Capitolo 18

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-Jude esci da lì, subito- sbottò il castano bussando alla porta. Il suo ragazzo si era chiuso in bagno, visto che in camera poco prima c'era lui con Martina e Shawn.
-Perché? Vai dagli altri a vantarti del fatto che hai ragione e io ho torto-
Il punk ghignò.
-Non c'è gusto se tu non sei presente a rosicare-
-...-
-Jude, esci. Non puoi stare chiuso qui in eterno. E poi...-
Caleb si morse il labbro. Per lui non era semplice da dire.
-...anch'io ho sbagliato in parte-
La serratura scattò e la porta si aprì. Jude si sporse quel tanto che bastava per far vedere il suo volto. Non aveva gli occhialini in viso, penzolavano attorno al suo collo. I suoi occhi rossi lo guardarono pieni di confusione.
-Non è colpa tua se sei geloso e ho rischiato di mandare la nostra relazione a puttane solo per una cazzata. Non dovevo incazzarmi con te visto che non si controlla la gelosia. Ma odio quando fai quello stupido gioco del silenzio. Ogni volta che parlo con Shawn ti zittisci e non parli per ore-
Jude abbassò lo sguardo, capendo che forse esageravano entrambi.
-Ora esci da quel cazzo di bagno e mi dai un bacio?-
A quella schietta richiesta il rasta arrossì, ma accettò subito. Uscì dal bagno e il punk gli prese il volto tra le mani baciandolo. Poi si sentì il rumore di uno scatto e i due si staccarono di colpo. Dalla parte opposta alla loro, appoggiata alla parete con un piede sull'ultimo scalino, c'era Martina con il suo cellulare in mano.
-Ma che carini. Sono arrivata in tempo per il bacio- commentò sghignazzando, prima di scendere lasciando un Caleb infuriato e un Jude imbarazzato lì da soli.

-Hanno fatto pace- disse la ragazza mostrando con fierezza la foto.
-Che fotografa- commentò Hurley.
-Caleb ti ammazzarà- disse Axel.
-Non farebbe mai male alla sua sorellina adorata.
...
Sono morta e sepolta-
I ragazzi scoppiarono a ridere, quasi tutti, per la semplicità con cui la ragazza disse la frase.
-Ti ammazzo nel sonno- disse Caleb scendendo, seguito a ruota da un Jude imbarazzato.
-Ma Onii-San!-
-Onii-San un corno!-
-Ti voglio bene io!-
-Io no-
-Non è vero- ribatté la ragazza facendogli la linguaccia. Caleb sospirò e decise di ignorarla.
-Torniamo alla via di fuga. Nel corridoio dovrebbe aprirsi una scala per la soffitta- spiegò il castano -e nella cucina ho notato che c'è una botola per un'ipotetica cantina-
-Quindi che proponi Caleb? Di cercare lì? In due luoghi perfetti per i mostri?- chiese scettico David.
-L'azzurro ha ragione. Potrebbero nascondersi molto facilmente i mostri, lì- si aggiunse Gazelle.
-Appunto. Se lì si nascondono i mostri, avranno qualcosa da difendere- intervenne Martina, capendo la logica del fratello che annuì concorde.
-La logica regge ma... Non è un po un'azione suicida?- chiese Nathan.
-Le azioni suicide sono il mio forte- disse Caleb sfoggiando il suo ghigno migliore. Shawn, Jude e gli altri ragazzi sospirarono, mentre Martina ghignò.
-E va bene...- acconsentì infine Mark a nome di tutti.
-Ci dividiamo in due gruppi- disse poi il punk.
-Fuoco e ghiaccio?- chiese Axel scettico. Martina e Hurley erano già stati informati del significato di essi, e si era già capito che la prima era il ghiaccio e il secondo il fuoco.
-No. In fondo per sopravvivere i due devono collaborare. Faremo gruppi misti- spiegò Jude, sapendo che quella era la scelta migliore.
-Okay. E le squadre?- chiese Byron.
-Tu, Hera, Jordan, Xavier, Gazelle e Torch andate in cantina. Io, Hurley, Mark, Nathan, David e Joe andiamo in soffitta. Shawn, Jude, Axel e mio fratello restano a controllare se accade qualcosa di strano mentre cerchiamo- disse Martina.
-Perché dovrebbero controllare?- chiese Jordan confuso.
-Semplice pistacchietto. Non è detto che troviamo un'uscita. Ma potremmo sempre trovare qualche interruttore, leva o altro che cambi qualcosa qui. E abbiamo bisogno di qualcuno che stia attento ai dettagli, come Caleb e Jude, e qualcuno che ci venga ad avvertire e Shawn e Axel vanno bene- spiegò la ragazza fiera di se. Caleb le lanciò un'occhiata strana, che la fece arrossire, e lei ricambiò con un'occhiata furiosa. Solo quei due sapevano cosa si stavano dicendo così.
-Va bene. Dove sono le due botole?- chiese Xavier.
-Quella in cucina sta accanto al frigo, sotto il tappetino. Quella in corridoio sta nel punto in cui stava la bambola impiccata- riferì Caleb. Tutti annuirono e si misero subito a lavoro. Sarebbero usciti tutti, costi quel che costi.

Vacanza da PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora