Capitolo 4

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Martina era scesa e se n'era andata salutando con un cenno di mano. Era rimasta qualche minuto in camera con suo fratello e fine. Gli altri non capivano perché era stata così veloce. Pensavano stesse più tempo col fratello, invece qualcuno doveva nuovamente passare la notte con Caleb per controllarlo. Avrebbero fatto così fino al giorno della vacanza, visto che stavano in un hotel con camere a coppia. Jude si propose nuovamente, e solo David capì il vero motivo. Il rasta salì con gli altri. Ognuno andò nella propria stanza e Jude non fu da meno. Si cambiò, mettendosi una canottiera bianca e dei pantaloncini grigi. Lasciò lì il mantello e andò nella camera di Caleb.
-Pensavo non arrivassi più- commentò Caleb appena sentì la porta aprirsi.
-Pensavi o speravi?-
-Entrambe. Sapevo che non mi lascerete solo neanche una notte dopo l'altra volta-
-Ti eri tagliato ovunque col vetro-
-Tks, e allora? Come se ve ne fregasse davvero qualcosa. Voi non volete semplicemente una morte sulla coscienza-
-Pensi davvero questo di noi idiota? Non siano mica tutti come...- sbottò Jude ma si bloccò.
-Come me?- chiese acidamente Caleb. Il rasta non rispose.
-C'è chi tiene davvero a te, e tu neanche lo capisci-
-E chi? Sentiamo-
-Mark tiene a te-
-Lui tiene a tutti-
-Shawn anche-
-Lui tiene a me, è vero. E sa anche molto di me. Ma poi? Su, voglio vedere che t'inventi. Tutti gli altri non mi sopportano-
-Io tengo a te- disse Jude stupendo il castano.
-Litighiamo sempre-
-Questo non vuol dire che non ci tengo-
Caleb abbassò lo sguardo, non sapendo che dire.
-E anche le nostre managers tengono a te. Quindi smettila di fare l'idiota-
Caleb si mise sotto le coperte voltandogli le spalle e lasciandogli il posto. Forse Jude aveva ragione, anche se non l'avrebbe mai ammesso. Il rasta sospirò, prima di stendersi nel letto con lui. Ripensò alla nottata prima. Erano esattamente nella stessa posizione, stessi sentimenti dalla sua parte. Ormai il rasta aveva già accettato il fatto di essersi infatuato del punk, ma ci aveva rinunciato in partenza. A malapena riusciva ad essere suo amico, come poteva sperare in qualcosa di più? Il problema vero era che stando così vicino a lui, il suo compare più in basso si drizzava. Fortuna che Caleb gli dava le spalle!
Decise che dormire era la scelta migliore in quel momento, quindi chiuse gli occhi e si abbandonò alle braccia di Morfeo.

-Jude...- sussurrò Caleb scuotendo leggermente il rasta che aprì piano gli occhi.
-Un altro incubo?- sussurrò lui a sua volta, mettendosi a sedere.
-Sì, ma non ti ho svegliato per questo...-
-Che c'è allora?- chiese il rasta accendendo la lampada poggiante sul comodino e notano che le guance del compagno erano bagnate.
Caleb si morse la lingua pensando a quanto fosse stato stupido a svegliare l'altro. Ma ormai il danno è fatto, quindi prese un bel respiro.
-Tu non mi abbandonerai, vero?- chiese in un sussurro aspettandosi che il rasta gli scoppiasse a ridere in faccia. Ma così non fu. Jude lo guardò in modo strano. Uno sguardo misto allo stupore e alla dolcezza, ma allo stesso tempo pieno di determinazione.
-Non lo farò- disse deciso.
-Perché?-
Ecco. La domanda che, a parer di Jude, era meglio evitare. Non poteva di certo dire con nonchalance Perché sono innamorato di te, o sbaglia? No, non sbaglia.
-Perché sei mio amico- rispose cercando di sembrare credibile.
-Sai, non so come ma capisco con molta facilità quando menti- disse pacato Caleb, fissandolo negli occhi, quegli occhi rossi di cui si è innamorato e che ama guardare quelle rare volte che può.
-Non ti sto mentendo- si difese subito il rasta, e l'altro ghignò.
-Chi ha mai detto che stavi mentendo? Io ti ho solo detto questo dettaglio, non ti ho mai accusato di mentire-
Jude si maledisse. Si era fatto beccare.
-Odio i tuoi occhialini- disse poi -perché non mi fanno vedere i tuoi occhi. E io, dai tuoi occhi, riesco a capire tutto ciò che provi e pensi-
Poi lo baciò. Un bacio casto, dolce, pieno di amore. Il rasta ricambiò sorpreso. Non se lo aspettava, proprio per niente. Quando si staccarono, il fuoco e il ghiaccio si incontrarono. Gli occhi gelidi di Caleb si incatenarono con quelli caldi di Jude. Il rasta divenne rosso per l'imbarazzo, così si buttò tra le braccia dell'altro nascondendo il volto nel suo petto per nasconderlo. Caleb ridacchiò per quella reazione e iniziò ad accarezzargli i capelli sciolti da quella fastidiosa coda.
-Tu non mi piaci- gli sussurra all'orecchio Caleb, e il rasta si irrigidisce di colpo.
-Sono completamente pazzo e innamorato di te- continua il punk. Jude in un primo momento lo odia per il colpo che gli ha fatto venire, poi realizza ciò che ha detto e si stacca dall'abbraccio. Lo guarda negli occhi prima di baciarlo. Stavolta Caleb chiede subito l'accesso, picchiettando con la lingua il labbro inferiore dell'altro. Jude schiude piano le labbra consentendo alla lingua dell'altro di entrare. Il bacio era passionale e Caleb morse il labbro del compagno facendolo gemere, ma poi si ricordò che tutti i suoi compagni di squadra avrebbero potuto sentirli quindi, a malavoglia, decise di non spingersi oltre. Si staccarono per mancanza d'aria e Caleb strinse nuovamente a se Jude con un abbraccio. Il rasta poggiò il suo mento sulla spalla del compagno.
-Ti amo anch'io- gli sussurrò mentre si addormentava cullato dalle carezze dell'altro.

Vacanza da PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora