9 - ¿Qué sabes tú?

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Alma in quei giorni era stata sovrastata dai pensieri, tanto da destare sospetti addirittura in sua madre, che al telefono la sentiva assente. In realtà lo era, ma non lo voleva ammettere. Anche Raúl voleva capire cosa avesse la sua ragazza, ma lei negava e infondo voleva dire che così male non stava. In quei giorni la sentiva distante, ma era convinto che in una relazione dei momenti del genere fossero normali. Stavano insieme da nove mesi ed era normale avere dei periodi no. Raúl era convinto che tutto si sarebbe risolto per il meglio. 

Ad Alma scoppiava la testa, se ripensava a quel momento in ascensore. Ne aveva parlato con le persone a lei più fidate. Un pomeriggio era andata da Raquel e aveva fatto una videochiamata con la sorella, per parlarne, spiegare loro cos'era accaduto e per chiedere qualche consiglio. Consigli che non seguì, perché non voleva affrontare Marco. Aveva paura. Forse perché ne avrebbero dovuto parlare e forse perché avrebbe dovuto far i conti con una semplice domanda. Perché non si era spostata subito?

Ogni volta che guadava Raúl le si stringeva il cuore e si sentiva in colpa. Nel loro rapporto c'era sempre stata sincerità e in quei giorni si stava sentendo una bugiarda, una codarda che non voleva ammettere quel che aveva fatto. Dopo il tradimento di Marco, per lei anche mentire per una piccolezza era diventato un peso. Non voleva più alcuna bugia nella sua vita.

Marco era sempre più convinto di aver fatto una cazzata. Era evidente che lui e Alma si stessero volutamente evitando, per posticipare un chiarimento che prima o dopo sarebbe dovuto avvenire. Aveva parlato con Igor, Isco, Javi e gli altri di Palma. Ognuno aveva un'opinione diversa, ma nessuno conosceva Alma come la conosceva Marco. Ma forse nemmeno lui la conosceva più.

Aveva paura di averla persa un'altra volta, per un azione che in quei giorni si era convinto di aver fatto senza usare il cervello. Ora che aveva ritrovato l'unica figura femminile - estranea alla sua famiglia - che aveva portato solo positività nella sua vita, non voleva vederla andare via di nuovo. Ancora una volta per un suo errore, per giunta.

Dopo aver parlato con gli amici tutti erano giunti alla conclusione che avrebbe dovuto parlarle. Inoltre anche lei aveva qualcosa da dirgli, ma che per l'attacco di ansia non gli aveva riferito. Marco ricordava Alma così indifesa nelle sue braccia, che cercava appiglio nei suoi occhi, nella sua voce. Si era sentito come se erano solo lui e lei, per la prima volta dopo tempo. Senza Melisa e senza Raúl. Come a Palma.

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Alma si sdraiò sul divano, stendendo le gambe su quelle del suo ragazzo. La tv era accesa e lei la guardava distrattamente, non prestando attenzione a ciò che stavano trasmettendo. Scorreva la home di Instagram giusto per far passare il tempo, fino a che qualcosa non attirò la sua attenzione. Raúl stava guardando gli ultimi venti minuti della partita dei blancos, perché poco dopo avrebbe giocato il Barcellona. 

La ragazza si mise seduta e tentò di individuare Marco. Aveva uno stile di gioco bellissimo. Elegante e molta tecnica. Si ricordava dei pomeriggi passati dal ragazzo ad allenarsi al campetto, pomeriggi durante il quale non potevano vedersi, pomeriggi durante il quale magari lui vedeva lei. Alma scosse il capo, non aveva bisogno di ulteriori pensieri negativi. Portò le mani al viso e massaggiò lentamente le palpebre. Raúl si avvicinò e gli diede un bacio sulla tempia. Lei fece un sospiro e poi si appoggiò al divano, continuando a guardare il match.

Mancava una manciata di minuti alla fine e il risultato era bloccato sullo zero a zero, fino a che arrivò un calcio d'angolo rimediato da Marcelo. Cross dalla bandierina e pallone messo fuori da un difensore. E proprio lì si trova Marco, tiro al volo dai trenta metri, sotto l'incrocio. Alma sorrise soddisfatta e felice e automaticamente le sue mani si chiusero a pugno. Vederlo mentre faceva ciò che era quel che sognava le provocava uno strano effetto. L'inquadratura andò su Marco, che correva e sorrideva. E ad Alma vennero i brividi quando vide la sua esultanza, perché capì tutto. Le mani e lo sguardo al cielo, solo per la sua mamma. Si strinse nelle spalle e sorrise dolcemente. Quel momento fu interrotto da delle parole pronunciate da Raúl, le quali avevano infastidito Alma, molto infastidito.

"Guarda che sorrisino del cazzo che hai." La ragazza non ripose subito, ma la sua espressione mutò. Corrugò la fronte e volse lo sguardo lentamente verso il catalano. Lui non stava nemmeno più guardando la tv, aveva il cellulare in mano.

"Come, scusa?" Alma diede una possibilità al suo ragazzo, per evitare una litigata furiosa. Non le stava bene quando parlava senza sapere. Lui sorrise amaramente, bloccò il cellulare e lo gettò sul divano.

"Ma ti rendi conto di come lo guardi?" Le domandò, con un sorriso strafottente che gli solcava il volto. Era così irritato nel vedere la sua ragazza trattare la persona che le aveva fatto così male, come se nulla fosse accaduto. Lui avrebbe solamente voluto strozzarlo.

"Cosa stai insinuando?" Sbuffò Alma, leccandosi le labbra e sistemando i capelli dietro le orecchie. Non le piaceva il modo in cui il suo ragazzo si stava rivolgendo a lei.

"Da quando è tornato mi sta dando un fastidio atroce. E tu che gli vai dietro continuamente, non ti vedo nemmeno un po' rancorosa verso di lui. Gli sorridi come se nulla fosse successo. È andato a letto con un'altra per mesi. Sai, ti credevo con più carattere, Alma." Le tremavano le mani dal nervoso, si stava morsicando la guancia quasi fino a farla andare a sangue e nel suo viso poteva vedersi tutto lo stupore e il disappunto provocati da quelle parole. Combinate insieme avevano appena fatto infuriare Alma.

"Invece di dire cazzate e dire che non ho carattere, ragiona, informati prima di parlare! Sai perché lo guardo così, proprio ora? Sai cosa significa la sua esultanza? No, non lo sai, eppure stai sparando a zero su una persona e una situazione che nemmeno conosci." Si alzò in piedi, guardando negli occhi Raúl, il quale sebbene fosse incazzato, nascondeva lo stupore per la litigata che stavano avendo. Non si erano mai rivolti all'altro in quel modo, con tanta rabbia. 

"Non me ne frega chi è lui o cos'ha fatto. Mi interessa che tu sei la mia ragazza e questo che ti sta sempre intorno non mi sta bene." Anche lui si alzò, mettendosi con le braccia incrociate di fronte e a lei, mentre le sue erano diritte lungo il corpo, con le mani strette in dei pugni. Si guardavano negli occhi con sfida, ma non la solita sfida che contraddistingueva due ragazzi che si amano, quella che fa dire all'altro 'Resisto perché ora mi bacia lei'. Sfida, di chi vuole averla vinta, a qualunque costo.

"Gran bella considerazione della tua ragazza. Senza carattere, ma lo avrai tu il carattere!" Alma sputò queste parole. Aveva una voce tagliente e non ci mise molto tempo a raccattare il telefono e la giacca, percorrendo la casa ad ampie falcate.

"Di certo non tratterei così chi ha scopato con un'altra." Lui rise e questo non fece altro che alimentare la rabbia della ragazza. 

"Ma che ne sai tu."  Disse poco prima di richiudere la porta dietro di sé. Ma cosa ne sapeva lui, per davvero.

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Problemi in paradiso eheh!

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Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora