«Levi...?» la voce di Eren si era spezzata.
Il tono sicuro di prima era sparito e i suoi occhi iniziarono a trovare interessanti il pavimento, tanto da fissarsi su quello strato di cemento.
«Dimmi»
«Vedi... riguardo a ciò che volevo dirti...» le parole gli morirono in gola.
Era a disagio. Non aveva mai raccontato a nessuno, tranne ad Armin, del suo passato, di suo padre, di sua madre, del ragazzo in quel vicolo, di tutto quel sangue.
«Si?» il corvino, impaziente, prese a battere un piede per terra, ripetutamente.
«Niente...» disse infine: «Mi dispiace per il tuo matrimonio» aprì la porta e uscì, lasciando solo l'amico.Anche quest'ultimo se ne andò, lanciando un piccolo sguardo al ragazzo e uscendo da quel posto.
"Al diavolo il drink gratis"[...]
Era notte fonda, eppure Levi non aveva il minimo sonno.
Guardava in continuazione il cellulare. Non sapeva se scrivere a Eren o se lasciarlo stare.
"In teoria ha già finito il turno"
Provò col mandargli un messaggio.Levi: Allora? Oggi volevi dirmi qualcosa. Vuoi parlarne?
Ma Eren non gli rispose. Non lesse nemmeno il messaggio.
"Dorme" fu l'unica ragione plausibile.
Decise così di chiudere gli occhi, per provare ad addormentarsi, ma la suoneria dei messaggi lo fece scattare come in automatico.Eren: Volevo raccontarti di me, ma non ho avuto il coraggio di farlo.
Levi: Avanti. Io ti ho detto di me.
Eren: Tu mi hai parlato solo di tua moglie.Aveva ragione, ma prima avrebbe ascoltato la sua storia.
Notava che il castano entrava e usciva dalla chat ripetutamente.Levi: Ti va di incontrarci? Così parliamo con più calma?
Eren: Adesso?
Levi: Si, ma stavolta preferirei che venissi a casa mia.
Eren: E va bene. Mandami l'indirizzo.
Levi: Ok, a tra poco.Il corvino gli invio il nome della via e il numero civico.
Il ragazzo ci impiegò davvero molto poco ad arrivare. Come se abitasse lì a fianco.L'uomo gli aprì la porta e lo fece accomodare in sala.
«Wow. La tua sì che è una casa...» commentò, prima di sedersi sul divano, accarezzandolo: «È morbido...»
«Poltrone&sofà»
«Artigiani della qualità» aggiunse sorridendo.
«Esatto» Levi gli si sedette a fianco: «Parliamo?»
«Sì...»Il giovane si mise comodo e fece un respiro profondo: «Allora... sono diventato orfano all'età di 4 anni, nonché gli anni peggiori della mia vita. Ho lasciato la scuola a 17 anni per venire qui a lavorare con mio fratello. Non siamo parenti di sangue, perché io sono il frutto di un tradimento da parte di mio padre nei confronti della madre di Zeke» mentre parlava, teneva lo sguardo sbasso, precisamente sulle sue mani, che non stavano un attimo ferme: «Ho avuto qualche storia... ma sono sempre stato tradito...»
«È per questo che quella sera mi hai sgridato del fatto che stavo tradendo mia moglie? Perché hai subito lo stesso trattamento?» lui annuì: «Quanti idioti l'hanno fatto?»
«In 4... se non sbaglio»
«Mmh...» gli prese la mano: «È acqua passata»
«Beh...» rise nervosamente: «A quanto pare quest'acqua non vuole uscire dalla mia testa! Perché ogni volta che ti vedo in quel posto mi tornano in mente quei giorni» gli cadde una lacrima: «Anche se sei venuto solo due volte...» aggiunse, tirando su col naso.
Levi gli passò un fazzoletto e lui si soffiò il naso.
«Grazie» disse.Il corvino gli accarezzò la schiena: «Non sei l'unico ad avere avuto una vita di merda» disse: «Io non sono mai andato a scuola. Ero un criminale che uccideva per vivere, ma ora sono cambiato»
«Tu... tu uccidevi la gente?» la sua voce era spezzata dal pianto.
«Si, ma ora sono cambiato. Ho un lavoro, una casa e...»
«E avevi una moglie...» completò il ragazzo: «Che sono sicuro sarà presto sostituita da una migliore»
«Stai offendo Hanji?» il tono dell'uomo era fermo. Non si capiva se era arrabbiato o meno.
«Non la sto offendendo. Ti sto solo augurando di trovarne una migliore»
«Ormai è tardi. Sono vecchio per trovarmi una donna alla mia altezza»
«32 anni non vuol dire essere vecchi, anzi, di aspetto sembri più giovane... e più carino»
«Carino?» Levi corrugò la fronte: «Mi trovi carino?»
«Non ti piace come aggettivo?»
«Mi sembra strano detto da un uomo»Cadde il silenzio.
Levi stava elaborando il complimento che aveva appena ricevuto dal ragazzo, mentre Eren si stava maledicendo per averlo fatto.
Quest'ultimo guardava con la coda dell'occhio l'uomo al suo fianco, sperando che non lo picchiasse da un momento all'altro, invece ricevette una leggera carezza sulla guancia.
Alzò lo sguardo, confuso: «L-Levi?»
«Provi qualcosa per me?»La domanda lo spiazzò completamente.
"Mi piace?"
Non ci aveva mai fatto caso. Se davvero gli piaceva, lo avrebbe capito subito. Ma non era così.
«Sei solo un amico» rispose.
«Meglio così» disse Levi, togliendo la mano dal suo volto: «Perché ti avrei rifiutato, visto-»
«Che sei etero. Lo capisco, davvero» fece un piccolo sorriso: «Non saresti manco il primo»
«Ma quante relazioni hai avuto?!» chiese l'uomo, facendo comparire un sorrisino confuso.
«Abbastanza» l'altro fece spallucce: «È normale per un figo come me»
«Ah beh, allora»Eren rise, ma il corvino non si spinse così avanti.
«Devi ancora parlarmi di te»
«Non c'è molto da sapere. Cosa facevo già lo sai»
«Sicuro che non c'è altro?»
«No... niente di niente»
«Va bene» il castano guardò l'orario: «Sono le 4:37... devo andare a casa»
«Stai qui, se vuoi. Tanto mia moglie non c'è più, quindi la sua camera e libera»
«Non vorrei disturbare... tu hai le tue cose e io... io le mie...» era nervoso.
"Non è a suo agio a stare con me?"«Se te lo chiedo non disturbi. Dai su, ti porto in camera» si alzò e lo prese per mano nel tentativo di spronarlo ad alzarsi.
Quello si arrese quasi subito, percependo un certo pericolo se avesse rifiutato alla richiesta dell'uomo.
Lo seguì fin sopra le scale, in attesa di sentirlo parlare, ma non uscì il minimo suono dalle bocche di entrambi.Solo il rumore dei loro passi regnava nel silenzio tombale di quella casa.
A mala pena si sentiva un respiro, un sussulto.
Le auto sembravano silenziose nello sfrecciare sull'asfalto e i cani erano a riposo.
"Di solito abbaiano a quest'ora" pensò il corvino, saettando gli occhi a destra e a sinistra, come se sentisse osservato.*angolo autrice*
Devo migliorare la mia scrittura...
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Mi Vuoi? Prendimi
FanfictionLevi, 32 anni, è un uomo sposato, ma non felice del suo matrimonio. Ha pochi amici, ma quelli lo abbandonano, delle volte. Così si ritrova a dover andare a prostitute. Eren, 19 anni, lavorava nel bar dell'hotel SNK e i due impararono a conoscersi, c...