5 - Si te hace feliz

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Alma quella mattina aveva libero ed era potuta rimanere a casa, beandosi della sveglia che suonava un po' più tardi. Prima che gli altri si svegliassero, si era lavata i capelli e poi si era messa in balcone, per farli asciugare con il calore del sole di quelle prime ore della mattina. La ragazza non era particolarmente preoccupata, anzi, l'aggettivo giusto per definirsi in quel momento era incuriosita. Voleva sapere cosa voleva dirle Marco, anche perché aveva escluso l'ipotesi di rimettersi insieme, o comunque di una dichiarazione. Raquel la sera prima le aveva mandato una foto di una pagina di gossip su Instagram, Reportero Rosa, che ritraeva Marco mano a mano con una ragazza che si chiamava Melisa. Comunque, Marco era un discorso chiuso e non aveva proprio voglia nè tempo di riaprilo.

Raùl stava ancora dormendo, perché quel giorno doveva andare a fare le consulenze dai clienti, in quanto assicuratore e avrebbe iniziato più tardi. Nonostante questo, dopo qualche secondo che Alma girava per la camera, anche lui si sveglió, trascinandola per un braccio sul letto con lui. Lei rise e si strinse nelle spalle, baciandogli le labbra.

"Hola amor, mi stavo vestendo." Alma si rialzó, perché se fosse rimasta lì con lui avrebbe sicuramente fatto ritardo.

"Cosa ti metti?" La ragazza roteó gli occhi, ma poi sorrise, al pensiero delle banali preoccupazioni del suo ragazzo.

"Pensavo la gonna di jeans..." Raúl spalancó gli occhi, gettando la testa teatralmente di nuovo sul cuscino.

"Niente gonna." Asserrì, mentre Alma scoppió a ridere per il tono in cui lo aveva detto.

"Il burka va bene?"

"Sarebbe perfetto." Sorrise lui, alzandosi dal letto e circondando i fianchi della sua ragazza, lasciandole un bacio sulla guancia.

"Metto i boy-friend e questa." Alma prese dal cassetto a destra una maglia a girocollo, che le arrivava appena sopra l'ombelico. Lui annuì, anche se un po' distratto. Raúl non era un tipo molto geloso, ma era lecito che lo fosse in quella situazione. Alma sorrise, andando ad abbracciarlo.

"Tú sabes que te amo." Gli disse, con le labbra a contatto per poi baciarlo. Raúl le strinse i fianchi. Non era preoccupato, sapeva che Alma era abbastanza intelligente da cedere alle tentazioni di quel ragazzo. Ma il pensiero che una persona la potesse vedere con gli stessi occhi con cui la guardava lui, lo faceva veramente arrabbiare.

—-

Alma fece manovra e mise l'auto in un laterale, l'unico posteggio rimasto vicino al bar. Si tolse gli occhiali da sole, ormai inutili dato che in quella zona i raggi che colpivano Madrid erano deboli e talvolta coperti dalle nuvole. Prese la borsa e scese dall'auto, trovando Marco ad aspettarla proprio dall'altro lato della strada, mentre parlava al cellulare. Sentì gli ultimi sprazzi di conversazione, "Okay a dopo, un bacio", ma lui non le dette nemmeno il tempo di riflettere perché la salutò con un bacio sulla guancia.

"Si vede che ti ho insegnato io a guidare." La prese in giro Marco, con un sorriso stampato in faccia. Alma alzò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. Ricordava con molto affetto quei momenti, la facevano divertire molto.

"Datti meno arie." Lo beffeggiò, superandolo per entrare. Sentì il sospiro di una risata dietro di lei e prima di andare a sedersi ad un tavolino, andò dietro il bancone e salutò la sua amica.

Alma guardava Marco, osservandone i tratti. Era sempre lui, solo con la barba e un fisico più statuario. I suoi occhi erano gli stessi, che diventavano una linea impercettibile mentre rideva e che quando si guardava in giro esprimevano molta curiosità. Si mangiava ancora le unghie e le pellicine e portava i capelli sempre allo stesso modo, solo che ora erano un po' più lunghi.

"Come stai?" Le chiese Marco, dopo che il collega di Raquel si allontanò con le loro ordinazioni. Marco ordinò una lemonsoda, come quando era più piccolo.

"Tutto bene, tu?" Rispose, incrociando le braccia davanti a sè.

"Bene, grazie."

"Com'è andata la partita? Ieri non te l'ho nemmeno chiesto." Sbuffò, facendo un gesto evasivo con la mano. Marco cercava di non dare a vedere la sua agitazione, ma sotto il tavolo la sua gamba si muoveva nervosamente, come a cercare di alleggerire la tensione.

"Bene, abbiamo vinto." Replicò, poco prima che riceveste le vostre bibite. Mentre apriva la sua lattina, Alma beccò Raquel a fissarli, neanche come si guarda lo schermo quando inquadrano Monica e Denver in La Casa De Papel. Le fece subito un'occhiataccia e l'amica le fece una smorfia, tornando al lavoro.

"Quindi, sono qui perché volevi parlarmi." Alma voleva arrivare subito al dunque, perché era andata lì per un motivo preciso. Era lui ad averglielo chiesto. Marcò divenne serio e sospirò.

"Beh, si." Passò una mano sui capelli e inumidì le labbra, mentre Alma lo guardava in attesa, giocando con il bicchiere di vetro. "Non voglio che tu mi prenda per sfacciato, o qualcosa del genere. Volevo dirti soltanto che mi pento molto di quel che ho fatto e di come sono comportato dopo. Ero molto immaturo e pensavo solamente a me stesso e a quello che mi faceva divertire. Ti ho fatto venire qui per chiederti scusa, anche se so che dopo tre anni sembri una cosa abbastanza inutile e insensata." Alma era sorpresa, non si aspettava delle scuse. Per lo più quando entrambi erano andati avanti e il passato era ormai tale. Riflettè un istante e poi si schiarì la gola, tornando a guardarlo negli occhi.

"Sinceramente Marco sono sorpresa, non me l'aspettavo. Però come vedi non porto rancore e accetto le tue scuse." Alma era sempre stata una persona trasparente. Se non se la fosse sentita, non avrebbe di certo risposto in quel modo, anche perché sicuramente Marco se ne sarebbe accorto, la conosceva.

"Ne sono felice, mi sentivo un peso addosso Alma, davvero." Il ragazzo evidenziò con il tono della voce quell'ultima parola, intensificando lo sguardo su di lei.

"Tranquillo Marco." Scosse il capo piegando i lati della bocca all'insù. Lui sorrise e sospirò di nuovo, come a togliersi un peso dal petto. Entrambi bevvero un sorso dai loro bicchieri.

"Posso sapere perché hai interrotto i contatti con tutti? Javi, Brandon, ..." Provò a chiederle Marco, sapendo che forse sarebbe rimasto senza riposta. Alma pensò che fosse curioso di capire e scoprire cosa avesse fatto in quegli anni.

"Marco..." Sospirò, abbassando lo sguardo. Il ragazzo era pronto a ritirare la domanda, ma lei prese un respiro e continuò, stringendo un polso con la mano. "Quando ci siamo lasciati sono stata malissimo, tanto che avevo quasi smesso di mangiare e per poco non sono caduta in anoressia. Tutto mi ricordava te e persino vedere Javi e tutti gli altri mi era un peso. Poi dopo tre mesi mi sono detta che non potevo stare così per uno stupido coglione - scusa - e quindi dopo la maturità sono partita e con i soldi dell'eredità di nonno mi sono pagata i viaggi studio per imparare tutte queste lingue, volevo cambiare aria e disintossicarmi perché ormai Palma non era più un luogo dove mi sentivo bene. Poi sono arrivata qui, ho trovato lavoro e mi sono fidanzata." Raccontò con un'espressione felice, ovvero ciò che era in quel momento. Era felice.

"Lui sa che sei qui?" Chiese dopo qualche istante, fissando il tavolo con fare distratto.

"Si, non ci sono segreti tra di noi. Anzi, gli stai pure un po' antipatico perché oltre ad essere il mio ex, sei del puta Madrid e lui è catalano."

"Non ci credo che ti sei messa con un culé! E tutte le mie lezioni sulla storia del Real?" Alma rise, mentre Marco la guardava contrariato, mettendo il peso sulle braccia appoggiate sul tavolo. "Posso sembrargli meno antipatico se gli assicuro due biglietti per el clásico, qui al Bernabéu." Propose infine. Alma spalancò gli occhi, a Raúl sarebbe sicuramente andata bene.

"Seriamente?" Domandò stupefatta, non si aspettava quella richiesta.

"Si Alma. Se lui ti fa felice, io sono felice per te quindi non mi deve vedere come una minaccia o qualcosa di simile." Alma abbassò lo sguardo imbarazzata. Qualche parola carina e il suo sguardo.

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Hola chicas! Scusate il ritardo ma sto lavorando e ho la testa un po' per aria! Cosa ve ne pare? Durerà questa quiete?

Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora