"Hola pequeño, ¿Qué tal?" Alma quando aveva aperto la porta si era ritrovata, come da programma Isco Jr di fianco a Marco. Il piccolo teneva in mano un giocattolo di un supereroe e si era già seduto per togliere le scarpe. Sarebbe rimasto da loro fino all'orario di cena a causa di alcuni impegni di Isco e Sara.
"Bien gracias." Mormorò, una volta in piedi di nuovo, alzò le braccia verso Alma e si fece prendere in braccio e riempire di baci. Poi si scostò e guardò curiosamente Marco, che intanto aveva chiuso la porta.
"Hei." Lei lo salutò e si avvicinò a lui, lasciando un tenero bacio sulle sue labbra. La sera prima era stata da Raquel, dopo averlo visto mezz'ora perché durante i precedenti quattro giorni era stata con il lavoro a Milano.
"Finalmente vengo considerato." Scherzò, alzando gli occhi al cielo e scambiandosi uno sguardo d'intesa con Isco Jr, che era stato con lui quando aveva comprato le calle ad Alma.
"Cosa nascondi lí dietro?" Il piccolo scoppiò a ridere, mentre Alma, confusa, guardava la mano di Marco nascosta dietro la schiena. Isco richiese poi di scendere, per correre in salotto avendo sentito i cartoni animati che la ragazza aveva preparato per lui alla televisione.
Alma incrociò le braccia al petto, guardò Marco negli occhi e quando lui le mostrò il mazzo di calle, lei si sciolse in un dolce sorriso. Portò una mano al petto e si strinse nelle spalle, prendendolo in mano. Si avvicinò dandogli bacio e lui la trattenne un po'.
"Grazie." Mormorò sfiorando le sue labbra con quelle di Marco. "Siamo telepatici, anche io ti ho comprato qualcosa. O meglio qualcosa per fare qualcos'altro. Stasera mangiamo la paella." Lei si scostò e lo trascinò in salotto, dove prese dal comò un vaso per mettere i fiori e non farli appassire prima del suo ritorno a casa.
"Sono un ragazzo fortunato, allora." Lui sorrise, scompigliandole i capelli prima di sedersi sul divano.
"Anche io lo sono." Lei gli fece un occhiolino e tornò in cucina per continuare a preparare. Sua madre le aveva insegnato che era sempre meglio iniziare a preparare prima e far cuocere a fuoco lento.
Mentre si impegnava in cucina, Marco era intento a giocare con il piccolo prima in giardino a calcio e poi quando Isco si era stancato, in salotto con le macchinine. Gli batteva il cinque, ci scherzava e lo faceva divertire, con le facciaccie o con il solletico. Ci sapeva fare con i bambini e Alma non riuscì a fermare la sua mente. Si stava immaginando un bimbo loro, ovviamente non in quel momento, ma pensare di avere un figlio con il primo amore della sua vita, le faceva battere il cuore. Nel caso di un maschietto, se lo vedeva comportarsi come con Isco, nel caso di una femminuccia, lo vedeva geloso man mano che cresceva. Lui era sempre stato geloso di lei, figurarsi come sarebbe potuto essere con la figlia.
Marco si era immaginato la stessa cosa con Alma, quando Isco aveva fame e lei gli aveva preparato pane e Nutella. Era presto, non sapeva nemmeno come l'avrebbe presa, ma avere un figlio con lei era ciò a cui aspirava, ora che era diventato più maturo. Non ne avevano mai parlato, nemmeno quando erano più piccoli - Alma sapeva che certi discorsi spaventavano i maschi - ma ora immaginarsi un piccoletto loro lo faceva sorridere. Immaginare Alma mentre allattava, con il pancione, mentre lui cullava il bimbo e lei si riposava, mentre tentavano entrambi disperati di farlo smettere di piangere. Era ciò che avrebbe voluto per il loro amore.
Amore. Che poi, mica se l'erano detti che si amavano da impazzire. Marco aveva paura, la sentiva la stessa di prima ma allo stesso tempo aveva paura di allontanarla. Lui glielo avrebbe detto anche in quel momento perché ne era innamorato anche più di prima. Anzi, lui l'amava più che mai. Ciò che mancava era il coraggio. Lei invece nemmeno si era mai posta il problema, o meglio, quando sorgeva lo archiviava subito. Se fosse stato prima ci avrebbe passato la notte a rimuginarci, mentre ora per lei l'importante era vivere il momento, perché in passato aveva pensato troppo al futuro senza concentrarsi davvero sul presente e in quel caso, anche se con tutte le colpe che aveva, Marco le era sfuggito.
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"Oggi sono venuti Maca e Lucas a prenotare le vacanze di Natale con Luqui." Alma era sdraiata, con la testa appoggiata sulla spalla di Marco, mentre guardava la home di Instagram. Una storia di Maca le fece venire in mente quel pomeriggio al lavoro. Sara era passata a prendere Isquito un'ora prima.
"Ah si? E dove vanno?" Chiese Marco, continuando a fare zapping tra Sky Sport 1 e Sky Sport F1.
"Vanno alle Maldive. Quel bambino è magnifico, un día me lo voy a comer a besos." Alma scosse la testa in preda ad un momento di dolcezza, era un bimbo bellissimo. Marco la guardò e rise, poi le fece voltare il viso verso di lui.
"Comes a mi a besos!" Esclamò, facendola sorridere e facendole buttare le braccia al suo collo in modo teatrale.
"Tutti quelli che vuoi." Rispose appoggiando le labbra su quelle di Marco. Si scambiarono qualche bacio e poi Alma si allontanò. "Sei stato molto dolce oggi." Sorrise mordicchiando il labbro.
"Volevo vedere questa espressione." Lui si avvicinò di nuovo, strofinando i loro nasi. "Stavo pensando... Questa giornata abbiamo l'anticipo di venerdì e lunedì non ci alleniamo, se tu prendessi un giorno di libero potremmo andare a Palma." Propose, sistemandole i capelli dietro le orecchie.
"Si, ho qualche giorno di vacanza arretrato da Pasqua." Alma ci pensò qualche istante. Aveva decisamente bisogno di tornare a casa, anche per poco. Una grande città come Madrid era magnifica, ma spesso stancante. La sua isla era il posto migliore dove rilassarsi. "E dove stiamo? Io a casa mia, tu a casa tua?" Domandò divertita, dopo una breve riflessione. Non avevano mai avuto questo tipo di problemi perché non erano mai tornati a Palma insieme.
"Ci ricorderà un po' i vecchi tempi, no?" Lui nemmeno ci aveva pensato, ma quello sicuramente non sarebbe stato un problema.
"Certo, sarà una cosa carina. Sarà la prima volta che vedi i miei dopo tutto questo." Gli baciò l'angolo delle labbra e vide la sua espressione cambiare radicalmente. Non aveva pensato neppure a quello.
"Ho paura di tuo padre." Affermò corrucciando la fronte e alzando gli occhi al cielo. Alma scoppiò a ridere e le parole che pronunciò non rincuorarono Marco.
"Fai bene." Sbuffò prendendolo in giro. "Dai su, se vede che sono felice io lo sarà per me. Magari all'inizio ti lancerà qualche occhiata intimidatoria." Continuò divertendosi sempre di più vedendo le espressioni di disagio sul volto di lui.
"Basta, sto impazzendo." Sbottò ad un certo punto, passando nervosamente le mani tra i capelli. "Direi che è ora di stare in silenzio." Zittì Alma con un bacio. Almeno lo sperava.
"Dici?" Chiese lei, con un sorrisetto furbo, mentre si metteva a cavalcioni su di lui. Abbassò il viso all'altezza del viso di Marco e lui le morsicò il labbro, per poi baciarla.
"Dopo sei giorni di astinenza certo che lo dico." Rispose lui, accarezzandole la schiena da sotto il tessuto della maglia. Non sapeva come aveva fatto a resistere, a dormire con lei per un mese e non poter farci l'amore.
"Non aspettavo altro." Disse, mentre sentiva le labbra di Marco scendere dall'orecchio sino alla clavicola. Quanto le erano mancati quei momenti.
"Ci credo."
"Ehi! Devi rispondere 'Anche io'." Alma amava far impazzire Marco, lui smetteva di far funzionare il cervello in quei momenti e lei lo metteva in continua difficoltà iniziando a parlare. Lui odiava questa cosa perché diventava impotente, ma dall'altro lato lo faceva impazzire questo lato della ragazza.
"Ma perché non hai perso questo vizio?" Lui si disperò, appoggiando le mani sulle sue cosce e gettò la testa all'indietro. Lei gli accarezzò più volte la nuca con tranquillità.
"Quale vizio?" Strinse le braccia al suo collo trattenendo un sorriso, dopo che Marco rialzò il capo.
"Quello di tergiversare all'infinito prima di fare l'amore." Mormorò lui, con le labbra contro quelle di Alma. Lei sorrise sinceramente e quelle parole.
"L'ho fatto sempre e solo con te." Rispose, prima di baciarlo finalmente e lasciarlo in pace.
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NO, non arriverà nessun baby marco o baby alma, è troppo presto
Siete sempre davvero gentili con i complimenti che mi fate!
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Más que nunca || Marco Asensio
Fanfiction"Alma non passerà mai, vero?" "No, Alma non passerà mai." Alma e Marco si ritrovano a Madrid dopo tre anni. Tre anni in cui si erano dimenticati. Ma probabilmente il fatto di essersi dimenticati era solo una loro convinzione.