26 - No lo sientes

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Marco stava guidando verso casa, dopo aver passato la serata da Lucas, insieme a Nacho. Era relativamente presto, circa le 22.30 e non sapeva se fermarsi a prendere sushi oppure mangiare qualcosa a casa. Uno strappo alla regola non avrebbe fatto male a nessuno, ma non aveva voglia di scendere dall'auto. 

Il flusso di pensieri fu interrotto dal telefono, collegato al bluetooth dell'auto, che suonava. Isco lo stava chiamando e quando rispose, sentì un grande trambusto, la voce di Sara e poi quella del suo amico. "Lo devo fare!" "Nono sono fatti tuoi!"

"Isco?" Marco provò, incerto e confuso, non capendo cosa stesse succedendo. Passò una mano dietro la nuca, attendendo una risposta.

"Sara mi sta ammazzando perché no dovrei dirtelo, ma - ahia, smettila - Alma e Raúl si sono lasciati qualche giorno fa." Spalancò gli occhi e sospirò, stringendo le mani al volante. Nel frattempo cercava di fare mente locale. Se si era lasciata era sicuramente andata a stare da Raquel e una volta l'aveva portata da lei.

"Davvero?" Domandò, facendo inversione. Non voleva perdere altro tempo, non sapeva cosa voleva dirgli, ma certamente dopo una scoperta del genere non sarebbe stato con le mani in mano. Voleva parlarle.

"Si, l'ho sentita poco fa. Saluta il tuo amico che ha sacrificato la sua vita per te." La voce di Sara rimbombò nell'auto e Marco rise, toccandosi i capelli. Erano esilaranti quando stavano insieme.

"Non fargli troppo male, l'ha fatto per una buona causa. Grazie mille Sara, è da Raquel vero?" Marco lo chiese con il sorriso e lei confermò, salutandolo. Stava cercando di formulare un discorso sensato, ma non gli veniva in mente nulla di rilevante da dire ad Alma. O meglio, avrebbe voluto dirle un sacco di cose, ma lei si era appena lasciata e aveva una paura folle di sbagliare. Alcune volte osava mentre le parlava, ma probabilmente in quel momento sarebbe stata molto vulnerabile. Chissà quanto ci era stata male. Certo, era felice che si erano lasciati, ma gli dispiaceva allo stesso tempo, perché sapeva che Alma era molto legata a Raúl e lei non avrebbe più dovuto soffrire.

Quando lei aprì la porta, lo sguardo mutò in sorpreso. Era struccata, aveva i capelli legati in una coda e aveva già messo il pigiama. Le sue gambe erano incrociate e le labbra erano una linea. Lo salutò, facendo un sorriso tirato. La reazione di Alma non fece scoraggiare Marco, che dopo averla salutata, le aveva chiesto di andare a fare un giro. Lei lo aveva guardato, aveva guardato il suo outfit e aveva riso.

"Si, però rimaniamo in macchina." Alzò le sopracciglia e poi si voltò per mettere le scarpe. Non si aspettava di vederlo lì ed era piuttosto interdetta, anche perché non sapeva che tipo di incontro avrebbe dovuto aspettarsi. Ora poteva succedere qualunque cosa, se avesse voluto.

"Per me va bene." Lui scosse le spalle, salutando Raquel che comparve dalla porta della cucina. Sorrise scuotendo il capo e si avvicino ad entrambi, porgendo il telefono alla sua amica. Gli baciò la guancia e si scambiarono uno sguardo di intesa.

"Ciao Marco. Portamela a casa ad un orario decente." Alma roteò gli occhi e rise insieme agli altri due. Raquel si stava ancora trattenendo rispetto ai suoi soliti standard.

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"Mi dispiace Alma." Erano fermi nei posteggi del Mc Donald e lui aveva approfittato di quel momento di silenzio per iniziare quel tipo di conversazione. Non ne avevano ancora parlato, ma lei aveva capito a cosa si stesse riferendo. Sospirò e guardò Marco, con un'espressione contrariata. 

"Non è vero." Quella frase la disse d'istinto, senza pensare, perché effettivamente non credeva che Marco fosse dispiaciuto dalla loro rottura. Anzi, non poteva far altro che trarne guadagno.

Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora