11 - No pasa nunca

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Marco era in quella stanza con il corpo, ma la mente era da un'altra parte. Non sapeva nemmeno dove, ma non riusciva a focalizzarsi sul momento che stava vivendo. Melisa era arrivata a casa sua un'oretta prima, facendogli una sorpresa con un tempismo davvero orribile. Voleva dormire quel pomeriggio, era stanco per gli allenamenti e la notte prima non aveva dormito molto. Lei gli stava accarezzando la mano, con la testa appoggiata sulla sua spalla e il corpo rannicchiato sopra di lui. Stavano guardando una puntata de La casa de papel insieme, ma sicuramente il ragazzo avrebbe dovuto vederla di nuovo a causa della distrazione continua.

"Cos'hai oggi? Sei strano." Melisa si voltò per guardarlo, con un'espressione confusa. Marco scosse il capo e passò una mano sul viso. 

"Ma no, tutto a posto." Sbuffò scrollando le spalle, non aveva voglia di affrontare una discussione in quel momento, benché avrebbe dovuto chiarire il problema formatasi con Alma. 

"Sei freddo Marco." Constatò lei, con un tono che esprimeva sufficienza. Lei appoggiò una mano sulla gamba di lui e Marco non si scompose e non provò nemmeno ad avvicinare la sua. Non voleva.

"Vuoi che sia sincero?" Sospirò dopo qualche istante di silenzio. Lei annuì sorridente, sorriso che subito svanì dopo aver udito le parole di Marco. Ritrasse di scatto la mano dalla gamba del ragazzo e il suo sguardo tramutò in ferito.

"Non ho più la voglia che avevo all'inizio di vederti."

"Come scusa? E me lo dici così?" Alzò il tono di voce, era ferita ed infastidita e non credeva che Marco glielo avesse detto così, svogliato e come se avesse avuto voglia di liberarsi al più presto di lei.

"Perché hai scritto quel messaggio ad Alma?" Marco ridusse gli occhi a due fessure e cercò quelli della ragazza, i quali giravano intorno a lui. Lei li alzò al cielo e sbuffò sonoramente, muovendosi nervosa sul divano. I loro corpi non si stavano più nemmeno sfiorando.

"Gira tutto intorno a lei, Marco." Alzò le braccia al cielo, portando poi le mani tra i capelli. Tutto finiva per essere ridotto ad un'unica persona, Alma. Melisa non ne poteva più di questa Alma che era arrivata a incasinare il suo meraviglioso rapporto con Marco.  Lui si sedette meglio, appoggiando i gomiti sulle gambe.

"Prima cosa, non è vero. Secondariamente ti sembra il caso di scrivere una cosa del genere a una persona che nemmeno conosci?" Marco voleva proprio capire come aveva intenzione di giustificarsi di quelle parole. Ci aveva pensato, ma non aveva trovato nemmeno una scusa plausibile. Era grande e matura, questa non era la maniera per gestire quelle determinate situazioni.

"In quel momento ero incazzata, va bene? Le vostre foto, ho visto un paio di commenti su Instagram, le vostre foto vecchie trovate sempre su Instagram..." Lei continuava a gesticolare, elencando tutto ciò che l'aveva portata a scrivere quel messaggio, Marco la guardava impassibile, non sembrava nemmeno lui.

"Si ma ti ricordo che non stiamo insieme, contrariamente a quel che dici tu." Fece una chiara allusione alla frase della dopo il clasico e Melisa abbassò il capo, mordendo il labbro. Sentì la sua risatina amara, come a ricordare quel momento con delusione.

"Dio Marco l'ho fatto perché da quando è tornata lei non sei più lo stesso. Sei freddo, assente e questo mi infastidisce." Sbottò allora Melisa, prendendo Marco in contropiede. Rimase dei secondi il silenzio, a ragionare sulle parole della ragazza e gli bastò una manciata di secondi per capire che aveva ragione.

"Fatti due domande allora." Rispose, scatenando il lei una reazione repentina. Si alzò in piedi, prese la borsa e infilò le scarpe, senza proferire parola.

"Si, va bene, addio." Disse infine, prima di sbattere la porta. Marco si lasciò andare sul divano sbuffando sonoramente. Si era tolto un peso assurdo e sinceramente non sapeva se l'avrebbe richiamata per chiarire, non ne valeva la pena. Almeno gli aveva fatto capire una cosa, per lui Alma non avrebbe potuto mai essere un'amica. Si massaggiò le palpebre, pensando a cosa fare. In realtà c'era ben poco da fare. Lei era fidanzata e non poteva provarci se non voleva risultare lo stesso di tre anni prima. Igor lo chiamò nel momento giusto, rispose e non perse tempo per parlare con suo fratello.

"Ho litigato con Melisa."

"Per?"

"Alma." Igor rimase dei secondi in silenzio, pareva si fosse fermato a riflettere, poi sospirò.

"Alma non passerà mai, vero?" Chiese, già conoscendo la risposta.

"No, Alma non passerà mai." Ammise Marco.

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Alma non lo sapeva, ma anche Raquel conosceva Sara. Era capitato che qualche giorno prima le due avessero parlato, mentre la sua amica lavorava al bar. La sera dopo si erano ritrovate tutte e tre a parlare di quanto fossero stressate in quel periodo, Sara per il film, Raquel per la tesi e Alma per il litigio con Raúl. Sara aveva proposto una seduta yoga a casa sua, aveva fatto ei corsi per autogestirsi e sarebbe stata felice di aiutare le due ragazze. Così durante quel fine pomeriggio, si trovavano da sole a casa Alarcón, a luci spente e tapparelle abbassate, con le candele accese e un tappetino sotto di loro. Alma stava evadendo da ogni pensiero negativo che attanagliava la sua vita in quel periodo. Lei e Raúl avevano fatto pace, ma non aveva di certo dimenticato le parole sentite. Sua sorella le aveva consigliato di lasciar perdere; spesso da arrabbiati si dicono cose che in realtà non si pensano. Proprio la frase che aveva usato lui per giustificarsi.

"Ragazze, vi fermate qui a cena? Non accetto un no!" Sara sorrise cortese, mentre schiacciò il pulsante per far alzare le persiane. Raquel accettò con un sorriso, ma Alma era un po' scettica. Forse sarebbe stato meglio andare a casa e passare un po' di tempo con Raúl, dopo la litigata ne avevano bisogno entrambi.

"No grazie, devo andare a salvare la mia relazione." Ironizzò Alma, prendendo il cellulare per guardare l'ora. Erano quasi le venti.

"Problemi gravi?" Le chiese discretamente Sara, con un sorriso rassicurante. Intanto fece segno alle ragazze di seguirla in cucina, dove bevvero un po' di succo alla pesca.

"No, solo un periodo un po' particolare." Rispose scrollando le spalle e ricambiando il sorriso. 

"Interessante triangolo amoroso con attuale fidanzato ed ex." Raquel fece un occhiolino e alzò più volte le sopracciglia, provocando le lamentale divertite di Alma e le sue risate e quelle di Sara.

"Beh, immagino che per lui non sia facile accettare Marco." Sara annuì, portando poi una mano alla bocca e facendo una faccia mortificata. Alma era confusa, ma ci mise due secondi a formulare un'ipotesi che venne confermata dalla ragazza stessa. "Ops, non dovevo dirlo. Me lo ha detto Isco l'altra sera, quando ci siamo conosciute." Abbozzò un sorriso. Non le diede fastidio, Sara lo aveva detto in modo innocente, non con cattiveria.

"Figurati!" Alma fece un gesto evasivo. Quelle cose prima o poi si venivano a sapere. "Beh si, la ragione principale è quella. Poi stiamo anche insieme da qualche mese e questo è il nostro primo momento difficile." Spiegò. Sara sembrava comprensiva, era anche più grande di Alma e magari avrebbe potuto darle qualche consiglio.

"Si, prima si sorridevano e scopavano." Raquel scatenò l'ilarità di tutte e tre, era sempre la più cretina quando si era in compagnia. Sara scosse il capo portando le mani al viso e Alma era rossa sia per l'imbarazzo che per le troppe risate. Si interromperono quando la voce di Isco si fece spazio in casa, sembrava molto felice.

"Amor, mi hanno convocato per il mondiale!" Esclamò dopo aver salutato le altre due. Avevano entrambi due sorrisoni e dopo aver sentito quella notizia il primo pensiero di Alma andò a Marco.

"Amor estoy mucho feliz para ti! Mi campeón." Sara si aggrappò al suo collo e gli diede un bacio, erano veramente dolcissimi.

Una volta uscita di casa, Alma ci mise pochi secondi a prendere il cellulare e scrivere a Marco, era curiosa di sapere se lui fosse stato convocato. Era abbastanza sicura della sua convocazione, sentiva belle parole su di lui da quando si erano rincontrati, però ricevere un suo audio in cui felice gli diceva che si, era stato convocato, era cento volte meglio.

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Non ho grandi cose da dire su questo capitolo, se non che almeno Marco si è liberato di quella palla al piede.




Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora