Capitolo 1

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L'Inazuma Japan aveva vinto. Avevano tutti deciso di festeggiare a casa. Mark era riuscito a convincere tutti, anche Jude. Le managers cucinarono davvero tanto, cosa che fece molto felice Jack.
-Mangiate tutto, mi raccomando!- disse severa Nelly e i ragazzi annuirono. Cammy servì il budino alle carote a Hurley, così da farlo mangiare. Il ragazzo amava il budino che gli faceva la ragazza.
-Che idioti- sbuffò Caleb vedendo come Jack e il rosa litigassero per il budino.
-Parla per te- lo riprese Jude.
-Ma sta zitto moscone-
-Quando imparerai a non dire sempre ciò che pensi ananas-
-Come cazzo mi hai chiamato?!- sbottò il castano alzandosi in piedi di scatto e sbattendo le mani con forza sul tavolo.
-Ragazzi- li chiamò l'allenatore Travis entrando -ho una notizia per voi-
-Quale mister?- chiese Mark curioso.
-Dopo aver parlato con le managers, mi hanno convinto a premiarvi per la vittoria. Quindi ho deciso che andrete, per chi vuole, in vacanza. Potete portare chiunque vogliate. Starete via ben due mesi. Mesi in cui potrere fare ciò che volete. Fatemi sapere chi vuole andare entro domani, e anche chi porterete, se porterete qualcuno. Partirete tra tre giorni. Buona serata- disse e se ne andò. Tutti si lanciarono varie occhiate.
-Una vacanza? Come premio? Wow, direi che ce la siamo meritata- commentò Mark allegro.
-Chi ha intenzione di venire?- chiese Nathan.
-Io!- dissero in coro Mark, Axel, Jude, Shawn, Xavier e David.
-Gli altri?- chiese Mark.
-Non so. Devo decidere- disse solamente Caleb.
-Noi avevamo già in mente di tornare subito a casa- disse Kevin a nome di Hurley, Jack, Thor, Austin, Darren, Archer e Scott.
-Quindi partiamo solo noi?- chiese Nathan.
-A quanto pare sì. Chi possiamo invitare?-
-Io parlerò con Jordy, Gazelle e Torch. Quindi verranno probabilmente anche Byron e Henry- spiegò Xavier.
-Va bene. Poi? Io chiederò a Paolo- continuò il discorso Mark.
-Noi chiediamo a Joe- disse David parlando anche a nome di Jude.
-Perfetto! Più siamo meglio è!- commentò allegro il capitano.

Il giorno dopo i ragazzi andarono ad avvertire il mister che sarebbero andati volentieri in vacanza. Tra loro c'era anche Caleb, che aveva deciso che una vacanza la meritava. Travis s'informò anche su chi sarebbero stati i ragazzi invitati, poi li fece andar via iniziando a preparare quella vacanza. I ragazzi stavano già pensando a quanto sarebbe stata bella e a quanto si sarebbero divertiti. Ma non tutti sono fortunati. Si stavano andando ad allenare quando Celia e Nelly gli andarono in contro con una delle facce devastate.
-Caleb... È arrivata questa per te... Ci hanno spiegato anche di che parla...- sussurrò la ragazza rossa/castana abbassando lo sguardo e porgendo una lettera al castano che la guardava confusa. Prese la lettera e l'aprì mentre tutta la squadra li raggiungeva. Lesse piano, finché non iniziò a tremare, stringendo di più la lettera tra le mani. Quando finì tremava peggio di una foglia, gli occhi lugidi e la mascella serrata.
-Caleb, tutto bene?- chiese Mark vedendo che il ragazzo non si muoveva.
-Caleb?- provò Nathan. Niente. Silenzio.
-Caleb che c'è scritto?- chiese Jude, ma il castano lasciò cadere la lettera e corse nuovamente dentro casa. Mark la raccolse e lesse.
-O mio dio...- sussurrò leggendo.
-Che c'è scritto?- chiese Axel.
-Il padre di Caleb ha ucciso sua moglio, cioè la madre di Caleb. Spiega che non c'è stato niente da fare e che è morta mentre veniva picchiata per l'ennesima volta dal marito ubriaco fradicio, che ora è stato portato in prigione con la pena di morte. Caleb ora non ha più nessuno- spiegò Mark con la voce bassa per lo stupore. I ragazzi sgranarono gli occhi. Il castano era praticamente rimasto orfano.
-Dovete andare da lui- commentò Celia -ora ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto e, anche se non è proprio vostro amico, è un vostro compagno di squadra-
Tutti annuirono. Andarono in casa e si diressero nella camera del ragazzo. La trovarono completamente devastata. Il materasso buttato all'aria. L'armadio a terra. La finestra rotta. Caleb era in un angolo, in posizione fetale, con la testa tra le mani. Piangeva mentre del sangue gli scendeva piano da tutte le braccia. I ragazzi erano come paralizzati. Non avevano mai visto Caleb piangere né tantomeno arrivare a tal punto da sfasciare tutto.
-Non è vero...non è vero...non è vero...- si continuava a ripetere con voce bassa e rotta dai singhiozzi. Il primo a riprendersi fu Jude che andò in bagno e prese delle bende e del disinfettante, per poi usarli sulle braccia sanguinanti e piene di tagli del ragazzo. Gli altri si avvicinarono ai due, tranne Axel e David che rimisero a posto il materasso e l'armadio. Poi Mark e Nathan aiutarono il punk ad alzarsi e a sedersi sul letto. Era distrutto e si vedeva. Passarono tutta la giornata con lui evitando più volte che si tagliasse con il primo oggetto tagliente che gli capitava a tiro. La sera decisero che qualcuno sarebbe dovuto rimanere con lui tutta la notte per controllarlo. Mark stava per offrirsi volontario, ma Jude fu più veloce.
-Resto io. Voi intanto andate a mangiare, io vedo se riesco a far venire anche Caleb- disse e tutti annuirono e uscirono. Il rasta si voltò verso il compagno che stava ancora piangendo e sospirò. Gli ricordava Celia in un certo senso. Quando avevano capito che i loro genitori erano morti. Stava davvero male.
-Caleb, scendiamo? Devi mangiare un po- disse l'occhialuto non ricevendo, però, risposta. Gli prese il polso e lo fece alzare. Il castano non oppose resistenza e si fece trascinare fino alla mensa/cucina. Caleb, senza dire niente, si sedette lontano da tutti e si isolò. Ma Jude, testardo com'era, non volette lasciarlo solo e andò accanto a lui. Anche Mark e Axel si spostarono andando dai due. Ma Caleb non sembrò accorgersene. Fissava il cibo che aveva davanti, senza però mangiar nulla. Aveva lo sguardo perso. Aveva smesso di piangere, senza neanche sapere come. Pensava a sua madre. Non riusciva a crederci. Non voleva crederci. Si sentiva abbandonato. Odiava con tutto il cuore suo padre. Lo odiava davvero tanto. Con quei pensieri per la testa si alzò e fece per andarsene, ma i ragazzi lo bloccarono.
-Caleb non hai toccato cibo-
-Non ho fame...- sussurrò piano il ragazzo, ignorando se i suoi compagni sentissero o meno la risposta. Andò in camera sua e Jude lo seguì. Voleva evitare un tentato suicidio da parte del ragazzo. Il castano non disse niente quando vide Jude entrare in camera sua senza accennare a volersene andare. Si cambiò, restando in boxer e canottiera, e si mise a letto dando le spalle al rasta che stava seduto su una sedia. Caleb si addormentò molto tardi, ma quel leggero sonno non sarebbe durato.

Vacanza da PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora