RISTRUTTURAZIONE

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Il Lunedì mattina, Levi uscì presto di casa per andare dal castano.
Dopo avergli parato il culo la scorsa sera, gli doveva un favore, anche se si erano già organizzati per fare i lavori.

Cercò con Google Maps la via dove abitava e mise in moto l'auto.
Arrivò dopo manco 5 minuti.
"Non era così lontano. L'hotel è pure dietro l'angolo"
Parcheggiò lì di fronte e si mise a studiare la casa. Da fuori, sembrava davvero orribile e abbandonata.
Si trovava in un grande campo, anch'esso in pessime condizioni.

Quando fece per andare verso la porta principale, qualcosa lo bloccò.
Notò dalla finestra che Eren era "impegnato" con qualcuno.
I due stavano avendo un rapporto alle 8:06 del mattino.
"Nemmeno io e Hanji scopavamo a quest'ora" pensò, ritirandosi, di nuovo, nella sua auto.
Attese fino alle 8:49, ovvero fin quando il tipo non uscì di casa del castano.
A quel punto, aspettò che si allontanasse, per poi andare a bussare.

Quando Eren gli aprì, era nudo se non fosse stato per i boxer che almeno gli ricoprivano l'intimità: «Ma buongiorno! Come mai di mattina presto? Eravamo d'accordo per le 3, o sbaglio?»
«Non avevo voglia di restare a casa»
Il giovane sorrise e si avviò verso il divano.
Era tutto scombinato.

«Chi era quello? Il tuo fidanzato?» gli chiese, mentre l'altro rideva.
«No, no! È solo un cliente dell'hotel. È bisex, se te lo stai chiedendo»
«Mi stai dicendo che sei diventato una prostituta?»
«Solo con alcuni. Ho bisogno anch'io di qualche extra, dato che, come barista, guadagno solo 800 euro al mese»
«E ti pare questo il modo? Non facevi prima a cercarti un lavoretto stupido? Tipo il postino?»
«Il postino?» Eren fece un mezzo sorriso e poggiò la coperta piegata sul divano: «Sono un vero e proprio dormiglione. Solo delle volte faccio un eccezione per i miei clienti, ma di certo non lo faccio per distribuire bollette o giornali qui nel quartiere»
«Ma non ti fa schifo dover essere un... servetto?»
«Mi farebbe più schifo essere inseguito dai chihuahua»
Levi si fece scappare un piccolo sorriso, che piacque molto al giovane.

«Bene! Mettiamoci a lavoro allora!»
«E se ti dicessi che potresti lavorare con me?» chiese il corvino.
Eren rimase zitto per un minuto: «Che lavoro fai?» chiese infine.
«Faccio il personal trainer in una palestra qua vicino. Stiamo cercando qualcuno che venga ad aiutare con la pulizia degli attrezzi. Potresti venire»
«E a che ore?»
«Anche subito dopo aver lavorato al bar, se vuoi. Io ci sono sempre a quell'ora, fino alle una del mattino»
«Ma a me non sembra che Sabato tu sia andato lì»
«Siamo chiusi da due settimane per ferie. Anche questa ce l'ho libera, ma dalla prossima si torna a lavoro»
«In effetti, avevo notato che il tuo corpo fosse molto robusto» gli sorrise, per poi farli cenno di seguirlo.

Andarono in uno sgabuzzino, abbastanza mal ridotto, e presero alcuni attrezzi.
La casa, all'interno, non sembrava essere peggio dell'esterno.

«Da dove cominciamo?» chiese il corvino, prendendo qualche asse.
«Direi... dalla mia camera da letto. Il soffitto è crollato due giorni fa»
«Oh Madonna... va bene» prese anche il martello e i chiodi e si avviò verso la stanza.

Quando aprì la porta, vide che, oltre al soffitto distrutto, tutto il resto era completamente in ordine.
"Almeno è ordinato" pensò.

«Secondo me, dovremmo romperlo dandogli una forma quadrata e poi lo rifacciamo con le travi» disse Eren, togliendo qualche pezzetto di cemento.
«Non facevi prima a chiamare qualcuno per questo lavoro? Perché, secondo me, è meglio se ci pensi un esperto agli interni»
«Dici?» portò le mani sui fianchi e fece leva sulla gamba sinistra: «Secondo te dobbiamo fare solo l'esterno?»
«Sarà dura, ma possiamo provarci»
«Oppure aggiustiamo il muro in cucina. Per sbaglio, la settimana corsa l'ho sfondato»
«E come?»
«Cliente violento» disse sorridendo.

"Troppo violento" pensò Levi, mentre incrociava le braccia quando vide l'enorme buco.
«Perché non eviti di farlo qui?» gli chiese: «Ti ricordo che lavori in un hotel»
«Tanto non farò più servizi o cose simili! Non dopo che mi hai offerto quel lavoro»
«Quindi hai deciso»
«Si! Grazie, davvero!»
«E di che?»

Levi venne preso alla sprovvista e si ritrovò il castano tra le braccia. Era decisamente alto, ma non così forte, infatti, il suo abbraccio non lo stava soffocando.
Il corvino non sapeva che fare. Era intenzionato a scansarlo e invece ricambiò.
Quando la stretta si fece più forte, si sentii a disagio.
"Se questo stra maledetto gay inizia a sedurmi, può scordarsi la mia amicizia".

Quando si staccarono, il più basso filminò il ragazzo con lo sguardo e quest'ultimo quasi si spaventò.
«A-aah... scusa! Ti giuro che... insomma, mi dispiace io... aaaah, cavoli!» divenne completamente rosso.
«Moccioso, osa toccarmi di nuovo in quel modo e giuro che non ti ritroverai la testa attaccata al corpo»
«O-ok!»
«Bene»

Da quel momento, ci fu silenzio.
L'unico rumore era quello del martello che sbatteva contro le i chiodi.
Eren non sembrava essere più così felice, ma sembrava spaventato.
"Lo sapevo di aver fatto una cazzata" pensò. "Eppure, per un attimo, mi stava abbracciando anche lui... sarà stata una mia impressione".

Levi era nell'altra stanza.
«Oi, Eren! Hai dei chiodi?» gli urlò.
«S-si! Sono qui! Ora te li porto» disse l'altro, alzandosi e prendendo la scatoletta.
Per distrazione, ne fece cadere qualcuno e uno di essi si impiantò sotto il suo piede.
Trattenne l'urlo e cominciò a lacrimare per il dolore.
Cominciò a perdere sangue e si portò una mano sulla bocca.
«Allora?» chiese l'altro, impaziente.
«U-un attimo!»
«Ti senti bene?» gli chiese e, visto che non ricevette risposta, andò a vedere cosa stava succedendo.

Il castano aveva il piede dentro il lavandino, con il getto acceso.
«Ma che fai? Ti lavi i piedi?»
«No» fece una risatina poco convincente.
Levi gli si avvicinò e, appena vide il chiodo incastrato sotto il piede, provò dolore al posto suo.
«Aspetta, lascia fare a me» gli disse, afferrando l'oggetto: «Ti farà male»
«No no no no no no no!»
«Dai, non fare il bambino»
«Non faccio il bambino! Sai quanto fa male 'sto coso?! Se lo levi tutto d'un tratto, potrei anche- AAAAAAAAH!»

Levi lo tirò fuori con forza e lo appoggiò lì a fianco, prendendo dello scottex.
«Levi, porca puttana!»
«Scusa, ma eri distratto»
«Mica tanto!» gridò, tirando su col naso.
Il corvino poggiò la carta sulla pianta del piede del ragazzo e schiacciò per assorbire meglio il sangue.

Eren cercò in tutti i modi di stargli lontano. Non voleva che si arrabbiasse di nuovo.
L'uomo, invece, mise il braccio del castano intorno al suo collo: «Appoggiati pure»
«Ma prima hai detto-»
«Lo so, ma quella era un'altra cosa»

"Che gli dia fastidio il fatto che sono gay?" si chiese il giovane.
La pianta del piede bruciava sempre di più a contatto con l'acqua fredda e il tocco poco leggero del corvino peggiorò le cose.

Passarono circa due ore quando Levi decise di tornare a casa.
Era distrutto e la prima cosa che avrebbe fatto era pranzare.
Si avviò in cucina e trovò un biglietto; era di Hanji.

*angolo autrice*
Ché successo?! Hanji gli ha lasciato un biglietto, eh?
Comunque, Levi non è omofobo in 'sta storia, ma gli darà solo fastidio qualche comportamento di Eren.
Poi vedrete che si adatta!!!

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