Lisbona. Fabrizio sta male

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Quella mattina, Fabrizio Moro si sentiva veramente a pezzi. La gola gli pizzicava da morire, aveva un mal di testa allucinante e continui brividi di freddo percorrevano il suo corpo, togliendogli le forze.

Nonostante tremasse da capo a piedi, il romano scostò le lenzuola, accaldato. Poteva sentire il sudore che gli colava dalla fronte.

Sbuffò, tossendo subito dopo. Possibile che tra tutti i momenti avesse deciso di ammalarsi proprio due giorni prima della prova sua e di Ermal sul palco dell'Eurovision?

Come se fosse stato chiamato dai suoi pensieri, Ermal decise di bussare alla sua porta proprio in quel momento, chiamandolo a gran voce. Fabrizio non aveva la forza di alzarsi da quel letto e rimase lì, disteso, gli occhi chiusi e la testa che gli martellava.


Quando l'amico non rispose, Ermal si preoccupò. Possibile che stesse ancora dormendo?

D'accordo, erano rientrati tardi la sera precedente però erano già le undici passate.

- Fabrì - provò ancora, non ottenendo risposta.

Stava per tirare fuori la chiave magnetica della stanza di Fabrizio quando quest'ultimo gli venne ad aprire, stringendosi in una coperta. Le prime cose che l'albanese notò furono il volto pallido dell'amico e i suoi occhi scuri lucidi e rossi. Sembrava stesse facendo uno sforzo enorme nel rimanere in piedi di fronte a lui ed Ermal capì subito che qualcosa non andava.

- Ehi, ti senti bene? -

- No. Mi sento uno schifo – ammise il romano, la voce ancora più rauca del normale.

Preoccupato, Ermal gli posò una mano sulla fronte ed esclamò: - Ma tu scotti. Dovresti tornare a letto, Fabri -

Fabrizio non se lo fece ripetere due volte: con le ossa doloranti e le gambe che sembravano di gelatina, si diresse verso il letto e si stese, rannicchiandosi sotto alla coperta. Senza dire una parola, l'albanese si diresse verso il bagno e recuperò un asciugamano. Dopo averlo bagnato, tornò dal suo compare, appoggiandoglielo sulla fronte bollente.

Fabrizio emise un sospiro di sollievo e bisbigliò: - Grazie - prima di chiudere gli occhi.

- Figurati – rispose Ermal, accomodandosi su una poltrona lì vicino.

In quel momento, l'unica cosa di cui gli importava era la salute di Fabrizio. Probabilmente, la sua febbre era dovuta dalla stanchezza e dallo stress di quei giorni. Anche lui era nervoso e dormiva poco.Anzi, non dormiva affatto. Non era da tutti poter salire su un palco così importante come quello dell'Eurovision.

- Non dovresti rimanere qua – la voce di Fabrizio lo riscosse dai suoi pensieri – Non vorrei contagiarti -

Ermal sorrise mentre portava una mano a spostare un ciuffo ribelle dalla fronte dell'amico, sentendo l'asciugamano asciutto. Fabrizio rimaneva sempre lo stesso: si preoccupava più degli altri che di sé stesso.

-Non preoccuparti e riposati – disse, alzandosi – Torno subito -

Dopo aver effettuato il cambio, Ermal guardò il volto pallido di Fabrizio: gli occhi chiusi, le labbra leggermente dischiuse, il sudore che gli imperlava la pelle e le occhiaie sempre più marcate. Doveva assolutamente fare qualcosa.

-Vado a comprarti qualche medicinale – l'avvertì - Tu riposati e non ti muovere -

-E dove vuoi che vada? - commentò Fabrizio, suscitando una risatina di Meta.

Dopo aver recuperato il giubbetto e dato un'ultima occhiata al romano, l'albanese uscì, rientrando nella stanza dell'amico un'oretta dopo con una busta della farmacia tra le mani. Sorrise notando che il romano stava dormendo profondamente. Anche perché dubitava che avesse le forze per fare qualsiasi cosa.

Si avvicinò e posò la busta sopra al comodino. Mentre controllava l'asciugamano, il cantautore mise una mano sulla fronte dell'amico. Era meno caldo di prima e Meta sospirò di sollievo, andando in bagno per bagnare l'asciugamano.

Quando lo posò sulla fronte di Fabrizio, quest'ultimo aprì gli occhi e mormorò: - Ermal...-

-Sono qui, Fabri. Tranquillo – gli rispose, sorridendogli e lasciandogli una carezza.

Fabrizio Moro - Raccolta di storieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora