𝘋𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘭 𝘷𝘪𝘢 𝘢 𝘤𝘪ò 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘶𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘶𝘰𝘮𝘪𝘯𝘪 𝘴𝘪 𝘧𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 ; XVIII

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𝚉𝚒𝚘𝚗𝚐 𝚍𝚘𝚖𝚊𝚗𝚍ò: "𝙲'è 𝚞𝚗𝚊 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊 𝚍𝚊 𝚐𝚞𝚒𝚍𝚊 𝚙𝚎𝚛 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚊 𝚕'𝚞𝚖𝚊𝚗𝚒𝚝à?"
𝙸𝚕 𝙼𝚊𝚎𝚜𝚝𝚛𝚘 𝚍𝚒𝚜𝚜𝚎: "𝙴' 𝚕𝚊 𝚛𝚎𝚌𝚒𝚙𝚛𝚘𝚌𝚒𝚝à. 𝚀𝚞𝚎𝚕 𝚌𝚑𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚍𝚎𝚜𝚒𝚍𝚎𝚛𝚒 𝚙𝚎𝚛 𝚝𝚎, 𝚗𝚘𝚗 𝚏𝚊𝚛𝚕𝚘 𝚊𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚒."

(I Dialoghi, libro XV, 23)

"𝚃𝚞𝚝𝚝𝚘 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚟𝚘𝚕𝚎𝚝𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚐𝚕𝚒 𝚞𝚘𝚖𝚒𝚗𝚒 𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊𝚗𝚘 𝚊 𝚟𝚘𝚒, 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚟𝚘𝚒 𝚏𝚊𝚝𝚎𝚕𝚘 𝚊 𝚕𝚘𝚛𝚘: 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚒𝚗𝚏𝚊𝚝𝚝𝚒 è 𝚕𝚊 𝙻𝚎𝚐𝚐𝚎 𝚎𝚍 𝚒 𝙿𝚛𝚘𝚏𝚎𝚝𝚒"

(Matteo, 7, 12).

Invece vi fu una notte in cui feci una curiosa conoscenza

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Invece vi fu una notte in cui feci una curiosa conoscenza. Ero sulla via per la dimora di Taehyung, c'era così tanto silenzio che si sentivano i lampioni ronzare di elettricità. Le mie orecchie erano colme del torpore della natura. Mi dirigevo alla fermata dell'autobus con le mani nelle tasche della mia felpa, un cappuccio a coprirmi la testa e lo sguardo piuttosto perso nel vuoto, perché tutto ciò che c'era da percepire, a mio avviso, era quella tranquillità talmente astratta quanto fine che riusciva a colmare il mio senso di solitudine. Poi mi sedetti su una panchina e aspettai. Mi ci sedetti senza badare troppo alla forma, d'altronde ero l'unica presenza su quel marciapiede. Questo mi aveva inquietato molto le prime notti, ma ci avevo fatto l'abitudine prima di quanto avessi potuto pensare.
Soltanto che, quella notte, non ero davvero solo. Non mi ero accorto da subito che qualcuno si stava facendo largo tra le ombre per venire sotto il tetto di quella stessa fermata. Era stata piuttosto silenziosa quell'intromissione. Insospettito dal fruscio dei vestiti e dal rumore di un paio di tacchi, mi ero girato verso la fonte di quel rumore. Allora non seppi bene cosa pensare, il mio cuore era confuso. C'era questa ragazza, accanto a me, in piedi, che fissava la strada. Il suo volto non lo vedevo bene un po' per il buio, un po' perché era davanti a me, ma credevo di averci scorto molta malinconia. Da seduto non lo capii subito, ma era alta un po' più di me. Aveva un tubino verde addosso, molto corto, che le arrivava a metà coscia. Il suo fisico era molto piacevole, le curve tonde e perfettamente delineate, i capelli mossi fin sotto le spalle. Ci fu un istante in cui si girò verso di me. In quel momento il suo viso venne illuminato dalla luce del lampione, e potei scorgere i suoi tratti somatici, che non avevano nulla a che fare con i miei, rigorosamente coreani. Era bella. Non era sicuramente coreana. Mi stava per parlare. Il suo viso era teso, ma lei sembrava profondamente triste. I suoi occhi mi parvero luccicare di un sottile timore. Le facevo paura?

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