Capitolo 14

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Gazelle teneva lo sguardo basso. Si vergognava. Stava permettendo troppo spesso alle sue emozioni di mostrarsi, si stava mostrando spaventato come un bambino, si stava mostrando debole. Lui doveva essere forte, non tremare per la paura davanti ad una bambola!
-A che pensi?- gli chiese una voce arrivandogli da dietro. Torch l'aveva raggiunto in camera.
-A niente- rispose con la sua solita freddezza.
-E questo niente tanto interessante assomiglia ai pensieri sulla tua debolezza in questa situazione?-
-...-
-Abbiamo tutti paura, Bryce. Ma non per questo siamo deboli. Siamo solo umani-
-...-
-Su, vieni qui ghiacciolino- disse il rosso parandosi davanti al compagno e aprendo le braccia. L'albino non esitò a fiondarsi tra esse. Si sentiva protetto tra le braccia del suo tulipano e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, così stava bene.
-Dobbiamo dormire, va bene? Così domani iniziamo a trovare un modo per andarcene-
Era straordinario come quella situazione avesse cambiato entrambi. Gazelle mostrava di più ciò che provava e Torch era più premuroso e pensava meno alle prese in giro. Chissà, magari la vacanza ha fatto bene a entrambi.

-Shawn, respira- disse Axel vedendo che l'albino era nel panico.
-Ma quella cosa ha... Caleb rischiava di... Se torna e non riusciamo a...- balbettò per l'ennesima volta il lupo delle nevi, così il biondo, per farlo smettere, lo baciò. Arrossirono entrambi quando si staccarono, ma si sorrisero. Shawn si buttò tra le sue braccia, felice che, nonostante la situazione, Axel ci fosse.
-Niente e nessuno ti toccherà, non lo permetterò. Okay?-
L'albino annuì, sentendosi più tranquillo.
-Ax... Riusciremo ad uscire di qui, vero?-
-Certo Shawn. Usciremo di qui e andremo a bestemmiare contro l'allenatore Travis per la pessima scelta del luogo della vacanza-
Il minore scoppiò a ridere e Axel non potè non sorridere, felice di aver fatto star meglio il suo ragazzo.
-Ora dormiamo, che domani sarà una lunga giornata- disse poi il biondo, staccandosi a malincuore dall'abbraccio e andando verso il suo letto.
-Dormi con me?- chiese poi, sapendo già la risposta. Infatti l'albino annuì, andando a stendersi accanto a lui.
-Buonanotte Ax-
-Notte Shawn-

Jordan non parlava da quando aveva finito di disinfettare la ferita di Caleb. Sembrava molto turbato. Giustamente dopo aver visto una bambola assassina tentare di uccidere due tuoi amici non puoi star meglio. Ma Xavier era molto preoccupato per l'amico. Si sentiva in colpa. Se non l'avesse invitato, infondo, non avrebbe dovuto subire tutto quello.
-Mi dispiace- disse il rosso a bruciapelo, e Jordan lo fissò confuso.
-Se non ti avessi invitato ora non staresti qui a morire di paura senza motivo- spiegò allora Xavier, vedendo che l'altro non capiva.
-Non è colpa tua Xav. Non potevi sapere che sarebbe successo-
-Ma...-
-Niente ma. Non devi sentirti in colpa. Punto-
Xavier lo fissò. Come faceva quel pistacchietto a non ritenerlo colpevole? Lo stupiva sempre di più. Sì, si era preso una bella cotta per il ragazzo dagli occhi da cerbiatto, e l'impulso di baciarlo, in quel momento, era davvero forte. Ma non l'avrebbe fatto, non voleva rovinare il rapporto d'amicizia che c'era tra di loro. Stava per controbattere all'affermazione dell'altro, quando la porta cigolò. Nessuno dei due sembrava intenzionato a girarsi.
-H-Hai sentito anche tu?-
La voce del verde era appena un sussurro, come se alzando troppo la voce potesse crollare qualcosa. Il rosso si limitò ad annuire, girando la testa quel tanto che bastava per vedere la porta. Era socchiusa, al di là non si vedeva niente se non buio e...
Due occhi privi di vita li fissavano. Si girò di scatto spaventato, sbattendo più volte le palpebre. Gli occhi erano scomparsi. Me li sarò immaginati... si disse.
-Andiamo a dormire- borbottò avviandosi verso il suo letto.
-Xav... P-Posso dormire con te...?-
-Certo Jordy-
Il verde sorrise ringraziandolo e si avvicinò a lui. Si stesero vicini e stavano per addormentarsi quando sentirono dei passi.

Passi che partivano da sotto e pian piano salivano le scale.

Jordan abbracciò Xavier, iniziando a tremare.

Passi che percorrevano lentamente il corridoio.

Xavier strinse a se il verde, cercando di nascondere la propria paura.

Passi che si avvicinavano e oltrepassavano la porta della loro camera.

Alzò lo sguardo per vedere chi o cosa fosse entrato.

Passi che si avvicinavano al loro letto.

Niente. Non c'era niente. Solo rumore. Poi, all'improvviso, apparì una creatura.

Vacanza da PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora