KENNY ACKERMAN

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Oggi posto di nuovo solo perché non so se lo faccio domani e perché volevo ringraziarvi per una cosa che ho scritto in descrizione!!!

Levi corse per tutta la notte, fino alla mattina seguente.
Era distrutto, ma non voleva arrendersi. Doveva trovare il suo compagno, che in quel momento era più importante di rispondere alle migliaia di chiamate di Petra.
«Basta chiamarmi, cazzo!» sbraitò, mettendole giù per la millesima volta: «Eren, rispondimi!»
Portò il cellulare all'orecchio dopo aver digitato il suo numero.

«Hey! Se mi stai cercando sappi-» riattaccò, ricevendo un'altra telefonata da parte della ragazza.
Strinse i denti e le mise giù: «Scusa Petra, ma è più importante il mio ragazzo» disse, come se potesse sentirlo.

Dopo un'ora, si sedette sul gradino di casa sua, dato che era arrivato fino a lì.
«Non sei all'hotel... non sei a casa tua... non sei in palestra... Eren, ti prego» sussurrò.
Stava ansimando. Era distrutto, decisamente.
Aveva bisogno di riposare, fin quando...

[...]

«Eren... hey, svegliati. La colazione è pronta» disse Kuchel, accarezzandogli le guance.
«Mmh...» mugulò lui, aprendo lentamente gli occhi e ritrovandosela davanti.
«Oggi dobbiamo andare in prigione. Me l'avevi promesso»
«Va bene, si... andiamo»
«Prima mangia qualcosa»
«Stia tranquilla. I suoi biscotti mi hanno riempito»
«Oh, mi fa piacere» sorrise: «Allora lascia che ti dia dei vestiti. Ne ho alcuni, vado a prenderli» si alzò e se ne andò.
Nel mentre che non c'era, Eren notò che gli aveva messo il telefono in carica.

«92%, non male» lo accese e rimase sorpreso.
«47 chiamate perse da... Levi... e 12 di Zeke. Minchia, sparisco per qualche ora e si preoccupano così tanto. Però...» sospirò e digitò il numero del compagno.

[...]

Partì la suoneria e il corvino era intento a mettere giù, pensando fosse Petra, ma appena lesse il nome di Eren, il suo cuore si fece leggero e rispose subito.
«Eren!» disse.
«Levi! Come mai tutte queste chiamate?»
«Che domande?!» era felicissimo di sentirlo e il castano se ne accorse, infatti sorrise dietro la cornetta: «Tuo fratello mi ha detto che ti ha visto mentre una donna ti portava via in macchina dopo averti investito! Stai bene? Dove sei? Vengo a prenderti!»
«Hey, hey, tranquillo! Si, è vero, sono stato investito, ma sto bene! La signora è stata molto gentile con me e ora gli devo ricambiare il favore. Se proprio vuoi, vieni alla prigione tra mezz'ora. Io sarò lì»
«In prigione? Perché?»
«Suo fratello è in prigione e lei lo va a trovare»
«E perché devi andarci anche tu?»
«È francese, Levi. Non conosce la zona, così l'accompagno»
«Va bene, allora parto subito. Che macchina ha la tipa?»
«Oddio, sai che non me ne intendo... è nera»
«Grazie, con questa informazione mi hai aiutato» disse sarcastico.
«Andiamo! Appena arrivi richiamami, ok? Anche perché... avrei bisogno di parlarti...» sembrava strano. Il tono della sua voce era diminuito, come se si vergognasse a dire quella frase.
«Va bene. A dopo» mise giù e tirò un sospiro di sollievo.
"Sta bene... questo è l'importante"

[...]

«Sali in macchina, ragazzo?» chiese Kuchel, dato che si era fermato davanti alla portiera dell'auto.
«Ah? S-si!» si mise seduto sul sedile del passeggero e chiuse la portiera.
«Eri perso nei tuoi pensieri?»
«Si... dopo... viene a prendermi il mio ragazzo... così posso parlare un po' con lui di questa faccenda»
«Beh, è una buona cosa» sorrise: «Magari ho anche la possibilità di vederlo»
«Se vuole...» anche lui sorrise timidamente.

Il viaggio fu breve. Eren indicava la strada a Kuchel e lei annuiva di tanto in tanto.
Quando arrivarono, notarono una guardia all'entrata.
La donna parcheggiò lì vicino e scese, seguita a ruota dal castano.

Mi Vuoi? PrendimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora