1 - Después de todo

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Alma Sol Fuentes Velásco era sfinita. Le persone erano tremendamente indecise e ritardatarie, per questo motivo era così stanca. Non era evidente dare retta ai clienti, soprattuto a quelli che assomigliavano all'ultima donna sedutasi sulla sedia di fronte alla scrivania della ragazza. Diceva di voler andare in un resort consigliatole da un'amica in Oman, sotto l'Arabia Saudita, con il marito. Ma non voleva capire che in quel periodo ci sarebbero stati cinquanta gradi e quindi il resort non sarebbe stato aperto.

"Raquel, per favore fammi un caffè, se no mi addormento sul bancone." Intimò all'amica, che le sorrise non appena appoggiò la borsa sullo sgabello di fianco. "I clienti sono insopportabili. Per una pazza che voleva andare a morire con cinquanta gradi, non ho potuto finire di preparare le buste dei biglietti per il Real." Borbottò frettolosamente, stringendo la coda alta. Mise la bustina di zucchero nel caffè e lo girò, appoggiando la testa sul pugno.

"Alma stai calma! Finirai domani. Quando arrivano?" Chiese sorridendole in modo rassicurante, prima di allontanarsi dall'amica con il vassoio pieno.

"Domani alle 11. Però sai, è la prima volta che lo faccio, è la prima volta che optano per Kuoni e io non devo deludere le aspettative del capo." La ragazza si strinse nelle spalle, finendo di bere il caffè bollente. Il bar non era molto pieno, per questo motivo poteva approfittarne per parlare un po' con la sua amica. Raquel era un'ottima ascoltatrice. Raquel era anche molto bella. Un naso piccolino, labbra molto carnose e capelli lunghi color nero carbone, che erano in contrasto con la sua pelle particolarmente chiara.

"E hai intenzione di dare i biglietti a quelli del Real con quella scollatura?" Domandò incuriosita, avvicinandosi e alzando di poco la camicetta. Alma tenne il gioco, seguendola con la sguardo fino a dietro il bancone.

"Si, che ne pensi?" Mosse le spalle ridendo, seguita da lei. Scherzava, ovviamente. Alma era innamorata del suo ragazzo, da qualche mese ormai. Si erano conosciuti come molte coppie, in un pub in centro a Madrid. Per lui era stato un colpo di fulmine, per lei un po' meno, ma nonostante questo lui l'aveva conquistata. Inaspettatamente, perché non era proprio il tipo di ragazzo che piaceva ad Alma. Ma i suoi modi di fare l'avevano stregata a tal punto da farla innamorare.

Non era da molto che frequentava quel bar e che quindi la sera dopo il lavoro poteva chiacchierare con la sua amica. L'agenzia di viaggi per cui lavorava aveva cambiato sede, l'avevano situata nella zona di Valdedebas.

Alma sentì un brusio, un gruppo stava entrando nel bar. Voltó la testa distrattamente, notando che avevano tutti la tuta del Real. Non era così sorpresa, li avrebbe visti il giorno dopo e inoltre non gli piaceva il calcio. O almeno non più.

"Guarda quanti boni riceverai domani un ufficio!" L'amica le fece la linguaccia, dandole una spallata, mentre la castana rideva cercando di contenersi. Aveva cercato di controbattere e di fulminare l'amica con lo sguardo, ma non era riuscita ad evitare di scoppiare a ridere subito dopo.

"Sei incredibile, mi fai perdere tempo e poi i clienti mi fissano male perché non vado a servirli."

"Ah, io ti faccio perdere tempo?!" E fu in quel momento che tutto si fermò intorno ad Alma. Non sentiva più il brusio dei clienti, non ascoltava più le prese in giro di Raquel. Era interdetta, nel vederlo lì, così cresciuto, con indosso una felpa del club più titolato al mondo. Lui la stava già guardando, con gli occhi spalancati e le labbra semi aperte, in un'espressione che esprimeva stupore e nient'altro. L'aveva vista quando si era voltata per vedere chi fosse entrato e da quel momento non aveva capito più nulla. Ascoltava Isco, si fa per dire, e l'unica cosa che riusciva a concludere era che lei era lì, poco distante da lui.

Sul viso di Alma era dipinta la stessa identica espressione. Raquel la stava fissando confusa, perché non rispondeva a nessun richiamo. Poi vide dove era diretto il suo sguardo e non capì nemmeno a quel punto. L'amica stava fissando Marco Asensio.

Lui si alzò dalla sedia, sotto lo sguardo incuriosito di qualche compagno e si avvicinò a lei. A sua volta Alma fece qualche passo e si ritrovarono uno davanti all'altro. Si osservarono un altro attimo, con una luce negli occhi che esprimeva molta felicità e curiosità, nonostante tutto. Si strinsero in un abbraccio forte, dopo tre anni che non si vedevano. Ad entrambi batteva forte il cuore, perché nonostante tutto Alma e Marco erano stati insieme ed erano cresciuti insieme.

"Campeón, non sapevo giocassi nel Real. Hai realizzato i tuoi sogni." Fu la prima cosa che Alma gli disse, con aria fiera e soddisfatta, ma allo stesso tempo incredula. Lui ridacchiò, guardando altrove.

"Si Alma, ce l'ho fatta. La mia carriera va a gonfie vele." Rispose Marco, accarezzandole un braccio. "Tu invece che fai? Vengo sempre qui, non ti avevo mai vista. Vivi a Madrid?" Lui iniziò a farle qualche domanda. Era così curioso di sapere tutto di lei, anche se fino a quel momento aveva archiviato tutto quel che la riguardava. Ma rivederla aveva riacceso in lui il bene che provava nei confronti della ragazza.

"Si vivo ad Aravaca. E lavoro all'agenzia di viaggio qui dietro, dove domani verrete a ritirare i biglietti." Rispose, indicando poco a destra dell'uscita. Alma non provava più rancore. Non serviva a nulla. Dopo anni aveva capito che nonostante tutto gli voleva bene, perché aveva fatto parte della sua adolescenza e l'aveva cambiata. Era inutile guadarlo in cagnesco e rispondergli male, sarebbe stato sintomo di inferiorità e immaturità. Alma non aveva bisogno di fargliela pagare.

"Quante lingue sai parlare?" Le chiese incrociando le braccia al petto, assottigliando gli occhi. Si ricordava bene dei sogno della ragazza di fronte a lui. Alma voleva diventare poliglotta e poter parlare tutte le lingue del mondo. Quando erano ragazzini Marco la ascoltava mentre si esercitava con lui oralmente nelle diverse lingue.

"Sei. Francese, inglese, italiano, portoghese, tedesco e albanese. Senza contare lo spagnolo. Sto cercando di imparare anche il turco, però ho poco tempo." Alma rispose con sguardo soddisfatto, non era colpita dal fatto che il ragazzo si ricordasse. Ne parlava talmente tanto.

"Ce l'hai fatta anche tu. E comunque martedì andiamo a Monaco per la Champions, mi devi insegnare qualche insulto in tedesco così faccio bella figura." Rise, facendo ricadere le braccia lungo il busto. Con la coda dell'occhio vedeva Isco e Nacho che lo guardavano, pronti probabilmente ad un interrogatorio. Lei si sentiva osservata, ma cercava comunque di risultare disinvolta.

"Va benissimo." Si guardarono per un attimo, in silenzio. Lui stava ripensando a tutto. Quei secondi erano bastati per ripercorrere quei tre anni di relazione a Palma. Erano stati degli anni spensierati.

"Allora ci vediamo domani, Alma Sol." Le sorrise, avvicinandosi per darle un bacio sulla guancia. Lei annuì e si allontano subito dopo che le labbra di Marco si furono staccate dalla sua pelle.

"Non ci siamo visti per tre anni e ora sarai così fortunato da vedermi due volte nel giro di ventiquattro ore." Lei alzò un po' la voce, per farsi sentire da Marco, che stava tornando al tavolo. In quel momento non solo gli occhi di Marco erano su di lei, ma anche quelli dei suoi amici. Che impiccioni, pensò Alma.

"Quale onore, Almita." Lui fece un mini inchino e si distrò quando Isco gli diede un colpo sulla gamba. Alma notò che lui lo ribeccò, ma non capì per cosa. Ritornò a sedersi sullo sgabello del bancone, girando e ritrovando il viso pettegolo di Raquel davanti a sé.

"Puta madre tu sei stata con quel pezzo di figo di Marco Asensio." Alma chiuse gli occhi e sospirò pesantemente, guardando poi l'amica e dandole un pizzicotto amichevole sulla guancia.

"Si, ma ti assicuro che dopo aver rotto, risultava molto meno figo ai miei occhi." Replicò ironicamente, facendo un sorriso amaro. Alma non portava rancore, ma ricordava come era stata dopo aver scoperto tutto. Una vera merda.

"Di a Raul che stasera non si scopa, dormi da me perché devo sapere tante cose." Ad Alma venne da ridere. Per questo Raquel era sua amica. Era sempre sincera, perché non sapeva mentire, e diretta, perché non aveva peli sulla lingua. E dopo quello che era capitato, l'amica di cui Alma aveva bisogno era proprio così.

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EBBENE SI SONO TORNATA!

Non potevo non scrivere qualcosa per Marco Asensio Willemsen, che purtroppo sta dalla parte sbagliata di Madrid, ma che io non riesco a non amare. Giovane, bravo, promettente e incredibilmente bello, dovevo per forza scrivere una storia!

Come vedete il narratore sarà esterno e la scriverò al passato, vi dico solo che io sono già al capitolo 18 e non vedo l'ora di farvi leggere tutto.

Besos, Anto

Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora