Capitolo 6

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L'interno non era meglio dall'esterno. Le pareti erano completamente sporche, il parquet era inquietante, la porta dell'ingresso cigolava parecchio e le luci non erano chissà quanto luminose.
-Io torno a casa- disse deciso Nathan facendo dietrofront e provando ad aprire la porta d'ingresso che, però, sembrava chiusa dall'esterno.
-Che storia è mai questa?!- sbottò spaventato. Tutti si girarono a guardarlo interrogativi.
-La porta! Non si apre!- disse il turchese provando, in vano, ad aprirla. Tutti gli si avvicinarono. Alcuni di loro iniziarono a sbattere le spalle contro essa, nel tentativo di sfondarla. Gazelle e Jude provarono, invece, ad aprire le finestre ma anch'esse erano bloccate. Jude, Nathan, Mark, Jordan, Byron e David erano davvero spaventati da quella situazione, ma solo il turchese e il pistacchietto lo davano a vedere. Gazelle, Axel, Shawn e Hera erano, invece, indifferenti. Xavier, Torch, Joe e Caleb erano intrigati da quella situazione.
-Controlliamo le stanze- disse Xavier avviandosi verso la prima stanza che gli si presentò davanti, ovvero il soggiorno. A terra c'era un tappeto giallo e arancione, decisamente poco abbinato al resto, un divano rosso e oro e un lampadario enorme.
-Qui c'è la cucina- comunicò Axel accennando con la testa la prima stanza a destra. Accanto alla porta stava una scala che portava di sopra, verso il bagno e le camere. Shawn ed Hera salirono mentre gli altri continuarono a guardarsi intorno. Era una bella villa se non fosse che sembrava disabitata da decenni.
-Sopra ci sono le camere- disse freddamente Hera scendendo e Byron sussultò per lo spavento. Lui non si spaventava facilmente, insomma era pur sempre un Dio! Ma in quella casa c'era qualcosa che non andava e Byron se lo sentiva.
-Sono sette a coppie. Due di esse hanno il letto matrimoniale- spiegò Shawn andando accanto all'altro.
-Una matrimoniale la prendono Jude e Caleb visto che amano dormire avvinghiati- commentò David beccandosi una gomitata da parte del rasta ormai rosso in volto. Caleb si limitò a lanciargli un'occhiataccia che avrebbe benissimo potuto ucciderlo, se fosse stato possibile.
-L'altra possono prenderla Claude e Bryce- disse Byron.
-Perché scusa?!- sbottarono i due diretti interessati.
-Perché tanto non è la prima volta che dormite insieme. Al Sun Garden mi avete detto che lo facevate spesso- spiegò il biondo per niente intimorito dai suoi due amici. Entrambi sbuffarono, ma acconsentiriono.
-Le altre coppie?- chiese ingenuamente Mark.
-Semplice. Tu e la codina azzurra, Joe e il pinguinomane, Shawn e il puntaspilli, i due ex alieni e le finte divinità- disse in modo strafottente Caleb, senza perdere il suo ghigno.
-FALSA DIVINITÀ A CHI?!- sbottò Byron incazzato. Ma poi si calmò tornando a sorridere.
-Per me va benissimo stare con Hera- aggiunse poi allegro, attaccandosi al braccio del povero sventurato che sospirò. Tutti gli altri acconsentirono, alcuni ignorando gli orribili soprannomi. Lasciarono i bagagli nelle rispettive camere e poi scesero. Dovevano preparare la cena visto che il viaggio era stato lungo e si era fatta sera.
-Chi cucina?- chiese Mark affamato. Silenzio. Tutti si scrutano tra di loro, sperando che qualcuno si offrisse volontario. Caleb sbuffò.
-Va bene ho capito. Mi metto a cucinare altrimenti qui moriamo di fame- sbottò dirigendosi in cucina. I ragazzi avevano fatto la spesa prima di arrivare, quindi il cibo c'era.
-Sai cucinare?- chiese scettico Hera. Caleb annuì mentre prendeva le pentole.
-Come mai?- chiese Torch.
-Perché l'ho sempre fatto fin da piccolo- rispose semplicemente.
-La tua mammina non ne era capace?- lo schernì il rosso e Caleb strinse la tra le mani il manico della pentola. Solo la squadra e Joe sapevano ciò che era successo, infatti guardarono preoccupati il castano.
-Non tirare in mezzo mia madre- disse freddamente.
-Perché no? Fammi indovinare, era una puttana?- continuò il rosso, ricevendo una gomitata da Xavier.
-Claude smettila, non sai di che parli quindi taci- disse il rosso dagli occhi cristallini.
-Xav ha ragione. È meglio se taci- intervenne freddamente Gazelle capendo che c'era qualcosa dietro. Il tulipano sbuffò ma, stranamente, fece come avevano detto. Jude e Shawn si avvicinarono al punk.
-Caleb...- iniziò il rasta ma venne interrotto.
-Mi passi il pacco di pasta?- chiese a bassa voce il castano. Non aveva voglia di parlare. Jude ubbidì in silenzio mentre Shawn posava una mano sulla spalla di Caleb.
-Sto bene- disse il castano scostandola.
-Comunque anch'io so cucinare- disse Hera andando vicino a Caleb per aiutarlo. Lo stesso fecero Gazelle e Nathan che in cucina se la cavavano un pochino. E nel frattempo gli altri speravano solo che non dessero fuoco a niente.

Vacanza da PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora