Era notte fonda.
Levi era sdraiato su un cartone. Di fianco, suo zio Kenny, intento a pulire il coltello che aveva appena utilizzato su un povero uomo.
"Povero mica tanto" pensò il giovane, maneggiando i 790€ che aveva in tasca la vittima.
Il corvino aveva all'incirca 17 anni.«Hey Levi, perché non vai a comprarmi un panino?» gli chiese l'uomo, accendendosi una sigaretta.
«Perché non vai tu?»
«Perché sono stanco» disse soltanto.
Il giovane fece per alzarsi, ma la risata di una donna lo bloccò.
«Un'altra vittima» sussurrò avido Kenny: «Questa è tua, ragazzo mio. Falla fuori»
«Perché io? Ho già ammazzato l'altro»
«E me ne dovrebbe fregare qualcosa?»
«No» Levi si arrese all'idea di stare in panchina e si mise la benda, coprendosi il volto.Aspettò l'arrivo della donna in questione, ma di lei si sentiva solo la voce.
Poi un bambino.
Quest'ultimo si nascose dietro il vicolo; stava ridendo e non sembrava essersi accorto del ragazzo.
«Dove sei, tesoro?» chiese una voce maschile."È un'intera famiglia..." pensò il ragazzo.
Quando comparvero i genitori del piccolo, il loro sorriso svanì appena videro il corvino.
«Amore, andiamo via» la voce della donna non era rassicurante, ma preoccupata e spaventata.
Il giovane si avvicinò ancora e il padre si mise in mezzo: «Cosa pensi di fare?» chiese, ma non fece in tempo a spostarsi che Levi gli conficcò il coltello nel petto.
La vittima sputò del sangue, per poi cadere a terra senza vita.
La moglie prese ad urlare, il bambino non capiva: «Papà...?» lo chiamò, ma non ricevette risposta.La donna venne presa per il braccio per poi essere scaraventata alle spalle del ragazzo.
Solo allora, il piccolo gridò, avendo capito la situazione: «Mamma!»
«Scappa!» gli gridò lei di rimando, ma lui non si mosse. Era spaventato.
Poi vide la scena che lo segnò per tutta la vita.
Sua madre veniva accoltellata davanti a lui.
Il corvino le conficcò l'arma nel collo, poi nel petto e poi in testa.
Al fine, si girò verso il piccolo: «Ora tu stai fermo dove sei» disse, avvicinandosi a lui lentamente.
«Lascialo stare!» gridò qualcuno. Era un poliziotto. Uno di quelli che controllava la zona e che aveva sentito il piccolo gridare.«Cazzo! Gli sbirri! Filiamocela!» gridò Kenny, scomparendo dietro l'angolo, seguito poi da Levi.
Scapparono per molto tempo, fin quando non entrarono in un piccolo bar.
Facendo finta di niente, si sedettero sul bancone e solo allora il ragazzo si tolse la benda dal volto.
«Sei stato bravo, Levi. Peccato che l'uomo aveva solo qualche euro»
«La donna non aveva niente, invece... solo la fede» mostrò l'anello a suo zio e quello sorrise.
«Sono fiero di te! Hai visto? Oggi hai superato il tuo record di-»
«Non mi sembra il caso di urlarlo in un locale pubblico» lo interruppe il giovane: «Peccato che il bambino non sono riuscito ad ammazzarlo» sussurrò.
«Non è colpa tua. Potevo farlo io, ma ero impegnato a frugare nelle tasche di quel povero buono a nulla»
«Non importa. Tanto avevo il viso coperto e il poliziotto non mi ha visto»
Kenny rise e gli diede delle forti pacche sulle spalle.Levi si svegliò.
"Ancora questo sogno..." pensò.
"Sempre lo stesso ricordo..."
Un raggio del sole gli investì gli occhi.*angolo autrice*
Capitolo corto oggi, eh?
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Mi Vuoi? Prendimi
FanfictionLevi, 32 anni, è un uomo sposato, ma non felice del suo matrimonio. Ha pochi amici, ma quelli lo abbandonano, delle volte. Così si ritrova a dover andare a prostitute. Eren, 19 anni, lavorava nel bar dell'hotel SNK e i due impararono a conoscersi, c...