Marco passò distrattamente una mano tra i capelli ancora bagnati. Aveva l'asciugamano legato alla vita perché aveva appena finito di fare la doccia dopo la doppia sessione di allenamento in America. La torurnée era iniziata qualche giorno prima e avevano già disputato la loro prima partita contro la Juve, ovviamente vincendo, anche con una sua ottima prestazione.
Si sedette sulla panchina e guardò il cellulare, per dare un occhiata alle notifiche. Girò gli occhi e sbuffò quando vide il nome di Melisa sul suo telefono. Si ricordava che al mondiale gli aveva già scritto, ma in quel momento gli sfuggiva il motivo preciso.
Da Melisa
Hei Marco, so che l'ultima volta che ci siamo visti non ci siamo lasciati benissimo, ma ho alcune cose da restituirti.
"Oh hermano! Questa chi è? Un'altra?" Sentì il viso di Lucas di fianco alla sua spalla e si scansò di poco, per fulminarlo con lo sguardo. L'amico gli fece una smorfia divertita, sapendo benissimo che non ci fosse nessun'altra, lo aveva detto solo per vedere l'espressione infastidita di Marco.
"Un'altra? Guarda che Sara ammazza prima me e poi te." Isco gli diede uno schiaffo in testa, per sedersi poco dopo di fianco a lui. Non avrebbe voluto immaginare cosa sarebbe potuto succedere in un caso del genere, ma aveva già visto l'occhiolino di Lucas. Ogni tanto lo prendevano in giro perché era completamente perso per Alma.
"Ma non è nessuna! È Melisa che dice che mi deve restituire delle cose." Marco sbuffò, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e passando di nuovo le mani tra i capelli. "Sapete che per me c'è solo lei." Disse più piano, ritornando a pensare ad Alma. Due giorni dopo quella specie di discussione - non sapeva nemmeno come chiamarla - lui era partito per gli USA e Alma alcuni giorni dopo era partita per Amsterdam.
"Almita ti sta facendo perdere la testa tío!" Marco ricevette una sberla in testa da ciascuno e non poté far altro che scoppiare a ridere. Poteva tranquillamente dire che avevano ragione, guardava le altre ragazze, ma quando guardava lei era tutta un'altra storia.
"Avete risolto?" Gli chiese Lucas, mentre si metteva i jeans. Prima della partenza era andato a casa sua e gli aveva detto cosa fosse successo, incluso qualche insulto a Raúl del tipo cosa vuole questo coglione di merda non ha capito che si deve fare i cazzi suoi e che lei è mia.
"Non la sento da quella sera." Marco sbuffò. Non sapeva come muoversi in quella situazione. Non sapeva perché quella sera fosse andata dal suo ex, non sapeva perché l'aveva fermata quando lei tentava di giustificarsi, non sapeva nulla perchè come al solito lei lo mandava in palla. Probabilmente stava facendo una cazzata a non scriverle, ma quella volta pensava che la colpa non fosse di nessuno dei due e quindi anche lei avrebbe potuto fare il primo passo, per una volta.
"Sei scemo." Contastò l'amico, con molta tranquillità.
"Lo so." Marco sospirò, sistemandosi la maglietta sopra i jeans.
"Marco io non posso dirti cosa devi fare, però io fossi in te mi farei sentire." Lucas alzò le sopracciglia, mettendo una mano sulla spalla dell'amico. Marco lo guardò negli occhi e sospirò ancora, annuendo.
-
"Ragazze, mi viene da piangere." Alma passò le mani sul viso, premendo sugli occhi. Inevitabilmente durante quella videochiamata - in cui all'ultimo momento si era aggiunta anche sua sorella - erano finite per parlare di Marco.
"Se ti vedo ancora piangere per lui faccio un casino." Leticia drizzò la schiena e usò un tono fermo per dire quella frase, ma lei sapeva che stesse scherzando.
"È solo perché sono in pre ciclo." Sbottò facendo il broncio, provocando una risata in tutte le sue amiche. Si sdraiò meglio, a pancia in giù e affondò la faccia tra le braccia. Non sapeva perché Marco non le scriveva, non sapeva perché si ritrovavano in quella situazione che la rendeva nervosa e triste allo stesso tempo. La verità era che Alma non voleva che Marco pensasse che lei fosse andata a casa per Raúl. I tanti momenti insieme l'avevano inevitabilmente portata a pensare all'idea di tornare insieme e quindi Raúl era un ricordo che pian piano di stava sempre più allontanando dal suo cuore.
"Vuoi che chiedo qualcosa a Isco?" Sara le fece un dolce sorriso, vedendo i suoi occhioni sbucare dalla massa di capelli che quel giorno, a causa dell'umidità Amsterdam, erano un po' troppo gonfi.
"No Sara, tranquilla. Siamo grandi e dobbiamo gestirla noi." Alma ringraziò la sua amica con un sorriso riconoscente. Non voleva far intromettere altre persone perché dovevano risolvere le cose da loro.
"Tu hai pensato di scrivergli?" Le chiese Raquel, ricevendo un cenno di accordo da parte di Leticia. La pancia ogni giorno cresceva ed era ormai difficile nasconderlo. Ormai lo sapevano tutti e proprio quel pomeriggio Alma aveva avuto una chiacchierata con il futuro papà.
"Sinceramente... no." Ci pensò un attimo. Era vero, avrebbe anche potuto farlo, ma in realtà non le era mai venuto in mente fino a quel momento. Non era più abituata a fare lei il primo passo con Marco.
"Beh potrebbe essere una cosa da fare, dato che hai detto che in fin dei conti non sai nemmeno tu se qualcuno ha delle colpe." Continuò Raquel, vedendo l'amica soprappensiero.
"Non ci avevo pensato. Sono abituata ad essere corteggiata in tutto e per tutto quando si tratta di lui." Sorrise timidamente, ricevendo in cambio dei versi tipici di quando si è esagerati, per i quali scoppiò a ridere. Si prendeva un sacco di prese in giro per come appariva quando pensava a lui.
"Dai, scrivigli." Leticia la incitò e lei, dopo un leggero sospiro, prese il telefono.
"Cosa scrivo?" Non lo avesse mai detto. Appoggiò il mento sul pugno e intanto le ascoltava blaterare tra di loro.
"Scrivi ciao." "No, ciao troppo freddo." "Scrivi hei." "No dai deve sembrare un po' fredda! Io faccio così con Isco." "Si ma voi state insieme." "Zitte. Secondo me devi scrivere che ti manca." "Si e poi pure che non vede l'ora di andarci a letto." "Ma lo sapete che una volta li ho beccati a farlo a casa?" "No! Davvero?" "Non ci credo." "Si, dovevo tornare un po' più tardi e quando sono entrata erano sul divano. Io sono scoppiata a ridere che quasi non finivo più, loro erano imbarazzatissimi. Poi ho chiuso la porta e sono andata in cucina e a finire di ridere. Poi Alma mi ha picchiato." "Mi sto sentendo male."
"Ma la smettiamo?!" Sbottò Alma, guardando tutte e tre molto male, soprattuto la sorella che aveva raccontato quell'aneddoto, per il quale Alma si sarebbe sotterrata volentieri al solo ricordo. Ma suo nipote con che madre sarebbe dovuto crescere? E oltre tutto ancora non aveva capito cosa avrebbe dovuto scrivergli.
"È inutile che svii il discorso." La ribeccò Sara, facendole un occhiolino. Alma alzò gli occhi e passò le mani sul viso, sentendo le guance leggermente calde.
"Stavamo parlando di cosa devo scrivergli." Guardò tutte con una certa aspettativa, sistemando i capelli dietro l'orecchio.
"Decidi tu." Azzardò Raquel, dato che nessuna rispondeva.
"Io gli scrivo hei." Alma alzò le spalle e entrò su WhatsApp e poi sulla chat di Marco. Guardò la sua immagine profilo per osservare quanto fosse bello, anche lì. Mise il telefono con lo schermo verso il basso, appoggiato sul comodino, per non far vedere alla sorella e alle amiche in che modo avrebbe perso la dignità quando Marco avrebbe risposto. Per fortuna poco dopo la chiamata terminò e potè dedicarsi a quella faccenda che tanto l'agitava.
Hei
Ciao
Come stai?
Bene e tu?
Bene grazie... Perché non ci sentiamo da quella sera?
Non lo so Alma. Ti posso chiamare? Mi manca la tua voce.
Si certo, anche a me manca la tua.
---
AMORI
Non l'ho fatto durare troppo questo drama dai, non ne sono capace!
STAI LEGGENDO
Más que nunca || Marco Asensio
Fanfiction"Alma non passerà mai, vero?" "No, Alma non passerà mai." Alma e Marco si ritrovano a Madrid dopo tre anni. Tre anni in cui si erano dimenticati. Ma probabilmente il fatto di essersi dimenticati era solo una loro convinzione.