Il centro di Palma ricordava tante cose ad entrambi. Tanti momenti, tante esperienze, tante emozioni. Ma tornare lì era sempre così, tutto ricordava il passato e questo faceva piacere a tutte e due. Si tenevano per mano passeggiando, alla ricerca di qualcosa da regalare al loro futuro nipote, mentre ogni tanto indicavano un posto e ricordavano cosa era accaduto lì.
Un set di tutine per ogni giorno della settimana rapirono l'attenzione di Alma, che trascinò dentro Marco di fretta. Rimase incantata a vedere tutte quelle scarpette così piccole e il suo sorriso si ampliò pensando che stava dedicando quel tempo a suo nipote. Alla fine si era fatta prendere la mano e aveva comprato diverse cose, ma in quanto zia non si sentiva per niente in colpa. Li aveva spesi per una bellissima causa. Mentre ripercorrevano di nuovo il vialetto, Marco costrinse Alma a fermarsi in un bar perché aveva bisogno di calorie. Lei fece la battuta dell'alimentazione dei calciatori e lui le mise la mano sulla bocca per evitare di continuare a sentire cose che l'avrebbero fatto sentire in colpa.
"Dove ti porto durante le vacanze di Natale?" Marco stava prendendo il primo cucchiaio del suo gelato al limone, mentre Alma era ancora intenta ad osservare quella meravigliosa fetta di cheesecake allo sciroppo di lamponi.
"Chi ha detto che voglio venire con te in vacanza a Natale?" Chiese con gli occhi ridotti a due fessure, cercando di essere il più seria possibile, ma lui aveva capito all'istante che si trattava di una delle sue tante prese per il culo.
"Ci vai con lui?" Chiese con le fronte corrucciata, quando vide una notifica sul telefono di Alma. Raúl le aveva scritto un messaggio. Non importava il motivo o il contenuto, il solo fatto che lui potesse ancora pensare alla sua lei, lo faceva arrabbiare. Alma lo guardò confusa, non capendo a cosa stesse alludendo. Sbuffò ma poi sorrise, quando capì, grazie allo sguardo di Marco indirizzato al suo telefono, a cosa si riferisse.
"Dai Marco, scherzi?" Chiese, prendendo il telefono in mano, dopo aver letto gli auguri per la gravidanza di Raquel da parte del suo ex. Raúl ogni tanto le scriveva, si erano comunque lasciati bene. Lui appoggiò il busto alla sedia, incrociando le braccia al petto.
"Mi dá fastidio Alma. Nemmeno ti immagini. Ma cosa vuole ancora?" Sbottò, alzando le mani al cielo esprimendo tutta la sua rabbia che provava per quella situazione. Alma era un misto tra annoiata e felice. Le piaceva vedere Marco geloso, ma lo urlavano anche i muri che per lei Raúl non era più niente e le pareva inutile soffermarsi così tanto sulla questione.
"Nulla, mi ha scritto di fare gli auguri a Leticia per la gravidanza perché non lo sapeva e avrà visto le mie storie su Instagram." Rispose, con tutta la calma che aveva in corpo. Era sempre stato così. Se si fosse scaldata anche lei avrebbero iniziato una vera e propria litigata. Marco era impulsivo, lei più riflessiva.
"Alma si capisce benissimo che ti sta ancora dietro. Non poteva scrivere a tua sorella?" Continuò, appoggiandosi con i gomiti al tavolo questa volta. Alzò gli occhi al cielo e continuò. "Ti mette like ad ogni post, lo vedo." Alma strabuzzò gli occhi. A momenti nemmeno lei se ne rendeva conto, mentre lui controllava i mi piace alle sue foto. Sbuffò di nuovo.
"Sei esagerato." Sentenziò, corrucciando la fronte e facendo una smorfia. Marco la guardò attentamente, percependo troppo menefreghismo da parte sua. Odiava quando lei non se la prendeva quanto lui per cose importanti.
"Mi fai arrabbiare anche tu se dici così." Borbottò, passando una mano tra i capelli. Alma non rispose subito e si prese del tempo perchè aveva capito che Marco non stava più usando quel poco cervello che aveva in quei casi. Appoggiò anche lei il busto sulle braccia, sorreggendo il capo con una mano.
"Sarebbe la nostra prima litigata seria." Sorrise, guardandolo negli occhi. Marco trattenne un sorriso, uscendo dal momento di trance e tornando a ragionare. Era incredibile quando era geloso.
"Dai Alma, sul serio." Disse poi, prendendole una mano e appoggiandola sul tavolo, per poi iniziare ad accarezzargliela. Lei portò la mano vicino al suo viso, mentre quella di lui la stringeva forte, e gli diede una carezza.
"Marco ma ti devo dire tutto? Non l'hai ancora capito che ci siamo lasciati per te? Perché ti deve dare fastidio se tra i due io ho sempre e solo preferito te?" Disse lentamente, dicendo per la prima volta ciò che in realtà era sempre stato, ma che non aveva mai ammesso a nessuno. Lui si sporse e le diede un dolce bacio a fior di labbra.
-
Alma entrò in camera soltanto in intimo, guadagnandosi una lunga occhiata da parte di Marco. Amava vederla con indosso l'intimo di pizzo, anche se in quel caso non erano combinati. Quando voleva sapeva essere estremamente elegante e raffinata e quei capi non facevano altro che accentuare il suo essere. Lei vide quell'espressione e scosse la testa, mentre prendeva i suoi pantaloncini della nazionale sul bordo del letto. Lui ridacchiò pensando a quanto fosse meravigliosa e al fatto che lui era l'unico a poterla vedere in quel modo. La guardò indossare i pantaloncini e poi passare a gattoni davanti a lui per prendere la maglia sotto il cuscino.
"Hei." Le fermò il polso, facendole rivolgere lo sguardo verso di lui. "Vieni qui." Disse a bassa voce, prendendole il mento tra pollice e indice per avvicinare le loro labbra. Un bacio così passionale da far restare Alma senza fiato, costretta a cambiare posizione perché le braccia che le sorreggevano il busto, cedevano. Passò le mani sugli avambracci di Marco, mentre lui ne appoggiò una dietro la nuca per avvicinarla a sé e una sotto la guancia. A lei vennero i brividi percependo tanta passione in un solo bacio. Quando si staccarono rimasero un attimo in silenzio e con gli occhi chiusi entrambi. Poi li aprirono e si sorrisero.
"Se mi baci così vuol dire che dobbiamo fare sesso." Fece una pausa. "Non lo dico io, lo dice il bacio." Alma lo spinse indietro, facendogli appoggiare la testa sul cuscino. Lui le accarezzò le cosce con lentezza, mentre - senza dire una sola parola, perchè non seriviva - aspettava che lei si avvicinasse per concretizzare le sue intenzioni.
"Quando torna tua sorella?" Chiese solamente, mentre sentiva i denti di Alma morsicargli la cartilagine dell'orecchio. Strinse forte la pelle sotto le sue dita, volendola sentire ancora più vicina a sé, se possibile.
"Tardi." I baci passarono sulla guancia fino a finire sulle sue labbra. "Tranquilo mi amor." Disse infine, con le mani che gli accarezzavano le spalle, senza nemmeno essersi resa conto di quello che aveva appena detto. Perché le era venuto estremamente naturale chiamare in quel modo Marco. Lui la guardò sorridendo, dopo essersi staccati per riprendere fiato. "Tú tambien eres mi amor." Non poteva credere a quel che aveva sentito. Anche Alma poteva sentire quanto gli batteva forte il cuore, nell'ascoltare quelle parole che testimoniavano che era totalmente coinvolta in quel rapporto, che in entrambi destava dei sentimenti nuovi. Nemmeno tre anni prima si sentivano così.
Lei non disse niente perché non sapeva cosa dire. Lo baciò soltanto. Soltanto, si fa per dire. I loro baci non potevano essere seguiti da un soltanto. Non rendeva nemmeno l'idea di ciò che provavano quando le loro labbra si sfioravano e quando le loro mani si cercavano.
---
FINALMENTE SI SONO CHIAMATI AMOR ci hanno messo un'eternità. Però né è valsa la pena, non sono super carini?
Vi annuncio che quello che verrà pubblicato giovedì sarà l'ultimo capitolo, piango.
STAI LEGGENDO
Más que nunca || Marco Asensio
Hayran Kurgu"Alma non passerà mai, vero?" "No, Alma non passerà mai." Alma e Marco si ritrovano a Madrid dopo tre anni. Tre anni in cui si erano dimenticati. Ma probabilmente il fatto di essersi dimenticati era solo una loro convinzione.