Chapter 43

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JAY'S POV

Apro svogliatamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco quello che mi circonda, mentre una semplice domanda continua a ronzarmi nella testa: Come mai questa panchina è improvvisamente così comoda?

E poi, c'è sempre stato un soffitto sopra questa panchina?

"Grazie a Dio ti sei svegliata".

Mi tiro su di scatto, spaventata dalla voce che ho appena sentito - e che non riconosco. Ma seduto ai piedi del mio letto c'è solo Barry, con i capelli tutti scompigliati e due occhiaie da far concorrenza alle mie.

"Credevo fossi andata in ipotermia e fossi finita in coma, o robe simili" continua, passandosi una mano tra i capelli - e a giudicare da quanto sono scompigliati, deve aver fatto questo gesto moltissime volte oggi.

"Ti dispiace spiegarmi di cosa stai parlando?" sbuffo, ma lui sposta lo sguardo fuori dalla finestra, tormentandosi le mani. I minuti passano, e proprio quando sto per ripetergli la mia domanda, lui si decide a parlare.

"Da quando oggi pomeriggio te ne sei andata, non sono riuscito a togliermi dalla testa le tue parole. E nonostante non ci conosciamo affatto, mi sono reso conto che ero preoccupato per te. Un'estranea a tutti gli effetti, ma comunque parte della mia famiglia."

Le sue parole mi lasciano di stucco. Sono arrivata qui meno di ventiquattr'ore fa, gli ho urlato contro, e nonostante tutto questo lui mi considera parte della sua famiglia?

Mi schiarisco la voce, sperando che basti per sciogliere il nodo che ho in gola, ma devo fare appello a tutte le mie forze per non scoppiare in lacrime.

"Le ore passavano, ma di te neanche l'ombra. Io ero sempre più preoccupato, e nonostante Rick continuasse a ripetermi di stare tranquillo e che saresti tornata, non potevo starmene con le mani in mano. Così sono uscito a cercarti. Ho girato in lungo e in largo la città, e quando finalmente ti ho trovata rannicchiata e addormentata su quella panchina vicino all'oceano, ero così sollevato che tu stessi bene che non ho avuto il coraggio di svegliarti" finalmente Barry riporta lo sguardo su di me, leggermente imbarazzato, quasi timoroso della mia reazione.

Forse crede che stia per arrabbiarmi, ma tutto quello che sento dentro di me è una sensazione di pace.

"Conosci quel detto Mai giudicare un libro dalla copertina?" gli chiedo, e lui annuisce, confuso. "Ho fatto la stessa cosa con te. Credevo che fossi un viziato presuntuoso, a cui interessa solo di sé stesso. Invece ora scopro che sei premuroso e gentile, e non mi sono mai sentita tanto meschina in vita mia."

Sulle labbra di mio cugino - dovrò abituarmi a chiamarlo così - si fa spazio un timido sorriso, talmente tenero che devo reprimere il desiderio di abbracciarlo. Mi limito ad allungare una mano e poggiarla sulla sua.

"Ti chiedo scusa, Barry. E ti ringrazio per quello che hai fatto" stavolta sono io a sorridergli, e lui fa lo stesso.

"E a me dispiace per quello che ho detto di te a Rick. Avevi ragione, non ho la più pallida idea di quello che stai passando e non dovevo permettermi di giudicare."

"Direi che siamo pari adesso" ribatto, e per un breve arrivo vedo una scintilla nei suoi occhi che mi ricorda quella di mio padre. E stavolta niente può impedire alle lacrime di uscire, lente e silenziose, come se non volessero disturbare il momento.

Ma Barry se ne accorge comunque, e prima che io possa dire qualcosa lui mi stringe forte tra le braccia. E anche se per qualcuno potrebbe sembrare un gesto insignificante, il suo abbraccio mi avvolge come una protezione, e mi fa sentire meno sola.

*****

Devo ammettere che Barry non è affatto come me l'aspettavo. Guardandolo non avrei mai immaginato che avesse un profondo amore per la scienza, né un senso dell'umorismo così spiccato. Non credevo nemmeno che potessimo diventare amici, ma sono stata smentita su tutti i fronti. Avete presente quando incontri una persona per la prima volta, e hai la sensazione di conoscerla da sempre? Ecco, è esattamente così che mi sento. È come se io e Barry fossimo cresciuti insieme, e non ho paura di nascondergli la vera me - e non è una cosa che mi è successa spesso nella vita.

"Uhm... Film preferito?" gli chiedo, prendendo una manciata di pop corn dalla ciotola. Sono ore ormai che siamo nella mia stanza, a parlare di qualsiasi cosa ci passi per la testa.

"Star Wars. Semplicemente spettacolare. Una delle saghe migliori di sempre."

Queste parole sono come un pugno nello stomaco, e mi tolgono il respiro. La mia testa viene invasa dai ricordi, e rivedo una piccola me e un piccolo Calum seduti sul divano. Avevamo tredici anni, e avevamo istituito la Settimana Stellare. Mia madre aveva imparato a fare la stessa acconciatura della principessa Leila, e David aveva costruito un blaster giocattolo per Calum. Per tutta la settimana, tornavamo da scuola e indossavamo i nostri travestimenti, e passavamo il pomeriggio in compagnia degli eroi della galassia, sognando un giorno di diventare come loro.

Negli ultimi quattro anni, nonostante le cose tra me e Calum fossero precipitate, continuavo a onorare quella settimana speciale, chiedendomi se nella casa affianco Calum stesse facendo lo stesso.

Non potrai mai chiedergli se era vero. Non saprai più niente né da lui né dagli altri. Li hai abbandonati e loro ti odiano.

Scuoto la testa per eliminare questo pensiero, anche se so che non se ne andrà mai davvero. La verità è sempre difficile da accettare.

"A cosa stai pensando?" la voce di Barry mi riporta alla realtà. E prima che possa frenare la lingua, le parole che tanto volevo tenere segrete escono fuori dalla mia bocca.

"Ai miei amici."

"Non li hai ancora chiamati da quando sei qui?" mi chiede, e io mi limito a scuotere la testa.

"Loro non sanno dove sono. E per il loro bene, è meglio che non lo sappiano."

"Ma saranno preoccupati da morire, Jay. Si staranno chiedendo se stai bene, se sei al sicuro, se sei vi..." Barry interrompe la frase a metà, lanciandomi un'occhiata preoccupata.

So cosa voleva dire. Viva. Forse lo sono all'esterno, ma dentro di me non credo di esserlo più.

"Ho scritto delle lettere per fargli sapere che sto bene. Non voglio che perdano tempo a cercarmi. Voglio che vivano la loro vita, che vadano avanti senza voltarsi indietro" dire queste parole mi lascia stremata, come se avessi appena corso una maratona. Le lacrime silenziose scendono lungo le mie guance, lentamente, scavando sulla pelle un solco che non se ne andrà più.

Barry mi stringe a sé, cullandomi piano e accarezzandomi i capelli. E per la seconda volta, il ragazzo al mio fianco mi ricorda mio padre, facendo aumentare le mie lacrime.
E mentre le parole che mio cugino ha detto poco fa continuano a rimbombarmi nella testa, una parte di me comincia a chiedersi se scappare senza lasciare traccia sia stata una buona scelta.

SPAZIO ME
Ed ecco come promesso il nuovo capitolo 😉
Cosa ne pensate di Barry? Quale pensate che sarà il suo futuro nella storia? Sono curiosa di conoscere le vostre opinioni.
Come sempre vi ringrazio per leggere questa storia nonostante i lunghi aggiornamenti, vi adoro 😘😘
Alla prossima, bacini ❤️🍬

P. S. Io Barry l'ho immaginato come il Barry Allen della serie The Flash, lo trovo troppo dolcioso 😍😍

Surprise ~ Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora