2.

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Il mio primo giorno a Seattle era andato,e non avevo fatto nient'altro se non tirare i vestiti fuori la valigia e metterli nell'armadio. Volevo andare a fare un giro per vedere la città,ma ero stanca, dato il lungo viaggio,e quindi non andai da nessuna parte. Parlai un po' con Lara e la trovai una ragazza molto solare e simpatica. Si confidò con me da subito,raccontandomi del fatto che avesse una cotta per Thomas.
Io sorrisi e iniziai a darle dei consigli,anche se non conoscevo bene Thomas. Thomas mi sembrò subito un ragazzo per bene,semplice e gentile,e così si dimostrò. Io e lui parlammo molto insieme a Lara,e non potei non vedere come lei lo guardava ammaliata,così,li lasciai soli con la scusa di andare un'attimo in camera.

Quando arrivai in camera iniziai a pensare al fatto che ero arrivata da poco,neanche un giorno intero,e già mi ero affezionata a loro.

O forse,non proprio a tutti.

Travis era l'unico ragazzo che non mi parlava e non cercava di parlarmi. Mi guardava solo. Mi squadrava dalla testa ai piedi per poi guardarmi negli occhi. Era successo un paio di volte,nella serata,che avevo ricambiato lo sguardo,e sembravo a dir poco attirata da quei due occhi verdi. Non potei fare altro se non chiedermi com'era la sua voce.

Nathan invece mi aveva parlato per quasi tutta la serata chiedendomi com'era l'Italia.

Questo fu quello che feci la mia prima sera a Seattle.

La notte non dormì molto a causa del fuso orario e anche perché avevo già dormito in aereo e il pomeriggio. Così andai in cucina per farmi una camomilla o qualcosa per farmi venire un po' di sonno,dato che ero pienamente attiva e non avevo neanche un minimo di sonno.

Mentre stavo posando la tazza con il contenuto nel microonde,una voce roca mi fece sobbalzare facendomi portare una mano al petto per lo spavento. E quando mi girai rimasi impalata con la tazza in mano.

Guardai Travis con il suo pantalone della tuta e il petto nudo senza maglietta,e quasi non mi cadde la tazza dalle mani.

« Tu non sei americana,vero? » la sua voce riecheggiava in tutta la stanza,e i suoi occhi verdi mi ispezionarono. Potei vedere un piccolo sorriso apparire sulle sue labbra.

« non lo avevi ancora capito? » chiesi mettendo la tazza nel microonde e impostando i minuti per far cuocere il contenuto.

Insomma,credo che anche la signora affianco sapeva che ero di origini italiane.

« l'ho capito dal tuo accento. Non hai l'accento di un'americana. Mi è bastato sentirti parlare inglese per capire che non sei di qui » disse per poi appoggiarsi con la spalla sullo stipite della porta.

« Mi stai cordialmente dicendo che il mio inglese fa schifo? » chiesi togliendo la tazza dal microonde per poi iniziare a berla,ma mi maledissi quando mi scottai la lingua per la temperatura troppo alta della bevanda.

Lui sogghignò « No,il tuo inglese non fa schifo,anzi. È solo che si nota dall'accento » abbozzò un sorrisino malefico per poi dirigersi verso il frigo e tirare fuori una bottiglia d'acqua.

Io mi limitai ad alzare le spalle e iniziare a bere lentamente la bevanda mentre il suo sguardo era ancora posato su di me.

Stavo iniziando a spazientirmi,odiavo essere fissata in quel modo,e in quel momento ero un po' irritata dal suo modo strafottente di fare e dire le cose.

« Smettila di fissarmi. » borbottai posando la tazza vuota nel lavandino.

Lui sghignazzò « Buonanotte Abigail » disse per poi salire le scale e scomparire dalla mia visione.

Alzai gli occhi al cielo al ricordo della sua voce strafottente.

Travis era un ragazzo chiuso in se stesso,e questo si poteva dannatamente capire dalle tante volte che si chiudeva in camera sua mentre noi parlavamo e conversavamo tranquillamente. Eppure,sentivo una sorte di filo invisibile che legava me e quel ragazzo scontroso,la maggior parte delle volte.

La mattina dopo mi svegliai,per modo di dire,
visto che non riuscì a dormire molto,verso le nove. Mi diressi in cucina per fare colazione e  trovai proprio Nathan. Stava bevendo un po' d'acqua,e quando mi vide mi sorrise debolmente.

« Dormito bene? » chiese porgendomi una tazza di caffè.

« Meravigliosamente bene. Il fuso orario mi sta uccidendo. » borbottai sedendomi intorno al tavolo e iniziando a mangiare i miei biscotti con il latte.

Lui non disse niente,ma si limitò a fare un sorriso con tanto di fossette mentre scuoteva la testa.

« Buongiorno » la voce di Travis mi fece distogliere lo sguardo da Nathan per portarlo a lui.

Travis aveva una tuta nera e una maglia bianca ed era ancora mezzo addormentato.

« Ti andrebbe di fare un giro, Ab? » la voce di Nathan mi fa distogliere lo sguardo da Travis per portarlo a lui.

« Volentieri. A che ora usciamo? » 

« Che ne dici di stasera alle sette? Visto che ora devo andare a lavoro » propose e io annuí con un sorriso. Finí di bere il suo caffè e poi andò via ma non prima di avermi rivolto un sorriso gentile. Io ricambiai e lui uscì definitivamente.

Portai il mio sguardo a Travis che mi stava ignorando mentre armeggiava con il cellulare. Io alzai le spalle fregandomene del suo atteggiamento scorbutico.

Restammo così per un paio di minuti,fin quando Allyson non entrò in cucina sorridendo come una bimba di due anni quando apre i regali a Natale.

« Dio mio! Sono così contenta che tu ti sia trasferita qui! » esclamò e io sorrisi vedendo il su entusiasmo.

« Già,è fantastico » borbottò Travis alzandosi dalla sedia per poi andare in camera sua.

« Mi odia così tanto? E poi perché mi odia? Insomma,cosa gli ho fatto? Sono arrivata qui da nemmeno due giorni già mi schifa. » mormorai non capendo il suo comportamento, in quel momento,bipolare.

« Non ti odia Ab,vedrai che andrà bene » mi rassicurò lei.

Si,andrà bene

MY EYES IN YOURSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora