29 - Justificarse

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Buongiorno! Pranziamo insieme oggi?

Quello era il messaggio che quella mattina aveva ricevuto da parte di Marco. Ce la stava mettendo tutta per riconquistarla, qualche giorno prima era andato a trovarla in ufficio, facendo finta di dover prenotare un viaggio per loro due. Lei stette al gioco, dato che aveva un po' di tempo.

"Quindi? Ci andiamo davvero alle Maldive a Natale." Marco sorrise, appoggiando la schiena alla sedia e congiungendo le mani davanti a sé. Alma lo guardò sorridendo, stampando il piano delle finte vacanze programmate. 

"Certamente." Lei lo assecondò, ridendo e sistemandosi i capelli dietro la schiena. Erano lunghi e faceva caldo, sarebbe dovuta andare a tagliarli. 

"Allora prenota." Lui la sfidò, guardandola negli occhi. Era certo che entro Natale sarebbero tornati insieme, perché non sarebbe resistito altro tempo senza di lei. 

"Cosa ne sai come andranno le cose?" Alma si appoggiò sul tavolo, con le braccia incrociate sotto il seno. Non voleva ammetterlo ad alta voce, ma le sarebbe piaciuto moltissimo fare una vacanza con lui, come una coppia. Non riusciva a smettere di sorridere, la divertiva quella situazione. Lui guardò l'orologio, appeso al muro. Doveva andare perché di lì a poco sarebbe iniziato l'allenamento, quindi si alzò, fece il giro della scrivania, appoggiò una mano sulla sedia di Alma e una sul tavolo.

"So come voglio che vadano, e questo è abbastanza." Le disse, per poi baciarle una guancia. Lei si strinse nelle spalle e abbozzò un sorriso. 

Era di nuovo in ufficio, quando aveva ricevuto quel messaggio. Aveva accettato con il sorriso e aveva passato un bel momento con lui. L'aveva fatta ridere moltissimo e qualcuno lo aveva anche chiamato, ma lui non aveva risposta dicendole che voleva dedicare tutto il suo tempo a lei. Alma si sentiva benissimo quando stava con lui, tranquilla e a suo agio. Sembrava darle tutto il suo interesse, ma lei aveva comunque quel dubbio, il dubbio che se una ragazza ci avesse provato, lui ci sarebbe ricascato. La paura di soffrire di nuovo era troppa, la paura di sentirsi di nuovo inadatta per lui era tanta e quindi se da una parte si sarebbe gettata tra le sue braccia anche subito, dall'altra era frenata. Non voleva ritrovarsi a recriminarsi l'atteggiamento irrazionale avuto, voleva fare tutto con testa, ovviamente senza dimenticare il cuore. 

Marco la riaccompagnò al lavoro, perchè anche lui aveva da fare a Veldedebas, dato che dovevano fare le foto con le nuove divise. Ad Alma invece mancava ancora un pomeriggio di lavoro, durante il quale avrebbe dovuto rivedere alcuni dettagli di un viaggio di gruppo della settimana settimana ad Amsterdam e aveva anche da svolgere tre consulenze con i clienti. 

Lui fermò l'auto e si voltò a guardare Alma. Non aveva voglia di lasciarla, ma per forza di cose quel pomeriggio avrebbe dovuto farlo. Non avrebbe guardato nessun altra ragazza, anche se intorno a lui ce ne fossero state venti. Avrebbe guardato solo lei in quel modo.

"Stasera ci vediamo?" Provò a chiederle, più la vedeva, meglio era per lui, ma anche per loro. Lei abbassò per un momento lo sguardo e abbozzò un sorriso. Le sarebbe piaciuto molto passare altro tempo con lui, ma doveva andare da Raúl per prendere le ultime cose che aveva lasciato a casa.

"Mi spiace, ma devo andare da Raúl." Si schiaffeggiò mentalmente, quando non aggiunse altro, facendola sembrare agli occhi di Marco ciò che in realtà non era.

"Ah." Lui rimase interdetto, senza sapere cosa rispondere. Era stata così diretta che non sapeva neanche come avrebbe dovuto reagire. La prima reazione era gelosia, gelosia pura perché non voleva che Alma cadesse di nuovo tra le braccia di lui.

"È solo per..." Lei tentò di riparare la situazione, mettendosi i capelli dietro le orecchie. Ma venne interrotta da Marco.

"Non ti devi giustificare con me."

"Vero, non devo farlo." Lei abbassò lo sguardo, pentendosi subito di quelle parole. Non sapeva perché si erano ritrovati ad un tratto a dispiacersi uno per le parole dell'altro. Alma non voleva far finire in quel modo quella discussione, voleva solo essere sincera. Erano stati così bene e ora per il suo ex dovevano discutere? Lei scosse il capo, mentre Marco era rimasto in silenzio. Neanche a lui piaceva quella situazione.

"Ciao Marco." Lei si avvicinò e gli lasciò un bacio sulla guancia, mordendosi poi le labbra. Gli accarezzò il viso e sentì una cosa strana allo stomaco, quella morsa che si sente prima di piangere.

"Ciao." Mormorò soltanto, senza nemmeno guardarla. La vide allontanarsi fino a che non svoltò l'angolo, poi voltò il capo e diede un colpo al volante. Cosa diavolo era appena successo? Non doveva far finire così quell'uscita. Ora sia lui che lei partivano e non capiva nemmeno come erano arrivati a salutarsi così, nulla aveva senso e avrebbe voluto solo tornare indietro nel tempo.

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Alma strofinò le mani una con l'altra per tentare di tranquillizzarsi. Era la prima volta che tornava in quella casa dopo del tempo e le faceva uno strano effetto. Anche rivedere Raúl non sarebbe stata una cosa facile. Certo, in quei giorni si erano sentiti per messaggio, ma vederlo dal vivo era tutta un'altra storia. 

Lui le aprì la porta e sorrise, salutandola. Alma ricambiò e non appena si avvicinò di qualche passo, lui risolse il problema di come salutarsi, lasciandole un bacio sulla guancia. Lei si sentiva così strana, a disagio in un luogo che tempo prima chiamava casa sua.

"Vuoi qualcosa da bere? Di là ci sono i ragazzi." Alma si concentrò ed effettivamente si sentivano diversi schiamazzi provenienti dal salotto. Fino a qualche momento prima aveva passato gli istanti in una bolla. Fece un sospiro di sollievo, mentalmente. Almeno non ci sarebbero stati silenzi imbarazzanti.

"No grazie, Raquel è di sotto ad aspettarmi." Scosse il capo cordialmente e salutò i ragazzi seduti sul divano a giocare a Fifa. Chiacchierò per un attimo con loro e poi si diresse nello sgabuzzino, dove c'erano tutti i suoi scatoloni con i vestiti invernali, vecchi album e cose che nemmeno utilizzava più, ma che voleva tenere per ricordo. I ragazzi si proposero per aiutarla, anche con la scusa di salutare Raquel. Rimasero a parlare di sotto, era un po' che non si trovavano più tutti insieme e probabilmente non sarebbe più stato possibile, o forse era Alma che non lo vedeva possibile.

"Tu come stai?" Raúl si appoggiò di fianco a lei al muro e si voltò a guardarla. Lei era sempre bellissima, anche se quella sera era un po' stravolta.

"Io bene e tu?" Alma gli sorrise, incrociando le braccia sotto il petto. 

"Seriamente. Ti vedo strana." Raúl le mise una mano sulla spalla. Alma sospirò. Non aveva nemmeno litigato davvero con Marco e ci aveva pensato tutto il pomeriggio. Ma quei pensieri che anche se ti concentri, non riesci a farli uscire dalla testa. 

"Diciamo che non si è rivelata la giornata che sarebbe dovuta essere." Fece un sorriso tirato e fissò il suolo, mordendosi il labbro. Si rese conto in quel momento che lasciare Raúl era stata la cosa più giusta da fare in quel momento della sua vita.

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NO POVERINI

E ora? Quanto amo questo drama (((:



Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora