LITIGHIAMO E BASTA

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«...e così mi sono trasferito qui accanto con mia moglie. All'inizio eravamo felici... poi è diventata il diavolo»
«Ciclo?» scherzò il giovane, sorridendo, ma l'altro non sembrava stare al gioco: «Scusa...» aggiunse, tornando a concentrarsi sulle briciole di pane che erano posizionate sul tavolo. Alcune appiccicate alla tovaglia.

«Non fa niente. Sei ancora troppo piccolo per capire certe cose»
«Piccolo?!» chiese Eren, offeso: «Ho 19 anni!»
«Sei sposato?» gli chiese il corvino.
Il ragazzo fece 'no' con la testa: «Bravo. Ti auguro di non sposarti mai nella vita»
«Non potrei nemmeno...» abbassò lo sguardo, come affranto: «In Italia... i matrimoni gay non sono consentiti»
«Ah già... sei omosessuale...» nemmeno Levi si accorse di aver detto quella parola con un pizzico di schifo, che l'altro notò subito.
Infatti, spostò lo sguardo alla sua destra.

«No... non intendo-»
«Fa' niente. Ci sono abituato» sorrise forzatamente: «A nessuno piacciono... quelli 'diversi' come me»
«Sei uguale a qualunque essere umano. Mettitelo bene in testa, moccioso»
«E questo nomignolo? Non mi piace. Mi fa sentire un bambino»
«In poche parole lo sei» sorrise.

Eren quasi si soffocò nel vedere le labbra del corvino incurvarsi verso l'alto: «Hai un bel sorriso» disse, sbadatamente, grattandosi la nuca.
«Tch, Hanji dice che sono inquietante quando sorrido...»

Il castano stava per parlare, ma un cameriere lo bloccò, fermandosi davanti al tavolo: «Salve. Avete deciso cosa prendere?» chiese gentilmente, prendendo la penna.
«Io vorrei degli spaghetti aglio, olio e peperoncino e una birra grande» disse il corvino.
«Io un hamburger con patatine fritte e un'insalata mista. Da bere una Sprite»
«Va bene... l'insalata la vuole a parte o nello stesso piatto con l'hamburger?»
«Separatamente, per favore» sorrise cordialmente: «E grazie» aggiunse quando quello se ne andò.

«Poi ordino anche il dolce! Tu lo vuoi? Potremmo dividerci una panna cotta o un muffin»
«Odio i dolci» disse Levi. Lo sguardo perso nel vuoto con immagini di lui ed Hanji al loro primo appuntamento che gli riempirono la mente.

Sussultò quando Eren rise per qualcosa.
Si girò a guardarlo e notò che stava massaggiando con qualcuno.
Quando i loro sguardi si incrociarono, il castano fece un audio per colui/colei che gli stava scrivendo: «Sono qua con un mio amico! Levi, saluta Armin» gli disse, avvicinandogli l'apparecchio.
«Ciao» salutò lui, con disinvoltura.
«L'ho conosciuto qualche ora fa, se te lo stai chiedendo. È simpatico! Semmai, più avanti, vedrò ti fartelo conoscere anche a te»  fermò l'audio e spense il telefono, poggiandolo lì a fianco: «Comunque, mi stavi parlando di tua moglie»
«Si beh...» si bloccò. Perché si stava aprendo con lui?
Eren non gli stava dicendo niente sulla sua vita.

«Litighiamo e basta» disse soltanto: «Ma adesso, preferirei che mi parlassi di te» diede un morso ad un pezzo di pane e fissò il giovane, ma quello finì solo col stare zitto, guardandosi intorno.
"È a disagio" pensò.

Cominciò a balbettare: «B-beh... non c'è molto da sapere... ho fatto... ecco... la scuola»
Levi lo guardò come per dire: «Mi prendi in giro?»
«Poi... sono andato a lavorare nell'hotel e...» si bloccò.

«Nient'altro? Non hai avuto qualche fiamma?» gli chiese.
«F-fiamma?»
«Intendo dire... hai mai avuto una relazione sentimentale con qualcuno?»
«Ecco... veramente no» mentì: «Single fin da quando sono nato!» rise nervosamente.
«Stai mentendo. Te ko si legge in faccia»

Quella frase bastò a farlo arrossire ancora di più: «Non ti sfugge niente, eh?»
Il cuore del giovane batteva all'impazzata per la figuraccia che aveva appena fatto.
Nascose il volto tra le mani e chiuse gli occhi, come per proteggersi la qualcuno che lo prende a schiaffi.

«Scusa...» sentì dire: «Non pensavo di farti quest'effetto chiedendoti una tale cosa»
«Davvero... non importa» sorrise nervosamente: «Parliamo di altro?»

Levi corrugò la fronte, per poi annuire: «Parlami del posto dove lavori»
«Eh? Perché lo vuoi sapere?»
«Ho intenzione di ritornarci, qualche volta»
Eren annuì: «Capisco, beh... è un posto abbastanza visitato. Molti uomini arrivano da tutto il paese per provare le nostre ragazze ed io e mio fratello riusciamo sempre a guadagnare molti soldi, dato che, dopo il primo drink, di solito i clienti tendono a prenderne altri. Non mi definisco un uomo ricco, anzi. Vivo in una casa abbandonata, però è resistente. Certo, di solito viene qualche barbone nella speranza di aver trovato un posto in cui dormire» rise: «Ma alla fine si ritrova me seduto sul divano a guardare un film sul cellulare. Vengono anche dei ragazzi, delle volte. Piccoli esploratori»

Il cameriere porse le bibite ad entrambi e si allontanò.
«Vivi in un posto abbandonato? Perché?»
«Mi piace. L'ho comprata a 6000 euro, cioè niente per una casa a due piani e resistente. La sto ristrutturando per intero. Anzi, ora che ci penso, devo comprare del cemento per rifare il pavimento, dato che è praticamente crollato con il tempo»
«È disgustoso... sai quanta polvere e quanti insetti vi saranno lì dentro?»
«No! Ho ripulito tutto da cima a fondo. Ho eliminato anche i topi. Avevano invaso l'intera casa»
«Che schifo...»
«Si, abbastanza» sorrise. Le sue goti si fecero rosse, ma non se ne accorse nemmeno.
Levi si, però.

Lo guardò male. Ci mancava solo di diventare l'amante di un omosessuale.
"Non cado così in basso" pensò.

Il loro cibo arrivò e mangiarono parlando dei lavori di ristrutturazione.
Il corvino si offrì di aiutarlo.
«E quando vuoi venire?» gli chiese il castano. Gli partì un rutto e si tappò subito la bocca, imbarazzato: «Scusa! Mi e scappato!»
Levi alzò un sopracciglio e ruttò anche lui subito dopo.
«Scusa. Mi è scappato» rispose allo sguardo confuso del giovane.
Quello scoppiò a ridere, ma l'amico no. Rimase serio e finì i suoi spaghetti.

Dopo cena, all'uscita, Eren diede una pacca amichevole al corvino e se ne andò. Il sorriso ancora stampato in faccia.
"Mi piace quel nanetto. Sono sicuro che saremmo ottimi amici!" pensò.

"Ho capito... è solo un moccioso che non sa farsi i cazzi suoi. Ma almeno è simpatico. Si vedrà Lunedì" pensò Levi, facendo dietrofront e tornando a casa.

*angolo autrice*
Quando non dormi da 22 ore e decidi di scrivere un capitolo per la tua storia.
Ho sonno ma non riesco a dormire... prendo un po' di tisana che è meglio della Marijuana.

Mi Vuoi? PrendimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora