taekook | L'INQUISIZIONE DEL PREGIUDIZIO ;
─ "(...) e l'amore non si nutre di nient'altro se non di questi due principi: l'animo e la carne. La ragione si perde nella bufera del sentimento, non riconosce più alcuna via, viene offuscata e sviata, e...
"𝚃𝚞𝚝𝚝𝚘𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝𝚘𝚟𝚘𝚕𝚎𝚝𝚎𝚌𝚑𝚎𝚐𝚕𝚒𝚞𝚘𝚖𝚒𝚗𝚒𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊𝚗𝚘𝚊𝚟𝚘𝚒, 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎𝚟𝚘𝚒𝚏𝚊𝚝𝚎𝚕𝚘𝚊𝚕𝚘𝚛𝚘: 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊𝚒𝚗𝚏𝚊𝚝𝚝𝚒 è 𝚕𝚊𝙻𝚎𝚐𝚐𝚎𝚎𝚍𝚒𝙿𝚛𝚘𝚏𝚎𝚝𝚒"
(Matteo, 7, 12).
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Invece vi fu una notte in cui feci una curiosa conoscenza. Ero sulla via per la dimora di Taehyung, c'era così tanto silenzio che si sentivano i lampioni ronzare di elettricità. Le mie orecchie erano colme del torpore della natura. Mi dirigevo alla fermata dell'autobus con le mani nelle tasche della mia felpa, un cappuccio a coprirmi la testa e lo sguardo piuttosto perso nel vuoto, perché tutto ciò che c'era da percepire, a mio avviso, era quella tranquillità talmente astratta quanto fine che riusciva a colmare il mio senso di solitudine. Poi mi sedetti su una panchina e aspettai. Mi ci sedetti senza badare troppo alla forma, d'altronde ero l'unica presenza su quel marciapiede. Questo mi aveva inquietato molto le prime notti, ma ci avevo fatto l'abitudine prima di quanto avessi potuto pensare. Soltanto che, quella notte, non ero davvero solo. Non mi ero accorto da subito che qualcuno si stava facendo largo tra le ombre per venire sotto il tetto di quella stessa fermata. Era stata piuttosto silenziosa quell'intromissione. Insospettito dal fruscio dei vestiti e dal rumore di un paio di tacchi, mi ero girato verso la fonte di quel rumore. Allora non seppi bene cosa pensare, il mio cuore era confuso. C'era questa ragazza, accanto a me, in piedi, che fissava la strada. Il suo volto non lo vedevo bene un po' per il buio, un po' perché era davanti a me, ma credevo di averci scorto molta malinconia. Da seduto non lo capii subito, ma era alta un po' più di me. Aveva un tubino verde addosso, molto corto, che le arrivava a metà coscia. Il suo fisico era molto piacevole, le curve tonde e perfettamente delineate, i capelli mossi fin sotto le spalle. Ci fu un istante in cui si girò verso di me. In quel momento il suo viso venne illuminato dalla luce del lampione, e potei scorgere i suoi tratti somatici, che non avevano nulla a che fare con i miei, rigorosamente coreani. Era bella. Non era sicuramente coreana. Mi stava per parlare. Il suo viso era teso, ma lei sembrava profondamente triste. I suoi occhi mi parvero luccicare di un sottile timore. Le facevo paura?