L'AMANTE

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Quando il corvino entrò nel suo appartamento, Hanji era sdraiata sul divano, al telefono.
Decise di non fare rumore e ascoltare la sua conversazione.
Sembrava divertita: «Lo so! L'ho visto anche io! Dici che mi nota se mi metto la maglia? Quella bianca?... si dai! Quella con la scollatura a V... e beh!... no, metto il reggiseno bianco. Me le modella di più!... AHAHAHAH!» quando scoppiò a ridere, il corvino ne approfittò per chiudere la porta e correre di sopra, in camera sua.

"Quella bastarda!"
Si spogliò velocemente.
"Quella puttana!"
Rimase nudo.
"Spero che faccia una figura di merda con quel tipo!"
Andò nel bagno che c'era nella sua stanza.
"Muori!"
Aprì il getto d'acqua gelido e mise la testa sotto di esso.

Le risate della castana arrivavano fin lì.
Le sue orecchie erano stufe di sentirla.
Non sapeva dove sarebbe andato; Furlan era fuori città, suo Zio era in prigione, Isabel abitava troppo distante e...
"Eren"
Perché proprio lui?
Non aveva il suo numero e non voleva andare a vivere nella sua casa.
"Mi accontento della Quattrocchi bastarda" pensò, entrando in doccia per intero.

Dopo essersi lavato, si rivestì e andò in camera sua a mettersi qualcosa addosso.
Hanji non rideva più. Anzi, manco si sentiva più.
"Si sarà addormentata" pensò. "Tipico suo. Si addormenta subito".
Ma a solo quel pensiero, vari ricordi raffiorarono nella sua mente.
Lui ed Hanji dopo aver passato una notte di solo divertimento, abbracciati sul letto, in attesa che il fattorino arrivasse con le loro pizze.
"La diavola non riusciva più a digerirla".
Una lacrima gli rigò il volto.
Rivoleva quei momenti. Li rivoleva con la donna che amava.
"Lei mi tradisce. Gli piace un altro dell'ufficio"
Ma anche quel pensiero non lo fece stare meglio, ma solo peggio.

Il telefono lo distrasse. Numero sconosciuto.
"Giuro che se è uno scherzo, lo rintraccio e lo strozzo"
Rispose: «Chiunque tu sia, non rompermi il cazzo che non ho voglia!»
«Speravo di aver scritto bene il numero!» la voce del castano lo rilassò.
«Cazzo Eren, pensavo fossi qualcuno che volesse farmi un qualche scherzo»
«Ahahaha, vai tranquillo! Comunque, salva il mio numero, così non avrai ulteriori sorprese»
«Tch, come vuoi. Ah, a proposito, a che ore devo venire da te, dopodomani? E qual'è l'indirizzo?»
«Abito in via Maria 10 e alle 15 andrà bene»
«Ok, grazie»
«Prego! Per così poco. Ci vediamo Lunedì»
«A Lunedì»
Sentì che il castano gli mandava un bacio da dietro la cornetta prima di riattaccare.
«O Cristo Santo, non l'ha fatto per davvero!» disse. Sarebbe esploso dalle risate per quella strana situazione, ma qualcosa lo trattenne. Sua moglie lo stava fissando.

«Era la tua amante?» chiese aspra, avvicinandosi a lui.
«Ma quale amante?! Lo sai che non potrei mai tradirti! A differenza di te che invece vuoi andare a lavoro con le scollature per farti vedere da un qualche imbecille!»
«L'unico imbecille, qui, sei tu! Bastardo! Hai l'amante! Ne sono certa!»
«Era un amico, ok?»
«Ahahaha tu che hai amici?! Ma fammi il piacere! Tu non hai amici, Levi Ackerman! Sei un uomo solo e solo rimarrai per via del tuo carattere di merda!»
«Questo non dovevi dirlo!» si alzò con fare minaccioso e si avvicinò a lei: «Sii fortunata di essere donna, perché sennò ti avrei rotto quello stra maledetto collo, puttana!»
«Puttana a me?!» lei gli diede uno schiaffo e lui ricambiò.
C'era solo un piccolo problema: Levi era decisamente più forte, tant'è che fece perdere sangue alla donna sui denti.
Uno di essi si era staccato per metà dalla base.

Prese a sputare sangue, ingoiandone un po' e guardando male il corvino.
Lui ricambiò, facendole il terzo dito.
«Che pezzo di merda che sei...» disse fra le lacrime: «Ti metti a picchiare una donna...»
«L'unica che ho picchiato è il diavolo. Non di certo una vera e propria donna se non per l'aspetto»
A quelle parole, Hanji strinse i denti, facendo cadere ancora più lacrime dagli occhi e tenendosi la guancia rossa.
«Spero che, almeno, la tua amante ti faccia stare meglio»
«Vuoi capirlo che non ho l'amante?! Quante cazzo di volte dovrei ripeterlo per fartelo entrare in quella testa?!»
«E allora chi è stato a chiamarti e a farti quasi scoppiare dalle risate, eh?!»
«Ma ci sei o ci fai?! Era un ragazzo che ho conosciuto oggi a... ad un bar! Lavora come cameriere e abbiamo parlato per un po'»
«Mi sa tanto di una bugia!»
«E va bene allora!»

Levi si alzò con il telefono in mano, digitò qualcosa e lo passò alla moglie: «Avanti! Vedi che ti dice! Puoi fargli qualsiasi domanda!»
«Io non-»
«Pronto? Levi? Perché mi stai chiamando? Hai bisogno?» la voce del castano si espanse per tutta la stanza in un momento di silenzio.
Hanji avrebbe preferito stare zitta, ma prese lo stesso il telefono e se lo portò all'orecchio: «Levi è andato a farsi una doccia. Tu chi sei?»
«Semmai chi sei tu»
«Ho fatto prima io la domanda e esigo che mi rispondi!»
«Sono Eren Jaeger. Un amico di Levi. Te sei sua moglie, per caso? Perché dalla voce non mi sembri una bambina o anche solo una ragazza»
Levi si portò le mani alla bocca, come per prenderla in giro: «Sei vecchia» sussurrò.

La castana fece uscire un grugnito: «Nemmeno tu sembri così giovane, dalla voce»
«Ho 19 anni, se proprio vuole saperlo»
«Perché eri con mio marito oggi?! Perché vi siete incontrati lì al bar?!»
"Oh cazzo..." pensò Levi. "Mi sono dimenticato di quel particolare"

Il corvino aspettò con ansia la risposta del giovane, che arrivò dopo qualche attimo di silenzio: «Lavoro in un bar in città e oggi, suo marito, è venuto lì e, a forza di parlare, abbiamo fatto amicizia. Qualcosa in contrario?»
«Assolutamente no» rispose secca: «Volevo solo essere sicura che non avesse l'amante»
«Ma che amante! Suo marito, da quanto sono riuscito a capire sul suo modo di fare e sul suo comportamento, è la persona più fedele che abbia mai conosciuto! Veda di non trattarlo male e, per l'amor di Dio, smetta di dubitare di lui!»
Hanji non disse nulla, mentre il corvino era rimasto stupito dalle parole dell'amico.
«Ora, a meno che Levi non voglia parlare con me, dovrei andare a letto»

La castana, delusa per la sua perdita, gli passò il telefono con forza e se ne andò: «Eren?» chiese.
«Tieniti il telefono stretto, la prossima volta!» disse, più con fare scherzoso che severo.
«Scusa, non avevo visto che aveva il mio telefono»
«Stai tranquillo. Anche Mikasa, delle volte, fa così. Coooomunque, spero almeno di essere stato utile»
«Più che utile, grazie»
«Non ce di ché! Quando vuoi!»
Si salutarono e poi misero giù all'unisono.

*angolo autrice*
È davvero Hanji la cattiva della situazione? O ce ne sarà qualcun'altro? Forse quello stronzo di Erwin, oppure "l'amante" di Hanji!
Si vedrà!

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