Chapter 49

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Giorno del Ballo d'inverno

JAY'S POV

"Sei più silenziosa del solito oggi" mormora Barry nel tragitto verso casa sua.

Ha ragione ovviamente. Stamattina mi sono svegliata con una strana sensazione alla bocca dello stomaco, ma non posso dire di non conoscerne la causa.

Stasera, a casa, ci sarà il Ballo d'inverno. Io, Lori e Sam avevamo programmato la giornata minuto per minuto. Io e mia madre dovevamo comprare il vestito insieme. E poi io e le mie amiche avremmo dovuto prepararci insieme per la grande serata.

Sento una morsa allo stomaco ripensando a mia madre, e a quante cose dovevamo ancora fare insieme.

E poi non posso fare a meno di chiedermi se le mie amiche faranno queste cose anche senza di me.

Chissà chi accompagnerà Calum al ballo. Lui sarà bello come al solito? Probabilmente stasera lo sarà ancora di più.

Chissà se il concerto dei ragazzi andrà bene. Canteranno quella splendida canzone che ci avevano fatto sentire in anteprima? Oppure l'avranno eliminata dalla scaletta?

Chissà se anche i miei amici staranno pensando a me in questa giornata che doveva essere speciale.

Scuoto la testa, per scacciare questi pensieri tristi. Quando me ne sono andata sapevo che mi sarei persa il ballo, ma sono partita comunque. Tutti queste se non mi sono di alcun aiuto, anzi. Ora come ora, continuare a rimuginarci sopra e piangermi addosso non cambierà niente di niente.

"È solo una giornata no, Barry" mormoro, e lui annuisce, serio.

"C'è qualcosa che posso fare?"

Certo cugino. Potresti inventare una macchina del tempo. O il teletrasporto. Lo osservo per un attimo, indecisa se dire ad alta voce i miei pensieri assurdi, ma quando vedo la sua espressione triste capisco che devo continuare a tenerli per me. Barry non ha bisogno di preoccuparsi ancora di più. È meglio per tutti cambiare argomento e distrarci un po'.

"In effetti, c'è una cosa che potresti fare" alle mie parole alza la testa di scatto, osservandomi in attesa. "Avrei davvero bisogno di una mano con fisica. Prima mi aiutava Ca..."

Il nome mi muore in gola, perché davanti a casa di mio zio c'è un SUV nero, e io ho visto abbastanza serie tv poliziesche da saper riconoscere un SUV dei federali quando lo vedo.

Io e Barry ci scambiamo un'occhiata, e ci precipitiamo in casa.

"Papà, siamo a casa!"

"Siamo tornati!"

Mio zio ci viene incontro con un'espressione seria come la morte. E io spero - anzi, prego - con tutta me stessa che non stia davvero per parlarci della morte di qualcuno. Non adesso che la scintilla della speranza che i miei genitori possano essere ancora vivi si è accesa nel mio cuore.

Prima che lui possa dire anche una sola parola, però, dalla cucina spuntano due figure che riconosco. Sono gli stessi agenti che sono venuti da me quel giorno a scuola, a comunicarmi la notizia più brutta della mia vita.

Anche le loro espressioni sono serie, e non riesco a non pensare al peggio.

"Qualcuno può dirmi cosa sta succedendo?" chiedo, la voce instabile e le mani strette intorno alla tracolla della borsa, per non far vedere a nessuno quanto stanno tremando.

I due agenti si scambiano un'occhiata, prima di fare un altro passo verso di me, senza dire una parola.

Ma io proprio non ci riesco a stare zitta in questo momento.

Surprise ~ Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora