3 - Saber hablar muchas idiomas

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Alma controllò l'orologio, constatando che erano le dieci in punto. A momenti il Real Madrid sarebbe dovuto essere lì. Solitamente non erano i giocatori che andavano a prendere il biglietti, ma la società aveva avuto dei problemi all'ultimo minuto con la vecchia agenzia e Kuoni era stata avvisata solamente il giorno prima. La società aveva chiesto se sarebbe stato possibile far passare i giocatori a ritirarli, poco prima di partire verso l'aeroporto con il bus. Giocavano con il Las Palmas, squadra abbastanza abbordabile, per quel che aveva potuto leggere su internet. Anche se durante quella stagione il Real aveva fatto alcuni passi falsi, ritrovandosi quindi terzo in Liga. Era molto curiosa, dopo aver scoperto che Marco giocava nel Madrid più vincente della storia.

Le sue colleghe la stavano invidiando perché si stava occupando di una questione che riguardava dei calciatori, per lo più fighi, da quel che le avevano detto. Lei non conosceva tutti i componenti, conosceva i più importanti, Ronaldo, Ramos, Modric e l'allenatore, ma se lo ricordava per la testata nella finale dei mondiali e perché Marco ne parlava continuamente.

Marco non aveva capito come, ma tutto lo spogliatoio la mattina dopo sapeva che la ragazza che si era occupata dei loro biglietti era la sua ex storica. Li aveva ammoniti di non fare i cretini, di non fargli fare figure di merda e soprattuto di non mettere in imbarazzo Alma. Loro gli avevano dato la loro parola, mentre camminavano per lo stabile poco lontano dalla Ciudad.

Quando entrarono, furono accolti dalla voce di lei che li invitò ad avanzare fino alla sua scrivania. Erano in ventiquattro, quindi alcuni se la presero comoda e si sedettero sui divanetti. Lei li fece attendere un attimo, andando nella sala riunioni prendere i biglietti finiti. La squadra fu salutata dalle altre colleghe e qualche compagno fece i complimenti a Marco, mentre lui alzava gli occhi al cielo per le facce da sberle che avevano. Il ragazzo notò che tutte avevano una spilla sulla maglia e i tacchi neri lucidi, che riprendevano il colore della spilla. Alma era affascinante mentre camminava su quelli che lui sembravano dei trampoli.

"J'aimerai vraiment me la faire.*" Alma rimase interdetta, quando, mentre tornava, aveva sentito queste parole. Aveva guardato il ragazzo, non lo aveva riconosciuto, aveva sorriso e non era riuscita a trattenersi.

"Dans tes rêves, cher." Rispose ad alta voce, senza fissare il ragazzo. Amava questi momenti, conoscere più lingue era sempre un vantaggio. Alcuni la guardavano straniti, allora si rivolse a tutti, parlando in spagnolo. "Prima di ascoltare altre battute squallide in lingue che pensate che io non capisca, vi avviso che so parlare spagnolo, italiano, tedesco, inglese, francese, portoghese, albanese e un po' di turco. Bene, ora avrei bisogno della firma del capitano, che conferma che siete venuti a prendere i biglietti." Alma sorrideva cortese, mentre incrociò lo sguardo di Marco che le fece un occhiolino. Erano tutti sorpresi dal comportamento, eccetto lui perché la conosceva bene e sapeva quanto amava mettere a tacere chi se lo meritava.

Sergio Ramos si scusò, dicendo che alcuni erano molto stupidi, per poi rifilare un coppino a un ragazzo, proprio quello che aveva parlato. Alma aveva poi scoperto chiamarsi Hakimi e lui stesso si era scusato.

"Non sei cambiata neanche un po'." Marco era rimasto l'ultimo ad aver preso il biglietto e Isco era fuori ad aspettarlo. Aveva un buon rapporto con tutta la squadra, ma con il numero ventidue aveva un legame più stretto. Se aveva bisogno di un consiglio, subito dopo la sua famiglia, veniva lui, insieme agli amici di sempre. Quelli che una volta erano anche gli amici di Alma.

"Lo sai, mai mettermi i piedi in testa." Sorrise, mordendo la lingua tra i denti e porgendogli il biglietto aereo. Marco notò che aveva raccolto i capelli con un matita e si ricordò di quando lo faceva durante lo studio.

"Oggi parto in trasferta e non posso, ma dopodomani vorrei parlarti, va bene?" Chiese sicuro, guardando la ragazza che posò di nuovo lo sguardo su di lui. Alma non lo diede a vedere, ma era molto sorpresa da quella richiesta. Nonostante questo, annuì cortese.

"Si, certo. Scrivimi su Instagram."

"Va bene. Buon lavoro." Marco si allontanò di qualche passo, prima che la ragazza ricambiasse.

"Buona partita." Alma diede l'in bocca al lupo al ragazzo, pensando che quella volta sarebbe stata tentata di vedere alla tv la prima partita di calcio dopo essere stata lasciata.

-

Raúl stava guardando la tv, quando Alma rientrò in casa. Non si vedevano dal mattino del giorno prima e a lei era mancato molto il suo ragazzo. Lui sorrise quando la vide e la accolse tra le sue braccia non appena lei gli andò incontro. Alma si sistemò meglio sul suo ragazzo e tolse le scarpe, potendo allungare i piedi sul divano.

"Te he echado de menos, amor." Raúl strofinò le labbra sul collo della sua ragazza e ad Alma venne automatico sorridere. Prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente.

"Y tú también." Rispose, passando una mano tra i capelli biondi del suo ragazzo. Era completamente persa per Raúl, l'euforia dei primi mesi di relazione erano sempre meravigliosi, Alma amava sentirsi in quel modo. Amata e costantemente desiderata. Come in quel momento, in cui lui le baciava le labbra e iniziava a sbottonare la sua camicetta. Avrebbe dovuto preparare cena, ma non si oppose perché la voglia di lui le offuscava completamente il cervello.

"Quando hai quella faccia è perché devi dirmi qualcosa." Lui continuò tranquillamente ad accarezzarle la spalla nuda, mentre erano aggrovigliati nel lenzuolo. Lei sorrise e abbassò lo sguardo. La sorprendeva sempre vedere quanto la conoscesse bene, ormai.

"Come mi conosci bene." Alma arricciò il naso, facendo ridere il suo ragazzo, che poco dopo però la incitò a continuare. "Ho incontrato il mio ex." Rivelò, guardandolo con gli occhioni grandi. Lui sbarrò gli occhi, poi appoggiò la testa sul cuscino.

"Madre mia." Sbuffò, portando una mano sulla fronte. Alma sorrise, sentendosi in dovere di rassicurarlo.

"Non ti devi preoccupare, te l'ho detto perchè non dobbiamo nasconderci nulla, giusto?" Mormorò vicino al suo viso, per poi schioccargli un bacio sulla guancia. "Ecco, l'ho visto ieri e abbiamo chiacchierato un attimo, l'ho incontrato di nuovo oggi e mi ha chiesto se possiamo vederci, dato che vuole parlarmi. Io ho intenzione di accettare." Alma era bravissima ad esprimere i concetti facendoli sembrare sempre la cosa giusta, mai una parola di più, mai un parola di meno. Era bravissima a parlare e a convincere le persone di quel che diceva e questo spesso fregava Raúl, che ne era innamorato.

"Non mi va a genio questa cosa. Questo cretino pensa di ripiombare nella tua vita, così, come vuole?" Borbottò, mettendosi su un fianco e corrucciando la fronte.

"No, non gli permetterò di fare nulla. Vuole solo parlare. Non ti devi preoccupare, io ti amo." Disse ancora Alma, baciandolo più volte a stampo, mentre la mano di lui iniziò ad accarezzarle lentamene la schiena.

"Chi è questo? Fammi vedere una foto."

"Lo conosci, credo. È Marco Asensio, del Real." Alma rispose un po' incerta, perché Raúl era catalano e ovviamente del Barça. Lui allontanò di poco il busto da lei e risultava piuttosto stranito.

"Cosa? Non solo è il tuo ex, ma anche del puta Madrid." Sbottò, mettendosi seduto, con un'espressione allibita. Sapeva cosa aveva fatto, ma Alma non gli aveva mai detto chi fosse, non ce ne era mai stato bisogno.

"Smettila, dai." Lei si allungò verso di lui, dicendo queste parole con un'espressione furba e sorridente. Lui le afferrò i fianchi, farneticando qualche cosa.

"Lo sai che ancora non ti ho detto che va b..." Alma lo interruppe, posando un dito sulle sue labbra.

"Ssh." Mormorò, prima di baciarlo un'altra volta e scoppiare di nuovo d'amore.

—-

*"Mi piacerebbe davvero farmela."
"Nei suoi sogni, caro."

Voglio imparare tante lingue per smerdare le persone, lo avete capito?

Eccovi un altro capitolo e Alma sembra non pensare a Marco, chissà cosa succederà, quante cose ancora non sapete LALALA

4 giornate di mondiale, unica cosa positiva il Messico che l'ha messa nel culo ai crucchi bastardi che hanno avuto paura della bandiera simile alla nostra (nell'anniversario del 4-3 dei mondiali in MESSICO) ❤️

Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora