La prima chitarra

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Fabrizio Moro ricordava perfettamente la prima volta che aveva tenuto in mano una chitarra. Allora, era solo un dodicenne molto chiuso e timido con molte difficoltà a relazionarsi con i ragazzi della sua età e ad esprimersi. Ma le cose cambiarono quando suo zio Vittorio gli chiese di riordinare la cantina...

Era una giornata piovosa e Fabrizio, seduto al tavolo del salotto, guardava fuori dalla finestra con sguardo annoiato e assonnato. La pioggia gli metteva addosso una tristezza e un'apatia incredibile. Preferiva di gran lunga le giornate soleggiate quando poteva uscire a giocare nel parco vicino casa con Filippo e Romina.

Sbuffò, decidendo di riportare gli occhi sul libro d'inglese, una delle materie in cui aveva più difficoltà. A dir la verità, era proprio negato.

Sbuffò un'altra volta, attirando questa volta l'attenzione dello zio Vittorio, intento a leggere il giornale.

- Che succede, piccolo? - gli domandò l'uomo, posandolo da una parte.

- Non ci capisco niente di inglese – rispose il dodicenne, chiudendo il libro – E questo tempo non m'aiuta – aggiunse, imbronciandosi.

Sul volto dell'uomo comparve un lieve sorriso. Adorava davvero tanto quel suo nipotino cosi timido ma con un cuore grande come una casa e leale con le persone che amava.

- E se ti trovassi qualcosa da fare? - chiese Vittorio, cercando di risollevargli l'umore.

- Del tipo? - replicò Fabrizio, alzando lo sguardo.

- Bè, la cantina ha bisogno di una pulita – rispose, guardando il dodicenne - Ti va? -

Gli occhi del ragazzino s'illuminarono e annuii con la testa. Qualsiasi cosa sarebbe stata migliore dello studiare quella lingua maledetta che era l'inglese.

- Vai allora. Magari trovi qualcosa di bello – diede il permesso l'uomo, sorridendo.

- Corro. Grazie, zio -

Il sorriso di Vittorio s'allargò ancora di più nel vedere il nipote sfrecciare come una saetta fino alle scale che portavano in cantina.

Fabrizio premette l'interruttore della luce e iniziò a scendere i gradini. Arrivato in fondo, si guardò intorno.

Certo che era piena di oggetti quella cantina: un portabottiglie in legno correva lungo la parete; in un angolo, diversi scatoloni e una lavatrice. Su una parete, un quadro elettrico.

Ma la cosa che attirò di più l'attenzione di Fabrizio fu una chitarra, appoggiata contro uno scatolone.

Seguendo l'istinto, si avvicinò, notando solo in quel momento quanto fosse ricoperta di polvere. Evidentemente, era lì sotto da tanto tempo.

Appena la prese in mano, si sentì stranamente bene. Come se avesse trovato un tesoro, come se si sentisse completo e nel posto giusto.

Fabrizio Moro - Raccolta di storieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora