Sanremo 2018. Che giornata di merda... o forse no? (2 parte)

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Ermal si sedette sul letto e il romano decise di seguire il suo esempio, sedendosi vicino a lui. Stettero in silenzio qualche minuto prima che l'albanese riuscisse a confessare: - Ho vomitato -

Bastarono quelle due parole per far voltare Fabrizio verso di lui, talmente velocemente che il romano temette di essersi spezzato l'osso del collo.

- Cazzo, Ermal - esclamò, appoggiandogli una mano sulla spalla e guardandolo chinare la testa.

- Già, uno schifo - pronunciò - E tu, invece? Non hai niente da rivelarmi? -

Fabrizio si morse il labbro inferiore. Nonostante avesse cercato di nascondere gli effetti provocati dall'accusa, ad Ermal non era sfuggito il suo stato d'animo.

Fu riscosso dai suoi pensieri dalla mano dell'amico che si era appoggiata sulla sua gamba e dalla sua voce che gli diceva: - Sai che siamo una squadra. Puoi raccontarmi tutto -

Moro abbassò la testa, preferendo osservare il pavimento in legno sotto ai suoi piedi piuttosto che l'amico. Sapeva che stavano affrontando insieme tutta quella merda ma non se la sentiva proprio di scaricare la sua frustrazione su Ermal.

- Mi dispiace. Non posso - scosse la testa

- So che ci stai male anche tu - l'incoraggiò - Ti fai solo del male cosi, Fab -

- Non posso - negò ancora, alzando lo sguardò su di lui.

Negli occhi scuri del romano, Ermal lesse una tale determinazione che capì che non sarebbe riuscito a cavare un ragno dal buco.

- D'accordo - s'arrese - Sei proprio testardo quando ti ci metti, lo sai? -

Fabrizio fece un lieve sorriso e, in quel momento, i loro telefoni suonarono. Li presero e si accorsero che era arrivato un messaggio da Claudio. Alle dodici, si sarebbe tenuta una conferenza stampa per discutere della loro situazione.

- Speriamo che si risolva tutto - esclamò Ermal - Non posso stare senza cantare -

- Neanch'io - concordò l'altro - Vedrai che andrà tutto bene -

Durante la riunione, i due cantanti ebbero modo di spiegare la genesi del brano. Ermal aveva risposto con la solita pacatezza alle domande postogli dai giornalisti mentre Fabrizio aveva fatto trasparire una certa dose di rabbia e dolore con le sue parole.

L'albanese ne era rimasto colpito, nonostante anche lui stesso avesse ceduto ad essi quando un giornalista gli si era avvicinato, dicendogli che sarebbe stata una macchia nel caso avessero vinto. Menomale che Fabrizio era già uscito altrimenti non immaginava cosa sarebbe potuto accadere.

Dopo essersi scusato, Ermal raggiunse Fabrizio all'esterno e provò a parlare di nuovo con lui. Niente, il cantante romano si era chiuso a riccio e aveva aperto bocca solo per rispondere ad un giornalista. Stavolta, con molta più calma e sollievo.

Anche Ermal si sentiva più sollevato e ciò gli fece pensare che il peggio l'avevano ormai passato.


Dopo esser entrati nella camera di Fabrizio - Ermal non voleva rimanere da solo -, il primo si buttò sul letto mentre l'albanese occupò il divano e tirò fuori il suo telefono. Aveva deciso che avrebbe dato un'occhiata ai suoi social, giusto per sapere come stava procedendo.

Un sorriso gli si delineò sulle labbra e pronunciò: - Fabrì... -

- Mmm... - mugugnò l'altro, gli occhi chiusi.

- Vieni a vedere -

Sentendolo cosi allegro, Fabrizio fece uno sforzo di volontà e si alzò dal letto. Si avvicinò e domandò: - Che succede? -

-Guarda - rispose Ermal, girando il telefono verso l'amico.

Il romano rimase sorpreso nello scoprire che il pubblico fuori si era schierato dalla loro parte. Certo, avevano ricevuto anche il sostegno di alcuni loro colleghi ma era diverso.

Sapere che i loro fan avevano creato un guscio attorno a loro, attraverso l'hastag IostoconMetaMoro, alleggerì l'amarezza che provava e, per la prima volta in quelle ore, un sorriso gli incurvò le labbra. Gli occhi traboccanti di felicità.

Guardandosi negli occhi, i due decisero di rispondere alle critiche. Le parole d'affetto dei fan li avevano caricati di nuova energia. Sarebbero ritornati su quel palco e avrebbero mandato a fanculo tutti coloro che avevano avuto il coraggio di definirli dei << furbetti >>, che li volevano fuori o, peggio ancora, farli esibire ma fuori gara.

- Io e te insieme contro il mondo, vero? - pronunciò Ermal, scambiandosi un'occhiata con Fabrizio e porgendogli una mano.

Nei suoi occhi, era apparsa la scintilla di che era pronto a tutto e Fabrizio rispose con la stessa energia, stringendogli la mano.

- Sarebbe meglio dire giornalisti ma si - replicò - E adesso andiamo a mangiare che sto morendo di fame - aggiunse, facendo ridere Ermal.


La mattina dopo, Ermal fu il primo a svegliarsi. Ancora intontito dal sonno - aveva dormito a malapena venti minuti -, si era infilato sotto alla doccia per prepararsi. Lui e Fabrizio avevano un'intervista a breve.

Sperando che l'amico fosse già sveglio, gli inviò un messaggio, ricordandogli dell'intervista e che si sarebbero incontrati là.

Contrariamente alle sue aspettative, Fabrizio fu svegliato dal suono del telefono. Mugugnò qualcosa prima di aprire gli occhi ed allungare un braccio, alla ricerca di quell'infernale congegno.

Lo trovò poco dopo e, sbadigliando e con una mano tra i capelli, l'accese. C'era un messaggio da parte di Ermal. Chissà che cosa voleva.

Il romano lo lesse e balzò immediatamente in piedi. Cazzo, aveva dimenticato l'intervista!

Si fiondò in bagno per una doccia veloce e recuperò una maglietta e un paio di jeans. Se l'infilò talmente in fretta che, passando davanti allo specchio, si accorse di aver messo la maglietta alla rovescia.

Dopo essersi sistemato, prese gli ormai abituali occhiali scuri, i chewing gum, il telefono e la chiave della sua stanza ed uscì.





Fabrizio Moro - Raccolta di storieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora