20 - Sé por qué lo haces

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Alma durante quell'anno non aveva preso molte vacanze, riuscendo quindi ad avere tre settimane per l'estate. Sarebbe stata una settimana a Palma, da sola dato che Raúl lavorava e quando sarebbe tornata, avrebbero fatto una vacanza insieme in Costa Azzurra. Non vedeva l'ora di un po' di sano e meritato riposo, dieci giorni di pura tranquillità che sperava sarebbero serviti a schiarirle le idee. Era felice di tornare dalla sua famiglia - non vedeva suo padre da troppo tempo - perché la quotidianità e le coccole che solo la famiglia può darti, le erano mancate moltissimo.

"Ciao amor. Te echaré te menos." Raúl sorrise, accarezzandole una guancia e la baciò. Si trovavano davanti al check-in ed era arrivato il momento di separarsi. Era felice che potesse rivedere la sua famiglia, ma allo stesso tempo gli sarebbe mancata, purché fosse abituato.

"Yo también." Alma lo sussurrò sulle sue labbra, con dolcezza. Stargli lontano l'avrebbe aiutata a capire, come sarebbe stata utile la vacanza insieme. Doveva vivere le due situazione e valutare cosa sentiva. Si era imposta di capire cosa le avrebbe detto il cuore e di seguire le conclusioni che avrebbe tratto.

Si allontanò e lo salutò da lontano, mandandogli un bacio. Poi diede la carta d'imbarco e il documento, lasciò gli oggetti nella cassetta e passò tra il metaldetector.

Pochi minuti prima era stato il turno di Marco, insieme a suo fratello, per raggiungere il padre nella loro terra natia. Dopo il mondiale, finito purtroppo decisamente troppo presto, il programma era di stare un po' a Palma, farsi una bella vacanza con gli amici e tornare ad allenarsi al Madrid. E tra tutte quelle cose da fare, c'era anche la più importante, ovvero darsi da fare per Alma. Era più di un mese circa che non si vedevano e probabilmente almeno fino ad agosto non se ne sarebbe parlato. Il suo programma era di vederla dopo il mondiale almeno qualche volta prima di partire. Magari con qualche scusa, qualche incontro casuale non veramente casuale. Ma poi c'era stata quella frase, la sua reazione e non sapeva davvero come comportarsi dal vivo. Un ragazzetto. Sembrava un ragazzetto alle prime armi. 

"Secondo me lo fai apposta." Alma sorrise, aveva avuto il tempo di assimilare lo stupore quando lo aveva visto dal corridoio. Con tutti i posti possibili, il suo era proprio quello vicino a Marco e Igor. Il destino, aveva pensato ancora una volta. Non voleva di nuovo mostrarsi vulnerabile come aveva fatto in Russia. Anche se ormai credeva che Marco avesse capito che aveva smosso qualcosa in lei.

"Secondo me invece sei tu a farlo apposta." Marco rispose dopo qualche secondo, sorridendo. Non poteva crederci, aveva voglia di abbracciarla e anche di baciarla ovviamente, ma non poteva. Si limitò a bearsi del bacio sulla guancia che ricevette dopo quello ad Igor. Era incredibile come si rendesse conto ogni volta di più di quanto fosse bella. Era notte ed era struccata, ancora il viso un po' assonnato, una maglia grigia infilata nei jeans e basta. La semplicità. Andò velocemente a trovare un posto per il suo bagaglio a mano, mentre Igor e Marco iniziarono a discutere.

"Dai stupido, fammi sedere in mezzo." Marco gli tiró una sberla dietro la nuca e lui lo incenerì con lo sguardo. Igor lo faceva solo per scherzare, non voleva stare seduto tra i due e magari stare in mezzo alla loro conversazioni da coppietta.

"Cioè hai fatto il bambino fino ad ora perché volevi stare vicino al finestrino e ora devo cambiare?" Rispose dandogli una spallata, ridacchiando.

"Si, le devo parlare." Marco si era già alzando per far passare suo fratello, che sbuffó sonoramente e strisció sull'altro sedile.

"Ci devi provare." Lo corresse Igor, alzando le sopracciglia. Lui gli diede un altro schiaffo nulla nuca e ricambió.

"Stai zitto che arriva." Sibiló Marco, mentre l'altro si infilava le cuffiette per ascoltare la musica e stare tranquillo.

Alma mentre tornava aveva ricevuto una chiamata di Raúl ma non aveva risposto. Aveva sbuffato e aveva iniziato a pensare come dirgli che a Palma, ci sarebbe stato anche Marco. Era come se da quando Marco era ripiombato nella sua vita, qualcuno la stesse mettendo alla prova e lei quella prova stava facendo grande fatica a superarla. Perché Marco era il suo punto debole.

"Forse dobbiamo parlare." Igor dormiva beatamente da un po' e Marco pensò che quello fosse il momento giusto. Guardò Alma accennando un leggero sorriso e lei sospirò, levandosi la cuffietta e sorridendo di rimando. Lui le voleva parlare ma sostanzialmente non sapeva cosa dirle e come affrontare la discussione. Alma lo rendeva insicuro.

"Non dovevo avere quella reazione." Disse subito Alma, liberandosi di un peso. Era così, quella reazione era stata esagerata, o meglio esagerata da fare davanti a lui. Si era mostrata debole e non voleva.

"Ma no, sono stato io, la colpa è mia. Non dovevo farlo." Marco disse tutto il contrario di quello che pensava e Alma lo sapeva bene. Si voltò e si sistemò meglio sul sedile, di modo da poter guardare Marco senza avere il collo storto. Alzò gli occhi al cielo e gli diede una sberla amichevole in viso.

"Smettila di dire così. Lo so che se fai una cosa è perché vuoi farla. Anche in ascensore. Lo so che volevi baciarmi." Alma aveva sentito il bisogno di dire quelle cose. Era inutile continuare a limitare le parole, se il destino continuava a farli incontrare - ovunque - un motivo c'era. Sapeva che Marco mentiva quando diceva così. Lo leggeva nei suoi occhi ed era raro che lui si pentisse delle sue azioni.

"E tu volevi?" Marco azzardò queste parole, sapendo ormai di essere entrati in un campo minato. Stranamente nessuno dei due si sentiva a disagio, perché Alma si era dimenticata di tutto ciò che li circondava. Erano solo lui e lei.

"Vedi? Continui a dire queste cose che sai che potrebbero farci discutere." Lei sorrise scuotendo il capo, avendo sentito un colpo nello stomaco dopo aver udito quella domanda, perché non sapeva cosa rispondere. O forse perché sapeva che la risposta sarebbe stata si. Si che lo voleva baciare.

"E secondo te perché lo faccio?" Domandò Marco, iniziando cautamente ad accarezzare il dorso della mano di Alma, appoggiata sul bracciolo. Lei non si scostò e non si irrigidì e Marco iniziò a pensare che forse aveva ragione Isco, forse doveva interpretare le parole di lei come una sfida.

"So anche perché lo fai." Rispose Alma, mordendosi l'interno della guancia e mettendo i capelli dietro l'orecchio. Era chiaro quello che prima nella sua mente appariva sfocato. Marco la voleva riconquistare e lei ne era felice.

Pochi minuti dopo, Marco si stava beando del viso della sua Almita, appoggiata sulla sua spalla con dei ciuffi sul volto, mentre dormiva. Anche con le labbra socchiuse e in quella posizione strana - Alma non dormiva mai normalmente - era la più bella del mondo.

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QUANTO SONO BELLI PURE IL DESTNO IL VUOLE INSIEME!!

Fatemi sapere cosa ve ne pare, bacio

Más que nunca || Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora