ciao a tutte!
innanzitutto, GRAZIE.
grazie mille di tutti i bei commenti, i bei pensieri, i complimenti e le tremila letture. leggere queste cose mi rende felice in una maniera assurda, grazie ancora. leggo tutti i vostri commenti e adoro i vostri scleri, ahaha.
qui ne aspetto molti, visto il capitolo lungo quattromila parole!
non vi spoilero nulla, ma sappiate che questo è il mio preferito, ho amato scriverlo dall'inizio alla fine.
c'è Roma, una canzone importante, un muretto e qualche sigaretta.
non mi dilungo troppo, dovete già leggere abbastanza, ahah.
grazie ancora di tutto, siete pazzesche!
spero che il capitolo vi piaccia,
buona lettura,
mar.🌻Ci sono cose che non devi necessariamente fare, ma senti comunque in dovere di farle.
Uscire il sabato sera, per Einar, era una di quelle.
Se non lo faceva, nessuno lo legava ad una sedia e gli puntava una pistola alle tempie minacciandolo di morte, ma se non lo faceva aveva buone possibilità di essere definito come sfigato asociale che si stava perdendo gli anni migliori della sua vita. O almeno, questa era la definizione che più di una volta gli era stata additata, specialmente da sua madre, che durante la sua adolescenza, lo pregava costantemente di uscire un po' come tutti i ragazzi della sua età.
Nell'uscire il sabato sera non ci trovava nulla di così eclatante ed emozionante, anzi. Per lui, il sabato era un giorno come un altro, non cambiava poi molto dal lunedì, se non la desinenza e la posizione nel calendario. Certo, sicuramente tra il lunedì e il sabato preferiva quest'ultimo, ma solo perché è il giorno che precede la domenica.
Non amava uscire, preferiva di gran lunga riposarsi a casa. D'altronde, se anche Dio si era riposato tra la notte del sabato e la mattina della domenica, Einar non vedeva per quale motivo anche lui non poteva scegliere di rimanere a casa e recuperare il sonno perso durante la settimana con una bella dormita, sempre dopo una pizza, ovviamente. Non amava uscire specialmente d'inverno, con dieci gradi sotto zero e il vento che portava via anche gli alberi.
Nella scuola di Amici, però, sembrava l'unico a pensarla così.
Dopo una lunga giornata fatta di prove, sfide, ansie e canzoni, tutti gli alunni si erano riuniti in camera sua (senza che lui ne sapesse nulla, aveva fatto tutto Simone) per decidere le sorti di quel sabato sera.
«Non possiamo rimanere qua in hotel, è sabato sera!» sosteneva Simone, rivolgendosi a tutti i presenti in quella camera che erano sparsi dappertutto. Chi sui letti, chi sulle sedie, chi per terra, tutti seduti e pronti a nuove proposte.
«E cosa hai intenzione di fare?» gli chiese Matteo, un cantante leccese dagli occhi scuri e la barba curata, seduto ai piedi del letto di Einar, mandando in confusione Biondo.
«Non lo so, ma non voglio rimanere qua. È sabato sera e noi siamo liberi di fare quello che vogliamo, non possiamo sprecare questa occasione», rispose attirando un mormorio di consensi da parte di tutti.
Einar, nel frattempo, non aveva pronunciato una parola. Stava giocando con uno dei suoi bracciali, talmente attentamente da non accorgersi di Sephora che si era seduta sul letto, accanto a lui, da un pezzo.
Quando la vide, si voltò nella sua direzione e notò il suo sguardo pieno di fastidio nella direzione opposta alla loro. Seguì il suo sguardo e capí.
A pochi metri di distanza, Nicole ed Irama erano praticamente abbracciati, entrambi stesi sul letto di Filippo, mentre ridevano per qualcosa che capivano solo loro e si facevano gli occhi dolci.
«Non la sopporti, eh?» sussurrò (per non farsi sentire dagli altri che erano ancora alle prese con l'organizzazione della serata) divertito Einar a Sephora, che si girò nella sua direzione con le sopracciglia corrugate.
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Due cristalli di neve. » Eiram
FanfictionEinar odia solo due cose: il lunedì mattina e Filippo Maria Fanti, il nuovo allievo della scuola di Amici17. Filippo, in arte Irama, indossa orecchini a forma di piuma e grandi anelli a tutte e cinque le dita. Ci sono anche parecchi litigi, una came...