Capitolo 28

1.7K 106 3
                                    

-Tu resti qui. Fine- sbottò per l'ennesima volta Jude. I ragazzi stavano cercando di convincere Caleb a restare lì a riposarsi, dato che aveva la febbre non tanto bassa.
-Te lo scordi-
-Cal, fratello caro, ti devo ricordare cos'è successo l'ultima volta che hai fatto così? Sei svenuto a scuola baka. Quindi di qui non ti muovi-
-E che dovrei fare qui? Girarmi i pollici?-
-Sì. Resti qui e Jude ti tiene compagnia, visto che non può camminare- disse Shawn.
-Ma non resterete da soli insieme- aggiunse Martina ripensando a cos'era accaduto la sera prima.
-Vi odio- borbottò Caleb sedendosi con la schiena contro un tronco.
-Dai fratellone, io, Jude e Shawn restiamo a tenerti compagnia, vero?-
I due chiamati in causa annuirono.
-E va bene- sbuffò Caleb alla fine. Si mise le braccia dietro alla testa, chiudendo gli occhi. Gli altri andarono a raccogliere altra legna, del cibo e nuovamente alla ricerca di acqua. Jude si sedette accanto a Caleb, poggiando la testa sulla sua spalla. Martina si arrampicò su un albero, appendendosi al ramo con le gambe e stando a testa in giù. Shawn si guardò intorno, per capire se ci fosse qualcosa di interessante da fare.
-Una casa sull'albero- disse dopo un po Caleb, lasciando gli altri perplessi.
-Se dobbiamo restare qui per un po di tempo, dovremmo avere un posto in cui stare, no? Dormire a terra, nel bel mezzo di una foresta non è proprio il massimo, no?-
-E come vorresti costruirla?-
-Poco distante da qui ho visto una grotta. Potremmo prendere delle stalattiti e stalagmiti da utilizzare a mo di chiodi. Il legno qui non manca. Con qualche roccia più pesante potremmo martellare le stalattiti e stalagmiti nel legno, per costruire- spiegò il castano.
-Come quando la costruisti nel bosco vicino casa- commentò Martina pensierosa.
-Sì, solo senza chiodi veri-
-Si potrebbe fare- borbottò Jude -Ma non credo che arrampicarci ogni volta sia comodo-
-Con qualche asse ci creiamo una scaletta-
-Il legno come lo tagliamo?- chiese Shawn, confuso. Caleb, in risposta, tirò fuori dalla tasca un coltellino.
-Con questo intagliamo i bastoncini che si trovano in giro per fare un manico, poi si scheggiano le pietre per fare una sorta di ascia-
-Manco fossimo dei primitivi- commentò Martina mettendosi dritta sul ramo.
-Va bene, ne parleremo con gli altri e ci organizzeremo- disse Jude. Caleb aprì un occhio, solo per vedere il suo piccolo appoggiato su di lui. Gli occhialini li aveva ancora al collo, e quindi il rasta aveva in bella vista i suoi occhi sangue. Caleb si levò in braccio da dietro alla testa, in modo da poter coccolare Jude. Aveva i capelli sciolti dalla sera prima, visto che il castano si era preso il suo elastico e se l'era messo a braccialetto intorno al polso per non farglieli legare. A quanto pare Caleb aveva deciso di fottetergli tutto ciò che aveva per vederlo così.
-Ho sonno- disse Martina sbadigliando.
-Dormi-
-Grazie Caleb, sei un genio guarda-
La ragazza si stese sul ramo, chiudendo gli occhi.

Caleb si alzò piano, attento a non svegliare nessuno. Alla fine anche Jude e Shawn si erano addormentati. Il castano aveva sentito un rumore e stava andando piano verso esso. Aveva la pistola con se. Jude non l'aveva vista la sera prima, ma era legata all'interno della felpa del castano. La estrasse piano, e avanzò. Dietro a qualche pianta, c'era quel mostro. Sembrava non averlo notato, ma era troppo vicino alla loro base provvisoria. Tornò indietro e svegliò i tre bell'addormentati.
-Che succede Cal?- chiese Martina sbadigliando.
-Succede che dobbiamo andarcene- rispose il castano rimettendo nella felpa la sua FN Five-seven ed estraendo il coltellino. Sull'albero incise qualcosa.
-Su, venite- disse poi allontanandosi. I tre lo seguirono confusi, qualcuno con un po di fatica a causa di dolore al culo.
-Caleb, ci spieghi che succede?- chiese Jude.
-Oh niente, solo che quel bel mostro di nostra conoscenza era poco distante da noi. Non potevamo aspettare gli altri, sembrava prepararsi ad attaccarci-
-Come l'hai visto?- chiese Shawn.
-Avevo sentito un rumore e sono andato a controllare, e l'ho visto. Ma lui a me non mi ha notato- spiegò continuando a camminare.
-Ma adesso gli altri come faranno?- chiese Martina.
-Nel legno ho intagliato la direzione in cui stiamo andando. Dobbiamo solo sperare che quella creatura non sappia leggere-
-E, tanto per sapere, dov'è che stiamo andando?- chiese Jude.
-Oh, hai presente quella grotta poco distante dal punto in cui ti ho inculato?-
Il rasta avvampò, annuendo. Aveva capito dove stavano andando. Arrivarono davanti alla grotta, e Caleb fece segno di star fermi.
-Controllo che non sia abitata- disse entrando. Jude avrebbe voluto seguirlo. Quell'idiota del suo ragazzo aveva la febbre e, invece che riposare, faceva di più di quanto facesse quando stava bene. Ma sapeva che seguendolo l'avrebbe solo fatto arrabbiare, e armato com'era, forse era meglio lasciarlo tranquillo. Il castano tornò poco dopo, facendo cenno di entrare. La grotta era molto spaziosa e, come aveva detto prima Caleb, piena di stalattiti e stalagmiti.
-Ora che si fa? Aspettiamo, sperando che siano tutti vivi?- chiese Martina scettica. Non le sembrava ottimo come piano.
-Ci tocca- rispose semplicemente Caleb. La ragazza sospirò e andò a stendersi lontana da tutti. Era stanca nonostante avesse dormito prima. Colpa della nottata passata in bianco. Anche Shawn provò a riposare. Caleb si sedette lontano da tutti, e Jude lo raggiunse. Il castano, prima che potesse sedersi, lo attirò a se facendolo stare tra le sue gambe. Iniziò a coccolarlo un po, pensando stesse dormendo, ma poi parlò.
-Dovresti riposare anche tu Caleb. Pensi che non mi sia accorto che tutta la nottata di ieri l'hai passata sveglio? E neanche prima hai dormito-
Il castano si irrigidì e iniziò a guardare tutto tranne che il suo ragazzo.
-Caleb?-
-No... Non voglio dormire...-
Caleb si morse il labbro quando Jude si staccò dall'abbraccio girandosi, per poterlo guardare negli occhi.
-Perché?-
Caleb non sapeva che dire. Non aveva mai detto a nessuno quella cosa, neanche a sua sorella. Se ne vergognava. Ma Jude non l'avrebbe mai giudicato... No?
-Quando mia madre finiva in ospedale per via delle ferite causatele da mio padre ed io avevo la febbre, se dormivo facevo incubi orribili... Capitava sempre se stavo male e mia madre non c'era... Non oso neanche immaginare che cazzo mi sognerò ora che è morta e ho la febbre-
Jude lo guardò intenerito, prima di abbracciarlo. Caleb nascose il volto nell'incavo del suo collo, ispirando profondamente per sentire il suo odore.
-Non ti fa bene star sveglio. Dormi. Se vedo che stai avendo un incubo ti sveglio, promesso. Ma riposati, o starai peggio-
Il castano sospirò, annuendo piano. Si stese a terra tenendo Jude sul suo petto, facendolo arrossire. Si mise un braccio dietro alla testa mentre con l'altro teneva stretto a se il suo piccolo.
-Bravo- disse il rasta baciandolo. Caleb alzò gli occhi al cielo, prima di chiudere gli occhi e addormentarsi, così come Jude.

Vacanza da PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora