "Per piacere, riferisci a Jungkook che questa volta non me ne vado, e che ritorno più tardi da lui". E' stato dolce.

Quelle parole bastarono a sbollire la mia rabbia. Mi provocarono una piacevole sensazione allo stomaco che sciolse completamente i miei nervi. In un sospiro liberatorio mi lasciai andare su una sedia. Namjoon rise tra sé e sé, e riprese a mangiare i suoi biscotti.

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