La mattina dopo mi svegliai nel letto di Kim Taehyung. Il fatto mi sembrò talmente strano che ricordo di essermi messo subito a sedere col batticuore. Era un'assurda coincidenza, e non appena la sonnolenza fu via le immagini dell'accaduto della scorsa notte mi scossero ancora più forte la mente. Trovarmi al posto di Kim Taehyung, nel suo letto, tra le sue coperte, immerso nel suo calore era per me impensabile.
Quando mi voltai per controllare se fosse presente nella stanza, notai un piccolo biglietto e un piattino con dei biscotti su un vassoio. Presi il pezzo di carta e ne lessi il contenuto:"Buongiorno,
sono andato a portare Chaeyeong a scuola, dunque mentre leggi probabilmente io sarò a lavorare.
Perdonami per averti imposto di rimanere al mio fianco per tutta la notte nonostante avessi il compito di andare a scuola stamattina. Purtroppo, lo devo pur ammettere, il mio comportamento è stato penoso e scriteriato. Mi sono sentito umiliato quando stamattina ti ho ritrovato sulla mia poltrona, quando ho realizzato di averti davvero sfruttato per via del mio malessere, chiamiamolo pure così. E umiliato mi ci sono sentito anche quando ho realizzato di essermi fatto vedere da te in quello stato più che pietoso, di essermi fatto accudire come un bambino. Spero dimenticherai la serata di ieri. Per il momento fai pure come se fossi a casa tua. Non ho voluto svegliarti poiché mi sembrava doveroso farti almeno riposare, spero ti sia gradito il pensiero."Jungkook ripiegò la lettera in due e si mise il vassoio sul grembo.
Voleva dimenticare: per il momento Jungkook rimaneva il solo con il piacere di quel ricordo.
Mangiò i biscotti e, dopo aver guardato l'orologio al suo polso, mise via il vassoio e si lasciò sprofondare dalla delusione tra le coperte di quel letto. Chiuse gli occhi. Si girò su un lato, la testa abbandonata sul cuscino.C'era profumo di Taehyung ovunque su quel letto. Il cuscino aveva assorbito tutta la fragranza della sua colonia, e le coperte erano calde. Mi piacque pensare che non fossero state riscaldate dal mio corpo, ma da quello di colui che durante la notte avevano ospitato, e non appena mi concessi questo piacere la mia mente si permise di andare troppo in là con l'immaginazione. Superò i limiti del concreto; immaginavo di sfiorare i suoi delicati e pittoreschi lineamenti somatici con le dita, libere di godere della sua morbidezza, di toccare la sua pelle caramellata, di sentirne il sapore salato sulle mie labbra, di infilare poi la mano nei suoi soffici capelli per giocarci e accarezzarli fino a non sentire più i polpastrelli, e di baciare voracemente le sue labbra di un'avida passione che non conosce tregua. Nessuno avrebbe mai potuto vedere oltre la mia testa; fantasticare era davvero un piacere che poteva liberamente rimanere privato. Eppure aprii d'un tratto gli occhi e mi portai le mani al petto, ansimante e spaventato da quella passione focosa e improvvisa che destinava un individuo del mio stesso sesso, nonché famoso e stimato, e che mi aveva posseduto in quei minuti. Rendendomi conto dell'intensità di quella improvvisa passione, venni scosso da un profondo brivido e mi imposi di smetterla, di smetterla subito prima che fosse stato troppo tardi. Eppure così facendo la mia memoria mi riportava alla sera prima, a quell'atto pieno di unica dolcezza sul mio avambraccio, e le mie guance avvampavano come la fiammella iniziale che dà origine al devastante e infernale incendio.
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❝Il destino gioca d'azzardo❞
Fanfictiontaekook | L'INQUISIZIONE DEL PREGIUDIZIO ; ─ "(...) e l'amore non si nutre di nient'altro se non di questi due principi: l'animo e la carne. La ragione si perde nella bufera del sentimento, non riconosce più alcuna via, viene offuscata e sviata, e...