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                          TRAVIS

« Travis,amore ascoltami. Quando vedrai che io e papà saremo andati via con l'auto bussa il campanello tesoro,okay? »

« Perché devo stare qua fuori? E perché tu non rimani? » la mia voce è un sussurro.

« Perché non posso. »

« E perché non puoi? »

« Perché la mamma deve andare via,Travis. Ma ricorda che ti amerà per sempre,anche se sarà lontana. Ricorda che ti ha sempre amato,okay? » dice per poi darmi un bacio tra i capelli e per poi abbracciarmi.

« Ma io non voglio che vai via. » mormoro non capendo.

« Ti amo amore mio. La mamma ti ama ricordalo sempre. » disse per poi salire in macchina col papà che mi guardava con un sorriso triste e piangendo. Mi guardano un altro secondo e poi se ne vanno.

Non devo piangere,ripeto,devo essere forte, papà ha detto che se piangi non sei forte e io sono forte. Proprio come lui.

Faccio come ha detto la mamma,altrimenti poi si può arrabbiare. Anche se lei è buona e non si arrabbia quasi mai. Solo se non metto a posto i giocattoli e riduco la casa in un caos totale.

So che la mamma tornerà se le obbedisco.

Busso al campanello e un po' di secondi dopo una signora con gli occhi marroni mi guarda.

« Ciao la mamma mi ha detto che quando se ne sarebbe andata dovevo bussare. Chi sei tu? Io sono Travis,sai dove è andata la mia mamma? » la signora mi guarda con un sorriso triste prima di mettermi la sua mano davanti.

« non hai caramelle,perché hai la mano davanti a me? » la signora ride.

« Dammi la manina Travis che entriamo dentro dato che fa freddo. » dice e io stringo la sua mano.

Entriamo dentro ed il posto è ...

Mi svegliai di soprassalto madido di sudore.

« Cazzo,un'altra volta. » imprecai saltando dal letto. Mi passai una mano sulla faccia sperando che quel fottuto ricordo andasse via dalla mia mente ma era ancora lì. Ancora vivido nella mia mente e nei miei ricordi.

Mi alzai dal letto e uscii dalla mia camera per andare in bagno.

La giornata era iniziata una merda totale. Come tutte le altre.

Entrai in bagno e chiusi la porta. Mi sciacquai il viso e mi guardai allo specchio. Fissai i miei occhi verdi e provai un senso di disgusto a sapere che li avevo presi da quella che ritenevo madre.

Una madre non ti abbandona. Lei non è mai stata mia madre.

Sbuffai sentendomi ridicolo. Dovevo smetterla. Non mi importava chi fosse la mia vera madre o vero padre. La mia vita continuava. Di certo non potevo rimpiangermi su fatto che mi avesse abbandonato. Ero andato avanti pur sapendo che ero stato abbandonato e adottato, e non potevo farmi distruggere adesso che gli incubi erano tornati.

Rivivevo tutti i dannati momenti. Tutti i momenti dove i miei genitori non mi avevano abbandonato ancora.

Grugnii dal fastidio e sentendomi per la seconda volta ridicolo.

« Devo fottutamente smetterla. Ho vent'anni non posso farmi distruggere da fottuti ricordi. Non sono più un bambino. »

Il cellulare squillò e appena guardai il nome di chi mi stava chiamando sorrisi.

MY EYES IN YOURSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora