War

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Canzoni per il capitolo: Rachel Platten-Fight Song

Halsey-Castle

Avril Lavigne-When You're Gone


Merda. Ho sbagliato a teletrasportarmi qui, nelle vicinanze del dormitorio femminile. Andrew è sicuramente dalla parte opposta, nel dormitorio maschile. Anche se non ne sono poi così sicura. Per progettare quell'arma dovrebbe trovarsi nell'officina, che è più o meno nei sotterranei. Per raggiungerla, però, dovrei uscire dall'Accademia e recarmi in giardino, sul retro dell'edificio. Lì c'è appunto una porta che dà accesso all'officina. Il problema, però, è che l'edificio è circondato dagli Incappucciati. Gli uomini in nero non ci metterebbero niente a farmi fuori. Devo arrivare lì senza che nessuno mi veda, nessuno deve accorgersi della mia presenza.

Lo chiamo. Risponde dopo tre squilli. «Hailey, che succede?» chiede, preoccupato.

«Dove sei?» ignoro la sua domanda.

«Nell'officina. E' successo qualcosa?» risponde.

«Non ti muovere da lì. Gli Incappucciati hanno circondato l'edificio, sto venendo a prenderti» spiego frettolosamente. Inizialmente resta in silenzio, poiché occupato a metabolizzare la notizia dell'arrivo degli Incappucciati.

«Ma non rischi di farti scoprire? Non me lo perdonerei mai se dovesse succederti qualcosa per causa mia.»

«Pensa a perfezionare l'arma, piuttosto. Non pensare a me, ci sono cose più importanti. Ma non uscire da lì, okay?È troppo rischioso» cerco di mantenere un tono di voce basso, anche i muri hanno le orecchie.

«E tu non rischi nulla, venendo qui da sola?» ribatte.

«Andrew, non incominciare. So cavarmela benissimo da sola. E adesso, devo proprio riattaccare perché sto venendo a prenderti, e tu hai qualcosa da finire» gli ricordo. Chiudo la telefonata senza lasciargli dire altro. Metto il telefono in tasca e faccio un respiro profondo.

Se solo riuscissi ad essere invisibile, potrei raggiungere Andrew più velocemente. Purtroppo, però, non ho ancora imparato quel tipo di incantesimo.

Non posso assolutamente andare fuori, il rischio che un Incappucciato mi veda è troppo alto. Devo assolutamente pensare a qualcos'altro. I condotti di areazione non mi porteranno mai nei sotterranei. I passaggi segreti portano a una marea di stanze, che però non si trovano affatto sottoterra. Non posso nemmeno attraversare i muri, figuriamoci i pavimenti. Non sono un fantasma, e nessuno è in grado di farlo. Certo, avrò pure il teletrasporto, ma chi mi dice che non sbaglierò luogo come mi è successo poco fa?

Qui nei corridoi non c'è nessuno. Sono tutti scomparsi, e mi chiedo se queste persone saranno già fuori a combattere. Scuoto la testa: a quest'ora avrei già sentito urla e lamenti.

Come vorrei che qualcuno mi indicasse la via da seguire. Ma non c'è nessuno.

Stringo fortemente il ciondolo di mia madre, come se potesse farmi sentire più vicina a lei. «Aiutami tu» sussurro chiudendo gli occhi, come se potesse sentirmi. Li riapro e vedo una specie di luce davanti ai miei occhi. Somiglia tanto ad un fuoco fatuo. La osservo meglio, cercando di capire per bene cosa sia. Allungo la mano per toccarla, ed essa subito inizia a fluttuare in avanti. Sta forse scappando da me?

No. Mi sta indicando qualcosa. Una via. La seguo, facendo sempre attenzione che nessuno mi veda. Mi conduce verso una serie di corridoi che conosco vagamente, fino a condurmi alla stanza di Marie La Vecchia. Entro dentro la sua camera e la lucina mi indica qualcos'altro. E' il letto della preside.

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