14 - Buena suerte

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"Alma vieni dieci minuti nel mio ufficio, prima di andare." Queste erano le parole che le aveva detto il capo. Non era agitata, perché dall'espressione rassicurante del suo capo non c'era nulla di cui preoccuparsi. Più che altro era curiosa di sapere che cosa avesse da dirgli. Sistemò la scrivania, raccattò le sue cose dal retro e poi già con la borsa in mano chiese il permesso per entrare nell'ufficio. Il suo capo, un cinquantenne simpatico, con la pancia sproporzionata  e un neo di fianco all'orecchio destro, la fece accomodare e le chiese come stava.

"Allora signorina Fuentes, la chiamo per un motivo semplice. Lei qui da noi è la persona che sa più lingue, lavora con KUONI da circa un anno e non ci ha mai dato problemi, sempre seria e diligente. Piace ai clienti e molti le sono affezionati. Per questi numerosi motivi ho pensato di promuoverla. Oltre alle consulenze per i clienti, si occuperà del ramo dei viaggi organizzati. Li programmerà e accompagnerà. Che ne dice? Si farà qualche viaggetto d'ora in poi." Alma era stupefatta, il suo capo giocherellava con la penna e la guardava sorridente, mentre lei stringeva forte le mani una con l'altra. Era entusiasta. Poter sfruttare di più le sue competenze linguistiche e viaggiare e magari visitare posti che non aveva ancora visto. Il sogno della sua vita. "Si prenda qualche giorno per pensarci." La rassicurò. Alma non aveva bisogno di pensarci, la sua risposta era un si, ma prima voleva parlare con Raúl.

"La ringrazio moltissimo, le farò sapere al più presto." Annuì, portando una mano sul cuore.

"Si figuri, lei se lo merita. Ora la congedo, buona serata." Alma si alzò e diede la mano la suo capo, uscendo dall'ufficio spensierata.

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Casa Alarcón le pareva quasi più grande della prima volte in cui vi era entrata. Anche lei voleva averne una così grande. Così grande che non udì subito la voce di Marco che parlava con Isco. Subito le venne in mente quella telefonata a poi quello che le aveva detto Raúl e decise di comportarsi come se nulla fosse accaduto, disinvolta. Dalle parole capì che di lì a poco sarebbero partiti per la ciudad de la Roja, per poi andare in Russia per il mondiale.

"Marco, buona fortuna. Ho voglia di festeggiare quest'estate." Alma abbracciò il ragazzo, stringendogli le braccia al collo. Lui aveva le mani sulla sua schiena bassa, che premevano per stringerla a sé. Gli sarebbe mancata moltissimo, forse anche per questo la trattenne un po' di più tra le sue braccia.

"Sapessi io, spero di fare bene." Passò una mano dietro la nuca, continuando a guardare Alma, che gli dedicò uno sguardo rassicurante. Era il primo mondiale di Marco e a lui pareva un sogno rappresentare la Roja a poco più di vent'anni.

"E farai bene, dopo tutti i sacrifici che hai fatto." Alma appoggiò una mano sulla sua spalla. Marco la prese e la strinse insieme alla sua.

"Che abbiamo fatto." Disse, perché lei per lui, aveva fatto molto. Non sapeva se sarebbe riuscito ad arrivare fino a quel punto, senza Alma. Lei sorrise ma un istante dopo fece scivolare la mano da quella del ragazzo. Le sembrava troppo. "Non devi perderti nemmeno una partita della Spagna." Marco cambiò discorso repentinamente, accortosi dello sguardo di disagio di Alma.

"Ovviamente." Lei sorrise, prima di essere interrotta da Isco.

"Controlla la mia ragazza stasera." Lui le sorrise, affiancando Marco e facendo ridere Alma. Le era capitato poche volte di vederli insieme, ma lui e Sara erano una meraviglia, una coppia bellissima, fresca e super divertente.

"Hei!" Si sentì la sua voce lamentosa dalla cucina. Mentre la guardava ridere, Marco

"Io mi sa che non vengo stasera, mi sono innamorata." Aggiunse Raquel, mentre giocava seduta sul divano con Isco Jr. Mentre la guardava ridere, Marco pensava se Alma avrebbe sentito la sua mancanza almeno la metà di quella che avrebbe sentito lui. Gli sarebbe mancata, senza che nemmeno fossero qualcosa, perché aveva imparato ad apprezzare quei piccoli momenti in cui erano insieme.

"Sei pronto?" Chiese Isco a Marco, dandogli il cinque. "Prontissimo." Replicò prontamente lui, ricambiando la stretta di mano. Ad Alma pareva surreale quella scena, due mesi prima non se la sarebbe mai immaginata. Salutare due calciatori che iniziavano il percorso del mondiale. E tra questi c'era Marco.

I tre lasciarono un momento a Sara, Isco e il piccolo per salutarsi, ma in qualunque caso i due lo avrebbero raggiunto in Russia. Alma guardò per un attimo la coppia scambiarsi un bacio e immediatamente le venne in mente quel giorno in ascensore. Sentì una fitta al cuore pensando che ancora Raúl non lo sapeva e lei per codardia non glielo aveva detto. Gli aveva fatto molti discorsi durante la loro conoscenza e all'inizio della relazione, inerenti alla fiducia e alla sincerità che dovevano assolutamente esserci in una coppia. Ora era lei quella a non rispettare i suoi principi, per colpa di chi glieli aveva fatti imporre questi principi. Alma si diede uno schiaffo mentale. Non era colpa di Marco, era esclusivamente colpa sua, era lei quella fidanzata. Si sarebbe dovuta fare coraggio.

Marco notò che Alma era soprappensiero anche mentre la guardava, prima di uscire di casa. Voleva darle un ultimo saluto, ma lei non glielo permetteva, con lo sguardo spento a fissare chissà cosa. Non l'aveva avuta per tre anni e ora non poterla osservare per un mese gli sembrava troppo.

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Alma aveva proprio bisogno di uscire e svagare un po'. I pensieri la tartassano e una serata in discoteca a ballare, ridere e scherzare era l'ideale. Era un po' che non faceva una serata con le sue amiche, di solito uscivano sempre insieme ai fidanzati, ma quella volta sarebbero state da sole, insieme a Sara. Raúl le aveva inviato un messaggio in cui si raccomandava e diceva che se ci fosse riuscito, l'avrebbe aspettata. I giorni in cui lui sembrava assente erano passati, era tornato il solito, il suo fidanzato. Non sapeva perché in quel periodo era stato così distante mentalmente. Forse avevano bisogno di un po' di tempo solo per loro, tempo che avevano avuto quando erano stati tutta la serata nella vasca da bagno.

"Sei uno schianto!" Commentò Sara, guardandola dall'altra parte del salone. Alma indossava dei pantaloncini larghi neri e un body di pizzo color pesca, il quale lasciava intravedere gran parte della sua schiena.

"Anche tu cara." Sorrise la diretta interessata, facendo fare una giravolta all'altra, che l'aveva appena raggiunta. Sara indossava una gonna a palloncino e una fascia bianca, che le faceva nudo un lembo di pelle sopra l'ombelico.

"Si, siamo bellissime, andiamo che le altre aspettano." Raquel le spinse verso la porta, ridendo. Lei invece indossava una tutina rossa monospalla, che le donava moltissimo. Le amiche la fermarono, volendo a tutti i costi fare una foto. Non si sa per quale grazia dal cielo, ne bastarono solo tre per decidere quale fosse la loro preferita, poi Sara la pubblicò su Instagram.

Dall'altra parte di Madrid Marco e Isco erano intenti a scendere le scale per cenare con tutta la Selección. Marco scorreva la home di Instagram e istintivamente il suo dito si bloccò alla vista di quella foto. Alma era posizionata di profilo, con la mano sul fianco e un sorriso smagliante. Era una meraviglia vestita in quel modo, i capelli leggermente arricciati che le ricadevano sulle spalle e quel sorriso. Marco sbuffò, corrucciando la fronte come un bambino e passando la mano sul viso.

"Dios mío! Es guapísima y yo soy tonto." Borbottò, dando il telefono a Isco freneticamente. L'amico lo guardò confuso e poi vide la foto. Ridacchiò, notando anche quanto fosse bella la sua ragazza.

"Si, eres tonto pisha." Confermò, dandogli una pacca sulla spalla ridendo ancora. 

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Ecco il capitolo promesso ieri! Cosa ve ne pare? Sono accetti consigli.

Ps: da non sotto valutare la prima parte!!



Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora