Alma si mise di profilo, per vedere come le cadeva la gonna dietro. Poi si girò nuovamente e sistemò di nuovo il body nero, per non far apparire troppo lo scollo. La gonna attillata rosa che arrivava sotto il ginocchio, le stava d'incanto, glielo aveva detto anche Raúl. I capelli erano legati in una coda alta e portava dei tacchi a punta lucidi. Sentí di nuovo il suo nome risuonare nella casa e decise di darsi una mossa. Quel giorno, finalmente, Raquel si sarebbe laureata e Alma era tanto fiera della sua amica. Avrebbe potuto fare ciò che le piaceva e non lavorare in un bar perché un lavoro troppo impegnativo le avrebbe limitato lo studio. I suoi genitori potevano garantirle un mantenimento, ma lei non era una ragazza a cui piaceva restare con le mani in mano, non le piaceva avere tutto pronto.
Alla facoltà di psicologia c'era tutta la sua famiglia, alcuni vecchi amici e il loro gruppo di amici. Mentre l'amica discuteva la tesi, sentí molti ragionamenti che le aveva fatto un sacco di volte, su cui si erano scambiare idee e opinioni. Era felice di poterla chiamare dottoressa, vederla con la corona di alloro e con quel sorriso soddisfatto.
"Chi é quel ragazzo?" Dopo aver fatto gli auguri alla protagonista della serata, la coppia si mise da parte, per aspettare il turno delle foto. Quando lei era tornata, si erano subito chiariti, Raúl l'aveva perdonata. Ma il rivederlo non aveva fatto cambiare le sensazioni che aveva provato quella sera a Mosca. Sensazioni che non sapeva come affrontare.
"Un cugino di Raquel." Alma rispose, vedendo che il suo fidanzato indicava con lo sguardo un ragazzo alla loro destra. Castano con una camicia bianca e degli skinny neri. Pareva avere più o meno la loro etá.
"Perché continua a guardarti?" Raúl le strinse il fianco e le baciò la tempia. Lei si strinse nelle spalle e sorrise.
"Perché sono bella." Si voltò e gli fece la linguaccia, mentre lui le rubò un bacio innocente. Alma non poteva negare di stare bene anche con lui.
"Tutti ti vogliono, ultimamente." Lui la guardò negli occhi, alludendo chiaramente a Marco. Lei non fece trasparire alcuna emozione dal suo sguardo e non rispose, perché non sapeva in che modo ribattere. Rimase solo stretta a lui.
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Marco sbuffò. Melisa gli aveva scritto ma lui non voleva averci piú nulla a che fare. Da quando si era reso conto che Alma sarebbe stata l'unica persona in grado di farlo felice, si era completamente dimenticato della questione Melisa. Si erano lasciati abbastanza male e forse si sarebbero dovuti incontrare per chiarire la situazione prima della partenza. Passò una mano sul viso e Isco come un avvoltoio, si mise seduto vicino a lui. Marco rise e gli diede il cellulare, senza aggiungere nulla.
"Dille che vuoi chiudere." Isco alzò le spalle, non capendo quale fosse il problema. Prese il telefono e iniziò a scorrere la home di Instagram, vedendo che l'amico stava riflettendo.
"Per messaggio mi pare brutto, no? Pensavo di vederla dopo il mondiale." Rispose Marco, fissando la chat.
"E tirarla così per le lunghe?" Disse subito Isco, alzando gli occhi al cielo. Era completamente pazzo a volersi portare dietro una ragazza di cui non era più interessato.
"Guarda." Mostrò al ragazzo di fronte a lui una foto di Alma e Raquel insieme, in cui la seconda indossava la corona di alloro e le forme di Alma venivano evidenziate da una gonna.
"Ti rendi conto chi ti facevi?" Isco vedeva Alma come una bella ragazza, ma da quando era innamorato di Sara tutte erano belle, ma niente di più. Lo faceva solo per stuzzicare Marco e vederlo disperarsi. L'amico lo guardò di sbieco, con un'espressione seria e lui non poté far altro che scoppiare a ridere. Aveva capito che era sempre stato un tipo molto geloso di Alma.
"È bellissima e l'ho persa per sempre." Si buttò sul letto a peso morto e gettò il cellulare dall'altra parte, pensando a quanto fosse meravigliosa Alma in ogni aspetto. Aveva anche un nome adatto a lei. Alma Sol, anima luce. Un'anima che splendeva. Era la sua essenza e tutto ciò che Marco vedeva in lei, le parole che avrebbe usato per descriverla.
"Dios mío come la fai tragica! Ti ha praticamente detto che se vuoi puoi averla, devi solo lottare." Isco non vedeva tutta la negatività di Marco nelle parole della ragazza. Si era esposta molto e lui doveva solo trovare i punti a cui poteva appigliarsi per riuscire ad averla di nuovo con sé. Il numero 22 se ne era accorto da sé, l'amore non ti faceva capire più niente e Marco ne era solo la conferma. Lo aveva visto così solo quando si trattava di Alma.
"Isco ho paura di farle ancora male." Scosse il capo, giocando con il colletto della maglia della nazionale. L'amico gli diede una sberla sul volto e lui ricambiò, per scoppiare a ridere.
"Sei stato tu il primo a farla innamorare, se ti comporterai come quando eravate dei ragazzini non le potrai fare male." Marco ragionò su quelle parole e pensando a come aveva fatto a conquistarla. Erano in classe insieme, quando lui ancora non studiava da privatista. Un po' di prese in giro e qualche battuta che la faceva arrossire, finché in gita non si erano ritrovati in giro da soli e lui non le aveva comprato una calla, il suo fiore preferito, e da quel momento avevano iniziato a frequentarsi.
"Ma sono cambiate diverse cose." Ridacchiò Marco, scompigliando i capelli.
"E quindi? Tu e lei siete sempre gli stessi."
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Alma quella mattina si era svegliata troppo presto, considerando che dopo la cena con la famiglia di Raquel, erano tutti andati a ballare ed erano rincasati alle 4. Quella notte aveva ballato con Raúl per molto tempo e per tutto quel tempo si era accorta di sentirsi strana. Una ragazza di ventuno anni doveva vivere la vita ridendo, scherzando e amando, non riflettendo 24 ore su 24 e questa questione la stava stancando.
Si ricordò della telefonata della notte di Champions e della frase che Marco gli aveva detto in Russia. Allora lui provava ancora qualcosa? Ma cosa provava se la notte stessa era stato a letto con una cantante? Allora era rimasto lo stesso. Ma infine era vera quella notizia? Oppure erano i media che avevano inventato tutto per fare scalpore? E Melisa? La sentiva ancora?
"Dios mío!" Le venne automatico dire ad alta voce questa frase, per calmare quella turbina di pensieri e decise di fare ciò che le serviva veramente. Sbloccò l'iPhone e cercò quel numero. Attese qualche squillo e sperò di non essere stata troppo incurante. Erano solo le nove di mattina di domenica.
"¡Amor! ¿Qué tal estás?" Subito il cuore le si scaldò, quando sentì la voce di sua mamma. Sorrise nel sentirla già sveglia, probabilmente stava già preparando il pranzo per tutta la famiglia ed era sicura che ci sarebbero stati anche i suoi zii.
"Mamá, todo bien ¿y vosotros?" Rispose, sciogliendo i capelli.
"Bien bien. Come mai sei già sveglia? Ieri hai avuto la festa." Chiese Talía premurosa. Da qualche tempo sentiva sua figlia strana ed era certa fosse per Marco. Alma non lo sapeva, ma lei lo aveva capito che loro due tre anni prima non si erano solamente lasciati. Lo sapeva che Marco l'aveva tradita, ma aveva visto che la figlia non portava rancore, quindi anche lei, quando lo aveva visto, lo aveva trattato come se nulla fosse stato. Si era sempre sentita una figura importante nella vita di quel ragazzo, perché aveva perso la mamma troppo giovane e Talía si era impegnata per non fargli mai mancare nulla, quando era a casa loro.
"Si mamá, ma mi sono svegliata presto." Disse Alma solamente. Talía restò qualche secondo in silenzio, ascoltando il respiro di sua figlia tramite il telefono. Le mancava molto.
"¿Qué pasa, mi niña?" Domandò.
"Necesitaba sentir a tu voz, mamá." Sospirò Alma, chiudendo gli occhi. La mamma era sempre la mamma.
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Dovevo pubblicare ieri, ma il Milan mi fa incazzare
Questo drama fa deprimere Marco :((((
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Más que nunca || Marco Asensio
Fanfiction"Alma non passerà mai, vero?" "No, Alma non passerà mai." Alma e Marco si ritrovano a Madrid dopo tre anni. Tre anni in cui si erano dimenticati. Ma probabilmente il fatto di essersi dimenticati era solo una loro convinzione.