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Mi passai una mano tra i capelli mentre li guardavo in tutta la loro lunghezza. Avevo deciso di fare l'intervento e poi le chemio. Travis mi aveva sequestrato il cellulare per far sì che non mi informassi su casi di morte e cose così. Ero in crisi con me stessa. Cercavo di far trasparire più sicurezza possibile, ma non era vero. Avevo paura. Paura di quello che sarebbe potuto accadere. Avevo paura che per Travis potessi essere un peso e mi si stringeva il cuore ogni volta che ci pensavo. Nonostante le sue continue parole sul suo forte amore e su quanto lui volesse lottare con me, io morivo dentro ogni volta che andavamo dalla professoressa e parlavamo del maledetto tumore che avevo. La dottoressa mi disse che l'operazione si sarebbe svolta tra una settimane, e io volevo fare più cose possibili in quelle due settimane. Mia mamma stava valutando l'idea di trasferirsi qui e sinceramente, non gliel'avevo negata. Mi aveva proposto di andare a farmi visitare anche a Napoli, ma non volevo, e poi, mi fidavo molto della professoressa, girava voce che fosse una delle più brave a Seattle.

« Andiamo a Napoli. » io e Travis avevamo appena fatto l'amore. Avevo, come sempre, la testa posata sul suo petto e le nostre mani erano intrecciate.

« Vuoi andare a Napoli? » chiese mentre inizió a toccarmi i capelli.

« Vorrei andarci con te. Sei mai stato a Napoli? Abbiamo una settimana prima che io inizi le cure. Voglio sfruttarle al meglio, e voglio portarti a vedere Napoli. » sorrisi all'idea di noi due mentre camminiamo per le strade principali.

« Okay, andiamo. Sono sempre stato affascinato dall'idea di visitare Napoli, farlo con te sarà ancora più bello. » sorrisi per poi alzarmi sui gomiti per baciarlo.

« Ti amo. » lui sorrise per poi baciarmi un'altra volta.

2 giorni dopo.

« Travis, se ti permetti di mangiare la pizza con le posate giuro che ti lascio. » lui scoppiò a ridere ma io lo guardai con espressione seria.

« Non scherzo. » lui scoppiò comunque a ridere facendo ridere anche me.

Stavamo cenando in una pizzeria a Napoli. Eravamo arrivati nel pomeriggio, e dopo un sonnelino per la stanchezza, andammo subito a visitare Napoli.

Appena portó alla bocca la fetta di pizza, aprì del tutto gli occhi. Io scoppiai a ridere.

« Veniamo qui. Viviamo qui, basta ho deciso. Questa è una pizza, non quelle robe che ci sono a Seattle. » disse mentre l'addentava con piacere.

« Blah, non mi far ricordare quelle cose che sembrano fatte di plastica. » lui rise mentre il cameriere portó anche a me una pizza Margherita.

Dopo aver mangiato la pizza, chiamai il cameriere e ovviamente, parlai in italiano mentre Trav mi guardava senza capire nulla. Il ragazzo, parlando in un mezzo italiano e mezzo napoletano, fece diventare ancora di più la faccia di Travis perplessa. Quando finì di ordinare il dolce, scoppiai a ridere.

« Credo che napoletano non lo imparerò mai. » disse e io sorrisi divertita.

« Il napoletano lo può parlare solo una persona di Napoli, è una lingua a parte. » lui mi guardò mentre sorrideva.

« Ti è mancata la tua città. » disse solamente mentre mi guardava con un sorriso.

« Beh, si. Napoli è Napoli, molta gente non comprende la vera bellezza di questa città. Crede che sia solo popolata da gente cafona e truffatori, ma non è vero. Napoli è altro. È la gente che ti aiuta se non stai bene, o i bambini che giocano per la strada con il pallone, oppure la gente perbene, quelli che ti guardano senza secondo fini come rubarti la borsa che hai addosso. La criminalità c'è ovunque, non solo a Napoli, e io non sopporto quando qualcuno viene e dice che a Napoli sono tutte persone che non vogliono lavorare o che rubano. »

Mi guardó ammaliato, senza dire una parola ma poi mi prese la mano facendo intrecciare le nostre dita.

« È bello il fatto che ami così tanto la tua città. »

Sorrisi non sapendo cosa rispondere. I dessert arrivarono e quando assaggió i dolci rettificò il fatto che voleva vivere lì per sempre. Dopo aver pagato, andammo a fare una passeggiata sul lungomare di Mergellina. C'era molta gente, come al solito. Iniziammo a camminare, e mentre stavamo camminando vedemmo una band che stava suonando un brano napoletano. La canzone era romantica ed era una specie di lento. Mi fermai a guardarli mentre suonavano la melodia di quella canzone a me conosciuta. Non ricordavo il nome, ma sapevo che mi era sempre piaciuta molto. All'improvviso, due mani mi tirarono da dietro facendomi sbattere contro il suo petto. Travis mi sorrideva mentre mi teneva la mano sul suo petto e si muoveva a ritmo di quella melodia calma ma passionale allo stesso tempo. Sorrisi scuotendo la testa. 

« È così che conquistavi le tue ex? » chiesi giocosamente. 

« No, perché bastava qualche parola dolce per farle cadere ai miei piedi. » disse e io scossi la testa alzando gli occhi al cielo. 

Scossi la testa mentre alzavo gli occhi al cielo. Lui mi fece fare una giravolta e mi fece sbattere contro il suo petto. Lo guardai negli occhi con tutto l'amore possibile. Lui mise la testa nel mio collo ispirando profondamente mentre continuavamo a muoverci sotto le note di quella canzone napoletana. Non era una di quelle neomelodiche da farti vomitare, era una canzone piena di significato. Passione di Valentina Stella una delle cantanti napoletanr più conosciute. Quella canzone era sempre stata la preferita di mio padre, dato che mia mamma e mio padre la ballavano sempre. Strinsi gli occhi a quel ricordo. Travis riportò il volto dinanzi al mio e gli sorrisi scuotendo la testa come per dirgli che andava tutto bene. Lui mi tolse una ciocca di capelli che si trovava davanti agli occhi e mi sorrise. 

« Sei la donna della mia vita. L'unica che ci sarà e che c'è stata. » mi morsi il labbro per l'emozione e sentì il cuore scoppiarmi dentro. 

« E tu sei l'uomo della mia vita, sei entrato nella mia vita quando credevo che non mi sarei più fidata di nessuno. Hai fatto molto per me, Travis. » lui scosse la testa. 

« Sei tu quella che mi ha cambiato la vita, Abigail. » una lacrima mi scese e lui l'asciugò. 

« Ci sposeremo. » disse solamente e io sorrisi mentre le lacrime iniziarono a scendere. « Dopo la battaglia che ci aspetta, tra me e te nessuno potrà mai intromettersi. Te lo dico adesso, che ci troviamo qui. Ritorneremo qui, e ti chiederò di diventare la signora Davies, di diventare mia anche davanti alla legge e a tutto il mondo. » troppo emozionata per parlare mi buttai su di lui abbracciandolo e baciandolo. Una serie di applausi si sentirono. C'erano un po' di persone che ci guardavano con un sorriso. Arrossì imbarazzata mentre lui scoppiò a ridere guardandomi. 

« Ti amo. » dissi mentre guardavo quegli occhi che mi avevano fatto innamorare in poco tempo di lui. 

« Non sai quanto ti amo io. » disse con una nota di tristezza nella voce. 

In quel momento, il tumore e tutto il resto non ebbe più importanza. C'eravamo solo io e lui. Io e lui immaginando un futuro dove la tristezza non c'era, c'eravamo solo noi con la famiglia che avremo creato. 

MY EYES IN YOURSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora