AMORE

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«Eren... quanto ami il tuo fidanzato?»

La domanda mandò in tilt la mente del castano.
"Ora che ci penso, devo fargli un bel discorsetto sul fatto che debba tenere la bocca chiusa"

«Tanto, ma ora stammi a sentire» si sedette al suo fianco con fare minaccioso: «Come mai sei andato a dire in giro che sto con qualcuno?! Volevo farlo io, ma non subito! Perché, prima di tutto, Zeke se la sarebbe presa e infatti è accaduto! Mi ha detto che anche lui sarà un traditore e altre bastardate, ma non è così! Lui mi ama e lo so. Però mi da' fastidio il fatto che non posso provarlo dato che mio fratello l'ha presa male!» disse tutto d'un fiato.
Armin si fece scappare un singhiozzo.

Il ragazzo al suo fianco rimase sorpreso e lo abbracciò: «Ah... non sono arrabbiato con te, ma voglio solo che tu non vada a dire in giro le mie cose. Anzi, di tutti, perché non è bello»
Il biondo lo strinse più forte: «Ti prego Eren... non stare con quell'uomo. Lascialo seduta stante o soffrirai...» disse piangendo.
«Io non soffrirò. Non con lui... perché mi fido di lui... è il primo ragazzo fedele che ho»
A quelle parole, l'amico scoppiò a piangere.
Sapeva che il castano avrebbe sofferto molto nel sapere che il suo fidanzato lo stesse tradendo, così rimane zitto.
"Lo faccio per Eren, non per te" pensò, riferendosi al corvino.

«Comunque... perché non c'è nessuno oggi?» chiese il ragazzo, guardandosi attorno per cercare anima viva.
«Oggi siamo chiusi. Zeke e altri sono stati invitati ad una festa»
«Cosa si festeggiava?»
«Il compleanno di quel bastardo di Erwin... e anche il suo fidanzamento»
«Ah... ora capisco perché noi "scarti della natura" non siamo stati invitati»
«Esatto...»

Rimasero abbracciati per un tempo indeterminato, venendo distratti dalla porta principale che veniva aperta.
Eren si staccò e si diresse verso la hall, ritrovandosi l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.

Petra, con indosso il solito vestitino scollato e le calze a rete, entrò felicemente nell'hotel.
Il castano fece per andarsene quando quella si avvicinò a lui, ma fu preso saldamente per il braccio.
«Cosa stai-»
«Ereeen!» lo strinse: «Ti prego, perdonami per come ti ho trattato in questi anni! È solo che... avevo paura che non fossimo diventati amici, così ho usato il metodo del maltrattamento, ma io non sono così» gli diede un bacio sulla guancia alzandosi in punta di piedi: «Scusa davvero... diventiamo amici?» chiese facendo un sorriso più grande del precedente.

Il ragazzo rimase immobile per un attimo, ma non poté non ricambiare l'abbraccio, sorridendo: «Mi fa davvero piacere, Petra! Davvero tanto!»
Si staccarono.

«Dov'è Armin? Devo chiedere scusa anche a lui e a Marco!»
«Marco sarà rimasto a casa, mentre Armin è al bar. Vieni?»
«Certo!» la ragazza sorpassò il più alto e si diresse verso il bancone.

Il biondo era ancora scosso da qualche singhiozzo e, appena notò che la donna lo abbracciava, saltò in aria, gridando: «L'amante!»
«Eh?» chiese il castano.
«L'amante di chi?» domandò Petra.

L'amico del primo rimase zitto, per poi correre verso l'uscita, aprendo e chiudendo la porta con molta forza.
«È da quando sono arrivato che si comporta in modo strano...» disse Eren, sedendosi su uno sgabello.
L'altra fece lo stesso, mettendosi al suo fianco.
«E tu sai il perché?»
«Dice che il mio ragazzo è un traditore, ma non so perché...»
«Ah già. Complimenti, comunque. Ho saputo solo ieri che eri fidanzato. E dimmi» si appoggiò sul bancone: «Lui com'è?» fece un sorrisino.

Il ragazzo sorrise: «Fantastico... lo amo da morire! Non mi tratta da Dio, però mi fa stare bene. E poi, a letto è bravo»
Petra scoppiò a ridere: «A letto? Lo avete fatto?! E com'è andata?»
«Ha fatto male, come al solito» disse lui, soltanto.

«Sai...» iniziò lei: «Non pensavo che saremmo mai diventati amici. Se vuoi, qualche volta usciamo»
Era sincera. La compagnia del castano non era male, ma ancora non sopportava il fatto che fosse gay.

«Domani vado in città, vieni?» gli chiese, ma lui scosse la testa.
«Sono col mio ragazzo. Semmai un'altra volta»
«Va bene! Allora al cinema! Ci vado Sabato»
«Sabato va bene!»
«Perfetto» scese con un saltino: «Beh, ora vado alla festa di Erwin. Ci vediamo, Eren!»
«Ciao!» la salutò con un movimento della mano e poi si avviò anch'esso verso casa.

[Il giorno dopo]

Il castano si diresse verso casa di Levi con vivacità.
Al solo pensiero di passare l'intera giornata con lui, era felice.
"Spero che oggi piova, così restiamo a casa" pensò, guardando il cielo oscurato.
Le previsioni davano sole, ma Eren non ci sperava più di tanto.

Alle 3 in punto, si fece trovare davanti a casa di Levi. Bussò tre volte e lui gli aprì. Sembrava fosse di fretta.
«Eren...» disse. La voce ridotta in un sussurro.
«Ciao! Felice di vedermi?» chiese, facendo un sorrisino.
«Che domande? Sono sempre felice di vederti, ma non ora! Devo andare via» uscì di casa e chiuse la porta.
«Ma come...? Non dovevamo stare insieme, oggi?»
«Scusa, ma devo vedermi con un mio collega in città. Se vuoi facciamo Sabato»
«Sabato non posso! Vado al cinema con una»
Il corvino spalancò gli occhi: «Con chi?» chiese.
«Non fare il geloso! Esco con Petra. Sai, tutto d'un tratto è diventata gentile e ieri mi ha perfino chiesto scusa per avermi trattato male! Sono molto felice»

Levi sorrise e lo baciò: «Anch'io Eren» sussurrò sulle sue labbra prima di andarsene.
"Se questo non è amore..." pensò il castano, guardando il compagno sorridendo.

*angolo autrice*
Ma guarda un po'! Anche Levi, come Petra, deve andare in città!
Coincidenze?

Mi Vuoi? PrendimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora