Mi svegliai tutta indolenzita. La mia mano partì da sola andando verso il petto che mi ritrovai fasciato. Andai a toccare il seno, ma dovetti subito ritirare la mano per il dolore molto forte. Mi feci sfuggire un gemito di dolore il quale fece svegliare Travis. Era il giorno dopo l'intervento, ed ero tutta indolenzita. Travis dormì con me quella notte. Quando, il giorno prima mi ero svegliata, mi stava tenendo la mano mentre mi guardava. Mi baciò subito e mi raccontò dell'incontro con quella ragazza che stava facendo le chemio. Il cibo dell'ospedale faceva schifo, e anche il dolore che provavo al seno non scherzava.
« Che succede? » si allarmò subito. Mi morsi il labbro per il dolore e poi provai a spostarmi più sopra con la schiena.
« Sta ferma piccola, ti aiuto io. » mi mise una mano sulla schiena e mi aiutò ad alzarmi meglio sul letto.
Sospirai con un groppo alla gola mentre alzavo gli occhi verso il cielo. Il mio umore era sotto terra. Trav cercava di farmi rallegrare, ma io stavo male sia fisicamente sia mentalmente.
« Ab. » scossi la testa mentre guardai la finestra. Iniziai a piangere e mi arrabbiai con me stessa. Non dovevo piangere, dovevo essere forte.
« Guardami. » mormorò ancora lui. Io lo guardai stizzita dal mio comportamento. « Cosa c'è ? Non voglio chiamarti per ogni cosa che devo fare, mi fa sentire disabile e lo odio. Non voglio che tu mi guardi così, non tu. » esclamai guardandolo ma evitando di incontrare i suoi occhi.
« Ti capisco. » disse. « No! » esclamai « Nessuno può. Tutto questo ... » indicai il mio petto. « È insostenibile. È insostenibile il fatto di vedere la pietà negli occhi della gente e anche vedervi che per ogni cosa che faccio mi guardate. Non riesco a muovere la braccia che subito sento dolore al seno. Sapevo fosse difficile, ma io... » non riuscì più a respirare. Stavo avendo un'attacco di panico.
« Guardami! Guardami Abigail! » guardai i suoi occhi verdi mentre continuavo a respirare.
« Guardami, prendi un respiro profondo e continua a guardarmi negli occhi. » continuò a dire. Io continuai a guardarlo negli occhi e quando fui calma scoppiai a piangere abbracciandolo.
« Mi dispiace se ti ho parlato in quel modo. » in quel momento ebbi la conferma del fatto che non poteva lasciarmi, perché era diventato indispensabile.
« Non mi lasciare, mai, ti prego. » continuai a mormorare con il viso nel suo collo.
Lui mi prese il viso per far sì che i nostri occhi si scontrassero. « Non ne avevo la minima intenzione. » disse guardandomi negli occhi. Lo abbracciai di nuovo mettendo la testa nel suo collo. Mentre respiravo il suo profumo, mi disse che Jennyfer l'aveva chiamato.
« Quando? » chiesi distaccandomi un'attimo per osservare il suo viso.
« Ieri. » lo guardai accigliata. « Perché non me l'hai detto ? »
Lui mi spostò una ciocca di capelli dal viso. « Stavi male, perché avrei dovuto? » feci per dire la solita frase ma lui mi interruppe parlando.
« Non dire che niente dovrà cambiare Ab, perché non può essere tutto normale. Non posso far finta di nulla, e lo sai. Neanche tu puoi far finta di nulla. Dobbiamo convivere con questa cosa finché non la supereremo, ma non dire che nulla dovrà cambiare, perché già è cambiato tutto. »
Lo guardai senza dire un parola, non sapevo cosa dire. In quel momento, mi sentì ancora più in colpa. In colpa per lui che avrebbe dovuto sopportare tutto quello. Spostai lo sguardo sulla finestra e sentì il mio umore cadere ancora sotto terra. Sapevo che non era stata quella l'intenzione di Travis, ma in quel momento mi sentì vuota e triste.
« Mi dispiace, non volevo farti rattristare piccola, ma è così. » scossi la testa come per dire che andava tutto bene. Lui aveva ragione, io avevo un tumore, e niente poteva rimanere com'era sempre stato.
« Hai ragione. È solo che non voglio che voi stiate male per me. Io ti amo Travis, non voglio che tu soffra per colpa mia. » passò un minuto di silenzio, finché con cautela, non venne a sedersi accanto a me.
« Forse non hai capito... » lo guardai negli occhi e mi sembrò di essere tornata alla prima volta che ci guardammo negli occhi. « ... questa, non è la tua di battaglia, ma è la nostra. Quello che ti ho detto a Napoli, voglio che si realizzi. Io e te, sposati, figli, nipoti, nonni e quant'altro. Intendo metterlo in atto. Tu lo vuoi? »
Lo guardai con amore. « È il mio sogno da sempre. Da quando ci siamo innamorati. » lui continuò a guardarmi con determinazione.
« Bene, quindi, vediamo di vincere e poi mettiamo in atto i nostri sogni. Insieme. » sorrisi mentre lui mi prendeva la mano. Io volevo realizzare i nostri sogni, e nessuno me l'avrebbe impedito, neanche il tumore.
Travis« Come sta Ab? » mi trovavo a casa dei miei genitori. Mio padre mia aveva chiamato per discutere di alcune cose sulla villa e riguardo al progetto.
« Alti bassi. » erano passati due giorni da quello sfogo in ospedale e aveva capito che doveva dirmi tutto quello che la tormentava. Era stato orribile vederla in quello stato. Sotto i miei occhi, aveva avuto un'attacco di panico, e mi era sentito impotente.
« Non sai quanto mi angoscia questa situazione. » la guardai non sapendo che dire. Lei era angosciata, e io? Io ero semplicemente distrutto. Non lo facevo vedere, perché senno Ab si sarebbe sentita in colpa, e non volevo, ma mi distruggeva vederla con gemiti di dolore ogni volta che provava a muoversi.
« Sai che per qualsiasi cosa puoi rivolgerti a me. Mi sono affezionata a quella ragazza. Vi siete aiutati molto a vicenda, e supererete anche questa. »
« Si, ne sono sicuro. » mormorai tra me e me.
Mio padre entró in casa salutandoci. Andò da mia mamma e le diede un bacio sulla guancia.
« Come sta Abigail? » sospirai raccontando che doveva iniziare le chemio. Mio padre sospirò levandosi la giacca.
« Qualche volta potrebbe venire a casa con sua madre e suo fratello. Ci piacerebbe conoscerli. » guardò poi mia mamma. « Non credi, tesoro? » mia mamma annuì mentre mi guardava. Aveva già capito che ero preoccupato.
« Allora... » mio padre si sedette sul divano accanto a mia mamma. « ho acquistato la villa. » mio padre sorrise insieme a mia mamma.
Aprì del tutto gli occhi e lo guardai non capendo bene.
« Davvero? » lui annuì sorridendo ancora.
« Ma... con i miei soldi vero? » mio padre alzò gli occhi al cielo.
« Questo non ti interessa adesso, sei contento? »
« Oh mio Dio... si che lo sono, papà! » mi alzai per abbracciarlo e ci abbracciammo.
« Grazie. » dissi. Lui non rispose e mi strinse più forte.
« Questo ed altro per mio figlio. »
Spazio Autrice
ho cambiato copertina, anche se ancora non mi soddisfa del tutto, ma per ora terrò questa. ❤️
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MY EYES IN YOURS
RomanceAbigail Smith è la classica ragazza semplice e per bene. Non ha peli sulla lingua,ed è sempre stata una ragazza tosta e che prende le decisioni da sola nella sua vita. È uno spirito libero. Ama fare nuove esperienze e vivere la vita a pieno. Si tr...