Pensai molto alle parole del professore. Lui è un adulto con molte esperienze, dovrei farmi consigliare e ascoltarlo, mi dicevo. Ero stato coraggioso ad ammettere di avere bisogno di aiuto, e io ne avevo bisogno. Il tempo per riflettere era scaduto, per me.
Mi ritrovai a chiedere aiuto a mia madre ancora una volta. Avevo bisogno di soldi, avevo bisogno del suo amore. L'uomo ha bisogno di amore.
L'avevo invitata a casa mia per una sera perché Namjoon sarebbe rimasto fuori a lavoro. Mio padre era in viaggio di affari.
Quando ci sedemmo a tavola per cenare le raccontai tutto. Tutto. Ne avevo bisogno; avevo bisogno di confidarmi con lei come non avevo mai fatto.- Kim Taehyung? Ma chi è?
Le avevo fatto vedere una foto; le avevo fatto vedere delle interviste; le avevo fatto vedere le immagini delle sue stesse opere; le avevo fatto vedere i titoli dei suoi libri. Le avevo raccontato che era il titolare di un museo a Seoul e che ne gestiva più di uno fuori dalla Corea, che era giovane ma promettente come tutti dicevano. Era vero.
Mia madre teneva tra le mani il mio cellulare e gli occhi fissi e sbigottiti sulle informazioni e immagini di internet mentre parlavo di lui col cuore in gola.- Ma come hai fatto? No, d'accordo, non ripetermelo ché è troppo lungo...
Scosse lentamente la testa; stava metabolizzando. Il suo chignon disordinato si mosse un po' a ritmo, gli occhi stanchi si erano chiusi per degli attimi di silenzio riflessivo. Sembrava così minuta sulla sedia di quella cucina.
- Ma perché non me ne hai mai parlato? - Mi chiese d'un tratto girandosi a guardarmi. Quante cose non le avevo confidato durante la mia vita.
Io, che ero in piedi dietro di lei, mi sentii in soggezione. Con pacatezza, come se avesse potuto aiutarmi ad aumentare il tempo a mia disposizione, mi sedetti sulla sedia affianco a lei con lo sguardo basso.
- Credevo che non l'avresti accettato, - parlai a voce bassa.
- Perché è un uomo? Un giovane uomo, credo... Insomma, è maschio, sicuramente. Non posso dire che io non sia abbastanza... stupita, okay? Ma... Non me ne capacito di certo, insomma... E' difficile, okay? Ti ho sempre visto con una ragazza. Non so come reagire. Dovrei proibirti di vederlo? Fra molto poco raggiungerai la maggiore età e non sarà un problema neppure quello, voglio dire... Sono solo molto preoccupata per questa differenza di età e per la tua reputazione... - mormorò all'ultimo.
Non ho una reputazione, pensavo con ribrezzo.
Annuii con una certa pesantezza. Non mi era difficile capire che mi lasciasse fare soltanto perché non sapeva come vedere la mia relazione. Probabilmente, quasi sicuramente — me lo sentivo — pensava fosse un gioco momentaneo, il capriccio di un adolescente scevro di esperienze romantiche e sessuali.
STAI LEGGENDO
❝Il destino gioca d'azzardo❞
Fanfictiontaekook | L'INQUISIZIONE DEL PREGIUDIZIO ; ─ "(...) e l'amore non si nutre di nient'altro se non di questi due principi: l'animo e la carne. La ragione si perde nella bufera del sentimento, non riconosce più alcuna via, viene offuscata e sviata, e...