Alma rise, mentre Raúl spostava i capelli dal suo collo per farle il solletico."Smettila!" Esclamò, cercando di intrappolargli le mani tra le sue. Lui rise e le diede un bacio, prima di giungere davanti alla porta di casa. La coppia era andata in un centro commerciale, per cercare un nuovo armadio per la loro camera, siccome Alma aveva decisamente troppi vestiti. In casa c'era troppo rumore per essere che c'erano solamente Talía e Leticia, ma i due ragazzi non ci fecero nemmeno caso prima di entrare con i sacchetti contenenti altre compere, come le candele profumate alle vaniglia.
Alma sentiva l'odore della tortilla della mamma, era già la seconda volta che gliela faceva in quella settimana. La ragazza sorrise, per poi dire un ciao generale appena dopo Raúl. I due attraversarono il corridoio e il ragazzo si diresse in cucina, lui e sua suocera chiacchieravano sempre molto insieme. Erano due persone a cui non mancava mai la parola.
"Talía, di nuovo la tortilla! Gracias." Raúl la affiancò per vederla mentre preparava gli ingredienti da aggiungere nell'impasto.
"Figurati cariño! Tutti vanno pazzi per la mia tortilla, infatti al supermercato ho incontrato Marco e ho invitato anche lui!" Esclamò sorridente, armeggiando con i mestoli che le servivano.
Nell'altra stanza Alma stava per avere un mancamento. Si era portata una mano al petto nel vedere Marco nel salone di casa sua a giocare a baraja insieme a Leticia e Raquel. Lui le aveva fatto un mezzo sorriso e le aveva spiegato tutto - Alma sapeva da sé quanto sua madre potesse risultare insistente - e si era scusato, ma non aveva potuto farci molto. Inoltre Talía era sempre stata presente nella vita di Marco: appena i due ragazzini si erano messi insieme, la mamma di Marco era venuta a mancare per una malattia. Così piccolo a dover affrontare una cosa così grande.
"Figurati Marco, conosco mia madre."Annuì la ragazza, avvicinandosi e lasciandogli un bacio sulla guancia. Alle altre due diede dei baci volanti e poi fece retromarcia perché doveva parlare con Raúl. Lo incontrò nel corridoio, con la mascella contratta. Alma fece un'espressione dispiaciuta, non le piaceva quella situazione. Appoggiò le mani sul suo petto e gli diede un bacio. Lui era un po' rigido, ma aveva ricambiato.
"Non è colpa tua, non posso essere arrabbiato." Scrollò le spalle, facendo una smorfia. Era così: non poteva prendersela per un fatto di cui Alma non sapeva nulla. Lei era probabilmente più in difficoltà di lui.
"Mi raccomando, lo hai già conosciuto, niente battute scomode o robe del genere, parlate di calcio, entrambi lo amate muchísimo." Lei si assicurò di un paio di cose e diede ancora un bacio a Raúl che le diede una pacca sul sedere. Lei rise e le fece la linguaccia, sollevata per aver evitato una litigata con il suo ragazzo.
Marco si sentiva a suo agio nel posto sbagliato. Nemmeno in un film succedevano quelle cose, eppure si sentiva all'interno di una quotidianità che gli mancava da molto tempo. Alla fine erano sempre lui, il padre e il fratello, non che questo non gli andasse bene, anzi, ma in cuor suo sentiva tutto quello come qualcosa di già vissuto e stava bene. Come al solito, aveva stracciato Leticia a carte e lei lo aveva accusato di barare. Anche la sua nuova avversaria se l'era cavata male e alla fine aveva deciso di lasciare le due perdenti a giocare tra di loro e iniziare a parlare con Raúl. Mica sarebbero potuti rimanere in silenzio tutto il tempo.
Notò Alma dare uno sguardo nella loro direzione prima di attraversare il salone e portare con sé le ragazze per prendere le cose per apparecchiare. Era preoccupata e si percepiva, ma come biasimarla? Marco e Raúl per quanto stessero parlando senza alcun problema, avrebbero potuto trovare in due secondi un buon pretesto per rendere quella serata un inferno.
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"Raúl io non vengo mai qui, ma Alma almeno te le ha fatte vedere le foto di quando era piccola?" Avevano finito di mangiare da una buona mezz'ora e ovviamente Talía non si era limitata a preparare la sua prelibatezza numero uno. Aveva fatto anche la paella e i gamberi di pesce fritti. Le tre ragazze si erano alzate ed avevano iniziato a sparecchiare, dopo aver concluso una discussione divertente che durava da tutta la cena, ricordando i vecchi tempi e su quanto fosse permalosa Alma quando era una bambina.
"Mama!" Si sentì la voce squillante di lei dalla cucina, mentre la madre trafficava in un comò e aveva fatto un gesto evasivo con la mano.
"No, mi piacerebbe molto." Talía gli diede l'album tra le mani e lui iniziò a sfogliarlo, ancora seduto al tavolo di fianco a Marco. Lui lo guardava insieme, ridendo talvolta alle pose che faceva da piccola. Era abbastanza egocentrica durante l'età dell'asilo. Alma, quando veniva richiamata per le foto, si voltava, appoggiava le mani sui fianchi stretti e sorrideva, con l'intento di mostrare tutti i suoi denti. Risero tutti insieme, mentre le ragazze ancora facevano andi e rivieni dalla cucina, per preparare il dolce.
"Questa gliel'ho scattata io." Marco fermò la pagina, notando una foto fin troppo familiare. Erano arrivati fino al periodo dell'adolescenza. In quell'immagine Alma aveva sedici anni, portava dei jeans non troppo stretti e una maglia che lasciava scoperta un po' di pancia. Probabilmente era primavera, perché dietro di lei c'era il luna park. Il vento quella sera le muoveva i capelli in modo incantevole e non era nemmeno truccata a causa delle forti allergie al polline che aveva quando era più piccola.
"È bellissima." Disse Raúl, sorridendo.
"Lo so." Marco rispose di getto, senza badare alle conseguenze. Il ragazzo alzò il viso verso di lui e ora si guardavano con uno sguardo che non pareva molto pacifico. Marco pensò a quanto fosse stupido Raúl. Non perché lei ora era impegnata, che non la riteneva più la ragazza più bella al mondo.
La tensione si percepiva nell'aria e nessuno dei due aveva intenzione di abbassare lo sguardo, nemmeno quando si accorsero che Alma era arrivata nella stessa stanza e li stava guardando.
"Volete la torta di limone, vero?" Esordì Leticia entrando in sala e capì subito di essere entrata nel momento adatto, dopo lo sguardo della sorella. I due distolsero lo sguardo, finalmente, guardando le sorelle in piedi poco davanti a loro. Entrambi annuirono e Raúl si alzò in piedi e andò verso Alma, mentre lei ancora guardava Marco confusa e preoccupata. Non le era piaciuta quell'occhiata. Il suo ragazzo le diede un bacio e la trascinò in cucina con sé, lasciando da soli Leticia e Marco.
Il ragazzo chiuse con un gesto brusco l'album e Leticia si sedette di fronte a lui. Marco alzó lo sguardo, trovando degli occhi divertiti che lo fecero sorridere sinceramente.
"Pensavo che sarebbero partiti prima i cazzotti!" Esclamó facendo un occhiolino. Leticia sapeva che non era una situazione facile, non avrebbe mai voluto trovarsi nella situazione di sua sorella. Marco era sempre stato il punto debole di Alma.
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Lo ammetto, volevo fare partire la rissa ma non mi sembrava adatto!
So che i momenti di interazione tra di loro non sono chissà cosa, abbiate ancora qualche giorno di pazienza.
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Más que nunca || Marco Asensio
Fanfic"Alma non passerà mai, vero?" "No, Alma non passerà mai." Alma e Marco si ritrovano a Madrid dopo tre anni. Tre anni in cui si erano dimenticati. Ma probabilmente il fatto di essersi dimenticati era solo una loro convinzione.