Benvenuta, Romina Mobrici

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Fabrizio Moro, seduto su una delle sedie dell'ospedale, guardava a terra mentre muoveva una gamba avanti e indietro, agitato.

Alzò gli occhi sulla porta di fronte a lui. Sapeva che lì dentro, oltre ai medici e ai infermieri, erano presenti anche mamma e papà. Come era a conoscenza che la madre avrebbe finalmente dato alla luce un nuovo fratellino o una sorellina.

Fabrizio sorrise. Non vedeva l'ora di abbracciare il nascituro e sperava che fosse una femmina. Un fratellino pestifero come Filippo gli bastava. Nonostante avesse solo tre anni, era un bambino davvero vivace e aveva finito per rompere tutti del fratello maggiore. Solo Jeeg Robot, comprato da sua madre, si era salvato, dato che lo riponeva sempre nella scatola.

Un urlo seguito subito dopo da un vagito riscosse Fabrizio dai suoi pensieri e balzò in piedi, gli occhi lucidi di felicità. In quel momento, vide suo padre uscire dalla stanza con un camice verde addosso e teneva tra le braccia un fagottino rosa.

- Papà...- pronunciò il bambino – E'...-

- Si, è una femmina – sorrise l'uomo, anche lui con le iridi luccicanti anche se non lo diede a vedere.

- Posso? - domandò Fabrizio, speranzoso e allungando le braccine.

Moriva dalla voglia di prendere in braccio la sua sorellina ma il suo entusiasmo calò alle parole del padre.

- Adesso no, piccolo. Devono prima lavarla e sistemarla -

- Oh –

L'espressione di Fabrizio diventò triste e il padre, abbassandosi alla sua altezza, gli posò una mano sulla testa.

- Quando la porteranno da tua madre per darle da mangiare, potrai tenerla, va bene? -

Il figlio rialzò la testa e annuii, un sorriso sul volto.



Dovette aspettare un paio d'ore prima di poter realizzare il suo desiderio e l'aveva fatto seduto su una sedia al fianco del letto dove si trovava mamma, la testa appoggiata sul materasso.

La donna era molto stanca ma aveva un sorriso luminoso in viso mentre accarezzava la capigliatura del primogenito.

- Mamma...-

- Si, tesoro? -

- Secondo te quando la porteranno? -

La donna non ebbe il tempo di rispondere che la porta della stanza si aprì, rivelando la figura di Franco con in braccio la piccola che piangeva. L'uomo l'appoggiò sul ventre della madre che disse: - Ma ciao piccola. Come sei bella -

Non appena sentì la voce della mamma, la neonata si calmò e si aprì in un sorriso.

Fabrizio, che si era tirato su di scatto, rimase folgorato da quella visione bellissima. Talmente tanto che si riprese solo quando Marisa gli chiese se voleva prenderla. Deglutendo, terrorizzato ed emozionato, il piccolo annui e, con l'aiuto dei genitori, si sistemò la sorellina tra le braccia.

- Ciao, piccola. Io sono Fabrizio, il tuo fratellone - sussurrò con voce dolce e gli occhi lucidi.

La piccola aprì gli occhi e, in quel momento, guardando quelle iridi castane, Fabrizio capì che ci sarebbe sempre stato per quella piccoletta.

Fabrizio Moro - Raccolta di storieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora