Capitolo 10

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Caleb stava per spaccare qualcosa. Avrebbe dato di matto tra poco. Tutto quel silenzio lo stava facendo ammattire. Non si era mai preoccupato per altri all'infuori della sua famiglia, e ora? Si preoccupava per dei ragazzini che conosceva appena. No, non era così. Caleb si rese conto di conoscere più di quanto pensava quei ragazzi. Forse erano amici e non solo conoscenti? Per lui cos'erano? Beh, se si preoccupava probabilmente erano amici, e lui lo capì solo in quel momento. Vedere David tenere il broncio a Joe e Jude, Mark non parlare allegramente con Nathan, Byron lanciare occhiatacce ad Hera e Gazelle... Non gli piaceva quella situazione. E aveva anche capito che Shawn ci stava molto male e voleva aiutarlo. Era il suo migliore amico cazzo. Guardò attentamente i due gruppi, e capì qualcosa.
-Ho capito- esclamò dopo un po, e tutti si girarono a fissarlo.
-So che significa la frase-
Tutti gli si avvicinarono incuriositi.
-Guardate attentamente le formazioni che si sono create con la litigata. Jude, Mark, Axel, Joe, Xavier, Torch, Byron... Loro rappresentano il fuoco. Io, Nathan, Shawn, David, Jordan, Gazelle, Hera... Noi rappresentiamo il ghiaccio- spiegò, lasciando intuire agli altri dove voleva arrivare.
-Caleb ha ragione- disse Axel -se litighiamo finiremo solo per autodistruggerci. Ghiaccio e Fuoco devono andare daccordo per sopravvivere-
-Quindi dobbiamo trovare un compromesso per questa stupida litigata- si aggiunse Shawn.
-Voi potete provare a contattare l'esterno mentre noi cerchiamo un'altra via di fuga- propose Nathan e tutti acconsentirono.
-Però dopo il pranzo- intervenne Joe e ci fu un brontolio di stomaci generale. Tutti annuirono e Caleb, Hera, Nathan e Gazelle si misero a cucinare, stavolta aiutati anche da Jordan.

-Le ricerche le iniziamo oggi?- chiese Byron.
-Dovremmo provare ad andarcene il prima possibile, no?- chiede Jude non capendo la domanda.
-Io voglio andarmene subito- commentò Gazelle.
-Lo stesso vale per me- si aggiunse Nathan.
-Sì, anch'io. Ma secondo me stiamo andando troppo in fretta- spiegò Byron.
-Il biondino ha ragione. Se facciamo tutto subito, potremmo non notare dei dettagli utili- lo appoggiò Caleb.
-Esattamente- confermò il biondo.
-Quindi che si fa?- chiese Mark.
-Iniziamo domani le ricerche e le facciamo con calma- disse Axel, appoggiato da Shawn.
-Per me va bene- acconsentì David, e nessuno ebbe nulla in contrario.

Erano le sette di sera. Fuori era buio e il tempo faceva cagare. Infatti aveva iniziato a piovere. Era una vera e propria tempesta. I tuoni e i fulmini si sentivano fin troppo bene e la luce era andata a puttane. L'atmosfera era spaventosa. Jude era attaccato al braccio di Caleb, comodamente seduto sul divano a riposare. Byron sussultava ad ogni tuono e fulmine, nonostante fosse tra le braccia di un Hera scocciato. Xavier e Jordan si erano addormentati abbracciati sulla poltrona. Nathan tentava di far uscire Mark da sotto il tavolo e Axel e Shawn parlavano tranquillamente. Torch e Gazelle stavano parlando con Joe e David, anche se il tulipano e il pirata sussultavano ai rumori dei tuoni e dei fulmini.
-Che giornata di merda- sbottò all'improvviso il punk, facendo spaventare il ragazzo cozzato al suo braccio che credeva che dormisse.
-Sono daccordo- dissero tutti contemporaneamente.
-Non possiamo neanche andare nelle nostre camere- sospirò Nathan che aveva in braccio un Mark tremante. Neanche lui stesso aveva capito come aveva fatto a tirarlo fuori.
-Perché no?- chiede Shawn leggermente confuso.
-Rischiamo di farci male salendo le scale al buio. E poi come capiamo quali sono le stanze di ciascuno?-
Il turchese non aveva tutti i torti.
-Dormiamo sul pavimento?- chiede scettico Torch.
-Se ci tocca...-
Caleb si alzò, o almeno, ci provò. Jude si strinse di più a lui quando tentò di andarsene, e il castano non sapeva dire se il suo ragazzo fosse adorabile, stupido o fastidioso. Probabilmente tutti e tre.
-Jude, lasciami- gli sussurrò all'orecchio.
-Dove vai...?-
-Mi era sembrato di vedere una candela in uno dei cassetti in cucina. Torno subito, promesso-
Il rasta lo lasciò andare titubante. Caleb andò subito in cucina. Non gli piaceva l'idea di lasciare il suo ragazzo terrorizzato lì così. Cercò molto in fretta e fortunatamente trovò una candela e dei fiammiferi. L'accese e tornò nel soggiorno, poggiando la loro unica fonte di luce sul tavolino al centro della stanza. Si sedette nuovamente sul divano, dove fu travolto da un Jude terrorizzato dai fulmini. Shawn e Axel erano seduti accanto a loro. Si tenevano la mano. Caleb lanciò all'albino uno sguardo che diceva 'Dopo mi spieghi' e lui, in risposta, gli sorrise.
-Ma quindi non si cena?- chiese Joe.
-Non possiamo cucinare, quindi no- rispose Hera.
-Che palle-
-Non a tutti dispiace. Jordan e Xavier, ad esempio, stanno già dormendo- commentò David guardando i due ragazzi.
-Almeno loro...- borbottò Caleb sbadigliando. Poco dopo ci fu un silenzio assordante, seguito da un urlo acuto.

Vacanza da PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora